12 Settembre, 1918

Facci vedere, yankee

Berlino amerebbe tornare alla guerra di logoramento, di posizione, di trincea. E in parte ci sta riuscendo. Gli anglo-francesi pagano lo sforzo, i tanti chilometri ripresi sul fronte occidentale. Rifiatano quasi ovunque, gli unici risultati rilevanti arrivano dal settore britannico del Canal du Nord, con la sudatissima conquista di Mœuvres, Havrincourt e Trescault.
Purtroppo per Berlino però gli Alleati non sono più solo gli anglo-francesi. Il 12 settembre il rodaggio americano è concluso, Washington è pronta e vogliosa di mettersi in mostra. Di fronte a Saint-Mihiel per la prima volta sono gli yankee a condurre il ballo; l’operazione è tutta loro, con i francesi in appoggio. Nonostante il maltempo la coalizione schiera quasi 1.500 aerei, un numero spropositato; in pista anche 2.900 cannoni; oltre 400 carri armati; 200.000 americani e poco meno di 50.000 francesi. Comanda Pershing.
E chi potrà mai guidare una delle brigate corazzate? Ovviamente lui, il carrista per antonomasia, il più cowboy di tutti, l’unico e inimitabile George Smith Patton.

 Si dice sia sgusciato nella notte nella terra di nessuno, da solo, a caccia di informazioni fresche. Tra l’audacia e la follia il confine è sottile e Patton ne è uno dei più estremi esploratori. I suoi uomini li guida in senso letterale, è con loro durante tutta la battaglia.
Come lui anche un altro americano, il Generale Douglas MacArthur. I due scriveranno un buon numero di pagine nella storia militare statunitense.
Il primo giorno dell’offensiva è un successo clamoroso: poco dopo pranzo sono raggiunti tutti gli obiettivi, compreso il possesso di Saint-Mihiel, in mani tedesche dal 1914.
Berlino, aspettandosi l’attacco, aveva già messo in conto di dover evacuare il saliente, iniziando a ritirare alcuni pezzi, ma probabilmente contava di avere più tempo. Alcune unità vengono colte sul movimento e a quel punto non possono fare nulla per difendersi. Le altre ripiegano in ordine, sparando.

Il momento propizio viene colto da Londra per lasciar partire una bordata diplomatica. È contenuta nel Libro blu, dove si illustrano le brutalità tedesche in Africa e l’assurdità di restituire le colonie. Tra i principali imputati c’è Lothar von Trotha, senza girarci attorno un genocida. Londra però si dimentica un piccolo dettaglio: nel 1900 von Trotha fu spedito dalla Germania in Cina per reprimere la rivolta dei Boxer, in coalizione proprio con gli inglesi e in generale con tutta l’attuale Intesa. All’epoca tutti soddisfatti. Gli anni africani di Trotha sono più o meno gli stessi del massacro di Wounded Knee in Sud Dakota, dell’occupazione giapponese della Corea, o dell’inarrivabile regime belga in Congo. Chi è senza peccato scagli la prima pietra.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Londra: pubblicato il Libro blu, che descrive il dominio tedesco nell'Africa sud-occidentale e i maltrattamenti dei nativi.

Fronte occidentale

  • I britannici hanno successo sul fronte di Cambrai, comincia la battaglia di Épehy. Più a nord prese Mœuvres, Havrincourt e Trescault; oltre 1000 prigionieri.
  • Nuovi progressi dei belgi sulla strada Diksmuide-Steenstraat.
  • Pesanti piogge e forte vento ostacolano l’attività aerea.
  • Battaglia di Saint-Mihiel: gli americani, supportati dai francesi, cominciano l’attacco a Saint-Mihiel, a sud-est di Verdun; avanzano di 8 km. su un fronte di una ventina; presi circa 8.000 prigionieri.

Fronte meridionale

  • Attività d’artiglieria su tutto il fronte dello Struma.

Operazioni navali

  • Il piroscafo dell’Union-Castle “Galway Castle” colpito da un siluro nel Canale della Manica senza avvertimenti; 154 vite perse.

Dal fronte italiano

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 12 SETTEMBRE 1918

Ad occidente di Mori ardite pattuglie, superati parecchi ordini di reticolati, sopraffecero un posto avanzato nemico, riportando 12 prigionieri, armi e materiali.
Alla foce del Piave un nucleo misto di marinai e soldati, passato sulla sinistra del fiume, catturò con riuscito colo di mano, un ufficiale, 11 soldati e una mitragliatrice.
In Val Ornic e a Fener, sul Piave altri nuclei e pattuglie molestarono efficacemente l’avversario, infliggendogli perdite e togliendogli materiale.
In Vallarsa, sull’Altipiano d’Asiago e nella zona dell’Asolone si ebbero frequenti e vivaci azioni d’artiglieria.
Tre velivoli nemici vennero abbattuti in combattimenti aerei.

ALBANIA - L’attività combattiva si è ridestata tra l’Osum e il Tomorica, a sud-est di Berat. Nella giornata di ieri si ebbero vivaci scontri tra le forze nemiche e le nostre bande albanesi in occupazione avanzata.


MACEDONIA - Reparti avversari, che con largo appoggio d'artiglieria tentavano di irrompere nelle nostre posizioni ad oriente di quota 1050, vennero arrestati con gravi perdite prima che potessero raggiungere le nostre linee.

Firmato: DIAZ

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori