30 Ottobre, 1918

Simboli

Basta il nome: Vittorio Veneto. L’offensiva italiana è ormai travolgente, frantuma gli ultimi argini ed esonda nella pianura; l’esercito asburgico è in rotta, sconfitto e falcidiato dalle diserzioni. Il 30 ottobre Vittorio Veneto è raggiunta e superata, resterà lei il simbolo della vittoria, ma cadono anche il Monte Cesen, Sacile, Oderzo. Il regio esercito arriva al Livenza, mentre sul basso Piave la III Armata entra in scena e varca il fiume a Zenson e San Donà. Anche il fronte del Grappa cede, così come quello sull’Altopiano dei Sette Comuni: Asiago è libera.
Con l’aiuto Alleato, il Generale Diaz ha iniziato un’ampia manovra di avvolgimento, per mettere la parola fine alla campagna italiana e riconquistare più terreno possibile prima dell’armistizio. I prigionieri annunciati salgono a 33.000, ma potrebbero già essere di più.

Le notizie dal nostro fronte catturano l’attenzione della Conferenza interalleata di Parigi; c’è una linea telefonica diretta. Le obiezioni ai quattordici punti di Wilson sono pronte, ma l’urgenza è la richiesta di armistizio austro-ungarica.

Bisogna fare in fretta, anche per stimolare la Germania e stroncarne qualsiasi illusione di clemenza. Le linee guida dell’offerta a Vienna saranno quelle di una resa incondizionata.

Contemporaneamente, a Mudros, l’Impero ottomano firma il suo di armistizio. Dettagli succosi: primo, gli Alleati si dimenticano di nominare i greci tra i prigionieri da liberare; secondo, il documento è siglato sulla HMS Agamemnon. Agamennone-Guerra di Troia-Turchia: stile.
Clausole pesanti: accesso illimitato al Mar Nero, con l’apertura di Dardanelli e Bosforo; occupazione anglo-francese dei forti e di qualsiasi punto ritenuto strategico, ma i turchi ottengono di tenere lontani italiani e greci; smobilitazione dell’esercito e della flotta e ritiro da tutti i territori occupati, compresa la Persia, il Caucaso, il Medio Oriente e il Nord Africa; rilascio dei prigionieri Alleati, mentre per quelli turchi è a discrezione; controllo Alleato delle infrastrutture e di poste e telegrafi; facilitazioni nell’acquisto dei combustibili.
Le ostilità termineranno a mezzogiorno di domani. L’Impero ottomano ha perso oltre 2.900.000 uomini tra morti, feriti e dispersi.

Alla Conferenza di Parigi si dovrebbe festeggiare, ma no. La Francia si sente punta nella sua «suscettibilità nazionale». Sì, perché l’armistizio l’ha firmato l’Ammiraglio Calthorpe, britannico; grazie, i turchi ai britannici si sono rivolti. Ne nasce un bisticcio da asilo tra Clemenceau e Lloyd George, tutto sulla forma, perché la sostanza va bene a tutti. Alla fine la Francia si rassegna e accetta il fatto compiuto, apporrà la sua firma in seguito.

Ma la giornata è davvero convulsa, perché ora tocca sbirciare in casa austro-ungarica. L’Ungheria, dove la folla insorge contro il nuovo Primo Ministro Hadik e l’Arciduca Joseph, uomo di fiducia dell’Imperatore, cede Fiume alla Croazia, ma un consiglio nazionale italiano proclama subito l’indipendenza e il desiderio di unirsi all’Italia.
In mattinata a Trieste circolano voci di un’occupazione italiana di Pola e di una flotta Alleata diretta in città. Si forma un enorme corteo festante e la situazione sfugge di mano. Viene Costituito un Comitato di salute pubblica che va dal Governatore e chiede la consegna dei poteri civili e militari. Il Governatore, pilatesco, non fa obiezioni, ma deve prima chiedere a Vienna. E cosa volete che faccia Vienna? Niente, non può farci niente e quindi dice di riconoscere il fatto compiuto. Trieste si è di fatto auto-liberata. All’amministrazione provvisoria chiedono di partecipare anche i rappresentanti jugoslavi; nessun problema, purché non questionino sull’appartenenza italiana.
Torniamo a Vienna. Mentre si proclama lo Stato dell’Austria tedesca e gli slovacchi si uniscono ufficialmente ai boemi, formando la Cecoslovacchia, il Premier Lammasch cerca di spiegare il programma di Governo ai capi gruppo di un Parlamento ormai ininfluente. C’è la necessità di porre fine alla guerra e di trasformare lo Stato, assecondando i diritti delle nazionalità. E poi rispedisce al mittente l’accusa di aver tradito la Germania.
Flash da Londra: nell’ultima settimana si sarebbero contati oltre 2.000 decessi dovuti all’influenza spagnola.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Mudros: firmato l’armistizio fra l’Impero ottomano e le Potenze dell’Intesa.
  • Il Conte Hadik nominato Primo Ministro ungherese.
  • Insurrezione a Budapest. Le forze dell’ordine sparano sulla folla, alcuni reparti solidarizzano con questa.
  • Gli ungheresi cedono Fiume ai croati.
  • Il Consiglio nazionale italiano di Fiume proclama l’indipendenza della città e il desiderio di unirsi all’Italia.
  • Il Fascio nazionale italiano concorda un’azione comune con i socialisti a Trieste. Sparsasi una falsa notizia sull’occupazione di Pola da parte dell’Intesa e l’avvicinarsi della flotta Alleata, si forma un imponente corteo che respinge la polizia. Nel pomeriggio si costituisce un Comitato di salute pubblica e il tricolore viene issato sul Municipio. Il Governatore di Trieste riceve l’ordine di riconoscere il fatto compiuto e consegna i poteri civili e militari.
  • Si annuncia che a Lubiana si festeggia la proclamazione dell'indipendenza con dimostrazioni a cui partecipano tutte le classi sociali e gli abitanti dei dintorni.

  • Si ha notizia da Lubiana che in Montenegro è scoppiata un’insurrezione generale.
  • Essendosi proclamata a Vienna la formazione dello Stato dell'Austria tedesca, avvengono grandi manifestazioni, dapprima di carattere nazionale tedesco, poi spiccatamente socialista.
  • Essendo stata prorogata la riconvocazione della Camera al 12 novembre, il nuovo Presidente del Consiglio austriaco, Lammasch, espone il suo programma ai capi gruppo.
  • Il Comandante militare austro-ungarico di Udine cede al Sindaco della città il servizio della Sicurezza pubblica.
  • Un telegramma da Vienna all’Ammiragliato di Pola ordina la cessione della flotta militare austro-ungarica al Consiglio nazionale jugoslavo di Zagabria.
  • Nota tedesca agli U.S.A: potere e responsabilità effettiva sono passati al Reichstag; la Germania attende i termini di armistizio.
  • Il Presidente Wilson, rispondendo al messaggio direttogli dal Re d’Italia per il Columbus Day, dichiara: “L’Italia ha dato molto all’America e questa si considera fortunata che i legami di amicizia fra le due nazioni siano resi ora anche più stretti dalla sincera fratellanza d'armi, per la protezione dei principii comuni della libertà e del diritto”.
  • Pesante epidemia di influenza a Londra: 2.200 decessi la scorsa settimana.

Fronte occidentale

  • Mannheim viene bombardata dagli inglesi.
  • Oltre 30.000 prigionieri presi nelle Fiandre durante l’ultimo mese.
  • Le regioni sopra Valenciennes allagate dai tedeschi.

Fronte italiano

  • Continua l’avanzata italiana fra Il Brenta Superiore e il mare; 33.000 prigionieri. Le truppe italiane entrano a Vittorio Veneto.
  • Duri scontri sul Grappa. Le truppe italiane occupano numerose cime.
  • Il Comandante supremo dell'esercito italiano Diaz dirige alle sue truppe un vibrato proclama, col quale, annunciando che è vinta la resistenza nemica sul Piave e si è gloriosamente iniziata la liberazione delle terre invase, li sprona a persistere negli sforzi eroici che daranno la vittoria definitiva.

Fronte meridionale

  • I serbi si avvicinano a Smederevo e occupano Požarevac. Le truppe austro-tedesche si ritirano sulla sponda settentrionale del Danubio.
  • La seconda armata serba ha occupato Požega, a 50 km. dalla frontiera bosniaca.
  • Le truppe italiane in Albania, vinta la resistenza delle retroguardie nemiche, marciano su Scutari.

Fronte asiatico ed egiziano

  • L’armata turca sul Tigri si arrende ai britannici.
  • Si annuncia che i turchi hanno sgomberato Baku (Azerbaijan), immediatamente occupata da truppe anglo-francesi.

Dal fronte italiano

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO

BOLLETTINO DEL 30 OTTOBRE 1918

La nostra offensiva, preceduta dall’occupazione delle Grave di Papadopoli e dai colpi di mano sull’altopiano di Asiago, iniziata nella notte sul 24 nella regione del Grappa, ed estesa il giorno 26 al medio Piave, si è ieri ampliata verso sud. Anche la gloriosa III Armata è entrata nella lotta. Dal Brenta al mare è un solo ed ampio fronte di battaglia, sul quale combattono tenacemente i tre quarti dell’Esercito italiano, affratellati col valoroso 14.o Corpo di armata britannico, con una gagliarda Divisione francese e col giovane ed ardito 332.o Reggimento di fanteria americano. Tra Brenta e Piave, le azioni di artiglieria, di eccezionale intensità e durata, l’impeto dei nostri, l’accanimento della resistenza e dell’aggressività nemica, alimentata da riserve fresche, danno da sei giorni alla lotta carattere di particolare asprezza.
Ad oriente del Piave il nemico cede alla formidabile pressione dei nostri, che a mano mano travolgono le successive linee, sulle quali tenta affermarsi con l’appoggio di artiglieria e di numerose mitragliatrici.

Sul Grappa, ieri, le truppe della IV Armata conseguirono vantaggi nella regione del Pertica e del Col dell’Orso. La XII Armata, operando a cavallo del Piave, ha raggiunto il margine a sud dell'abitato di Quero, ha strappato al nemico Segusino ed ha conquistato il Monte Cesen. L'VIII Armata ha occupato la stretta di Follina, ha raggiunto Vittorio e combatte a nord di Conegliano. La X Armata, stabilite solide teste di ponte sul Monticano, ha oltrepassato la rotabile Conegliano-Oderzo. La III Armata, neutralizzato il vivacissimo tiro delle artiglierie nemiche, ha passato il fiume a S. Donà di Piave e a oriente di Zenson.
Velivoli nostri ed alleati, idrovolanti e dirigibili del R. Esercito e della R. Marina, gareggiando in valore ed audacia, seminano il panico e la distruzione fra le truppe ed i carreggi nemici. Quattro velivoli avversari e un pallone frenato vennero abbattuti.
La prima divisione di assalto e la Brigata ''Cuneo'' (7.o e 8.o), ''la Costantissima” per il valore e la fermezza dimostrata nei giorni 27 e 28, meritano speciale menzione. Il numero dei prigionieri catturati nella battaglia è in continuo aumento. Dal giorno 24 vennero noverati 802 ufficiali e 32.198 uomini di truppa. I cannoni presi assommano a più centinaia. E’ impossibile ancora calcolare il numero delle mitragliatrici e la quantità dell’abbondantissimo materiale che cade nelle nostre mani.

IL COMUNICATO DELLA SERA - Ad oriente del Piave le nostre armate continuano ad avanzare rapide e risolute, travolgendo il nemico che tenta invano di arginarne la marcia.
Le nostre teste di colonna hanno raggiunto Serravalle (Vittorio), Orsago, Gajarine, Oderzo. Le divisioni di cavalleria sono state lanciate nella pianura; alcuni squadroni sono oggi entrati oggi in Sacile. La III Armata sta superando brillantemente forti resistenze incontrate fra Piave e Monticano. Lo sbocco di Ponte di Piave è stato conquistato in vivacissima azione. Sull’altopiano dei Sette Comuni, sotto la forte pressione della 6.a Armata, il nemico ha dovuto sgombrare Asiago, che è stata prontamente occupata dai nostri. Nella foga dell’avanzata non è possibile contare le migliaia dei prigionieri e i molti cannoni catturati. Insieme con le generose popolazioni delle città e dei paesi vennero liberati numerosi prigionieri nostri, da tempo adibiti dal nemico a faticosi lavori di retrovie.

ALBANIA - Le truppe italiane, battute le retroguardie nemiche, hanno occupato San Giovanni di Medua e avanzano su Scutari.

Firmato: DIAZ

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori