La firma austro-ungarica
“Tutto fatto. Deporre le armi”. L’Alto Comando asburgico dà così il buongiorno al suo esercito: annuncia la fine delle ostilità. Una leggerezza, un tentativo di salvataggio, o una furbata mal riuscita, sperando che l’Italia faccia lo stesso. Al fronte è il caos: gli austro-ungarici si arrendono ovunque, non c’è più resistenza, tranne a Udine, ma è poca roba e la città è presto liberata.
In realtà non è finito nulla, la mattina del 3 novembre i termini dell’armistizio sono stati accettati, ma si discute ancora sulle famose “ventiquattro ore” per renderlo effettivo. L’Italia non ha nessuna intenzione di regalare un favore a Vienna e continua l’offensiva: bisogna riconquistare più territori possibile, va sfruttato ogni singolo minuto. L’accordo rischia di saltare, fin quando il Generale Viktor Weber von Webenau non prende in mano la questione e dice a Badoglio: “Ok, avete vinto voi”. Sono passate da poco le 15:20.
Contemporaneamente, a Trento, le truppe italiane entrano in città e issano il tricolore sul Castello del Buonconsiglio, l’ultima stazione di Cesare Battisti.
Un’oretta più tardi la nostra bandiera sventolerà anche sulla Torre di San Giusto, a Trieste, dov’è sbarcato il contingente italiano del Generale Petitti di Roreto.
A Villa Giusti la firma sul trattato di armistizio viene apposta fisicamente alle 18:20. Le clausole sono opprimenti, ovvio: smobilitazione dell’esercito austro-ungarico e ritiro di tutte le unità operanti sugli altri fronti; sgombero di tutti i territori invasi e ritiro al di là di una linea da determinarsi, quella del Patto di Londra; occupazione Alleata di qualsiasi punto ritenuto strategico e consegna del materiale bellico; libera circolazione per gli eserciti dell’Intesa nei territori e nelle acque austro-ungariche; rimpatrio immediato, senza reciprocità, dei prigionieri di guerra; continuazione del blocco navale. Le ostilità per terra, per mare e per aria termineranno l’indomani alle 15:00.
L’armistizio con Vienna consegna all’Intesa l’ultima chiave della guerra: ora i tedeschi sono attaccabili da sud. E infatti è già pronto un piano di invasione della Baviera, in caso Berlino rifiutasse di arrendersi. Ipotesi però insostenibile, la Germania già rischia grosso: primo, perché non può più rifornirsi di nulla, da nessuna parte; secondo, perché a Kiel sventolano le bandiere rosse. Chiedono il rilascio dei marinai arrestati per l’ammutinamento; la polizia apre il fuoco e la situazione precipita. Inizia lì e così la rivoluzione di novembre.
Dal fronte occidentale non arrivano notizie migliori: Gand è libera, l’evacuazione di Guise ha aperto la valle dell’Oise ai francesi e gli americani hanno ingranato la quinta nelle Argonne e sulla Meuse.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- A Villa Giusti è firmato l’armistizio con l’Austria-Ungheria, in vigore dal 4. Il Generale Diaz trasmette il bollettino della vittoria.
- Si chiude a Parigi la Conferenza fra i Governi d'Italia, Francia e Gran Bretagna. Un comunicato ufficioso afferma che le discussioni della Conferenza sono state caratterizzate da un perfetto accordo, hanno condotto a importanti e precise decisioni e si sono svolte intorno alle linee generali delle condizioni di pace.
- Il Conte Károlyi, ora Premier ungherese, si dimette dalla Presidenza del Consiglio nazionale d’Ungheria; gli succede János Hock.
- Si annunciano le dimissioni del Ministro degli Esteri austro-ungarico, Andrassy, e del Segretario Spitzmüller, Con ciò cessa di esistere il Ministero comune.
- La nazione Jugoslava annuncia l’intenzione di formare uno stato con la Serbia e il Montenegro.
- L’on. Conci, deputato italiano al Parlamento austriaco, dichiara che i deputati italiani non hanno voluto creare un Consiglio nazionale per non accettare la nuova trasformazione dell’Austria in un blocco federale.
- Il Generale Petitti di Roreto sbarca a Trieste fra un delirio d'entusiasmo. Al Municipio il Generale annuncia di assumere il Governo della città e reintegra nelle loro funzioni il Sindaco Valerio e il Consiglio comunale, soppresso fin dal maggio 1915.
Fronte occidentale
- Le truppe Alleate arrivano a Gand.
- I tedeschi sgomberano Guise; per gli Alleati si spalanca la valle dell’Oise.
- La foresta delle Argonne è liberata dai tedeschi. Avanzata di francesi e americani.
- Da Parigi si annuncia che il bottino fatto dagli Alleati in Francia e nel Belgio dal 15 luglio, principio dell’offensiva tedesca, al 31 ottobre ammonta a 7.990 ufficiali, 354.365 soldati, 6.217 cannoni, 38.622 mitragliatrici, 3.907 lanciamine.
Fronte orientale
- Combattimenti a Leopoli; polacchi vittoriosi.
Fronte italiano
- Gli italiani avanzano su tutto il fronte. Occupate Trento e Udine.
- Combattimenti a Udine. Due tenenti e il signor Robotti issano il tricolore sul castello della città.
- Gli italiani sbarcano a Trieste e occupano Lissa (isola nell’Adriatico).
- Il comunicato del Comando supremo italiano annuncia che le truppe italiane hanno occupato Trento e sono sbarcate a Trieste e che punte di cavalleria sono entrate a Udine. La cifra dei prigionieri accertati oltrepassa i 100.000, quella dei cannoni i 2.200. Sulle terre redente gli aeroplani italiani lanciano un entusiastico proclama del generale Diaz.
Fronte asiatico ed egiziano
- Truppe britanniche occupano Mossul (Mesopotamia).
Operazioni navali
- Rivolta generale della flotta tedesca ancorata a Kiel; in Germania inizia la “rivoluzione di novembre”.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 3 NOVEMBRE 1918
La VII e la I Armata sono entrate nella lotta assalendo con grande impeto le antistanti difese nemiche ancora intatte. La VII Armata, infranti gli sbarramenti avversari alla Sella del Tonale, procede in Val Vermiglio.
Truppe della I Armata hanno occupato Rovereto e Mattarello in Val Lagarina: hanno forzato la Vallarsa e hanno preso il Col Santo a nord del Pasubio.
Sugli Altipiani di Tonezza e di Asiago, in Valsugana, nelle Valli del Cismon, del Cordevole, del Piave, e nella pianura l’avanzata delle altre Armate continua irresistibile.
Sul Tagliamento la cavalleria, validamente appoggiata dalle batterie a cavallo e dai bersaglieri ciclisti, sostiene e vince gloriosamente aspri combattimenti contro l’avversario, che, sorpreso di qua dal fiume, si batte con grande accanimento. La seconda brigata, coi reggimenti Genova Cavalleria (4º) e Lancieri Novara (5º) e il reggimento Saluzzo (12°) si sono particolarmente distinti per l’ardimento e il valore dimostrati.
Meritano l’onore della citazione il primo gruppo di Cavalleggeri di Padova (21°) della IV Armata, il quarto gruppo alpino e il 29º reparto d’assalto del XXIX Corpo di Armata, primi entrati in Rovereto e il reggimento esploratori czeco-slovacco (39º) che dal marzo combatte fianco a fianco delle nostre armate.
Gli aviatori nostri ed alleati mantennero brillantemente invariata la loro eccezionale attività.
La cifra totale dei prigionieri accertati raggiunge i 100 mila; quella dei cannoni accertati supera i 2200.
Firmato: DIAZ
Il Testo dell'Armistizio
PROTOCOLLO
delle condizioni d’armistizio tra le Potenze alleate e associate e l'Austria - Ungheria
I. CLAUSOLE MILITARI
1. - Cessazione immediata delle ostilità per terra, per mare e nel cielo.
2. - Smobilitazione totale dell’esercito austro - ungarico e ritiro immediato di tutte le unità che operano sulla fronte dal Mare del Nord alla Svizzera. Non sarà mantenuto sul territorio austro-ungarico, nei limiti più sotto indicati al § 3, come forze militari austro-ungariche, che un massimo di 20 divisioni ridotte all’effettivo di pace avanti guerra. La metà del materiale totale dell’artiglieria divisionale, dell’artiglieria di corpo di armata, nonché il corrispondente equipaggiamento, a cominciare da tutto ciò che si trova sui territori da evacuare dall’esercito austro - ungarico. dovrà essere riunito in località da fissarsi dagli Alleati e dagli Stati Uniti, per essere loro consegnato.
3. - Sgombro di tutto il territorio invaso dall’Austria - Ungheria dall’inizio della guerra e ritiro delle forze austro-ungariche, in un periodo di tempo da stabilirsi dai Comandanti supremi delle forze alleate sulle varie fronti, al di là d’una linea così fissata: DaI Pizzo Umbrail sino a nord dello Stelvio, essa seguirà la cresta delle Alpi Retiche fino alle sorgenti dell’Adige e dell’Isargo passando per Reschen, il Brennero e i massicci dell’Oetz e dello Ziller; quindi volgerà verso sud attraverso i monti di Toblach e raggiungerà l’attuale frontiera delle Alpi Carniche seguendola fino ai monti di Tarvis. Correrà poscia sullo spartiacque delle Alpi Giulie per il Predil, il Mangart, il Tricorno, i passi di Podberdo, di Podlaniscan e di Idria; a partire da questo punto, la linea seguirà la direzione di sud-est verso il Monte Nevoso (Schneeberg), lasciando fuori il bacino della Sava e dei suoi tributari; dallo Schneeberg scenderà al mare includendo Castua, Mattuglie e Volosca. Analogamente tale linea seguirà i limiti amministrativi attuali della provincia di Dalmazia, includendo a nord Lisarica e Tribanj e a sud tutti i territori fino ad una linea partente dal mare vicino a Punta Planka e seguente verso est le alture formanti lo spartiacque, in modo da comprendere nei territori evacuati tutte le valli e i corsi d’acqua che discendono verso Sebenico, come il Cikola, il Kerka, il Butisnica e i loro affluenti. Essa includerà anche tutte le isole situate a nord e ad ovest della Dalmazia: Premuda, Selve, Uibo, Skerda, Maon, Pago e Puntadura a nord, fino a Meleda a sud, comprendendovi Sant’Andrea, Busi, Lissa, Lesina, Tercola, Curzola, Cazza e Lagosta, oltre gli scogli e gli isolotti circostanti, e Pelagosa, ad eccezione solamente delle isole Grande e Piccola Zirona, Bua, Solta e Brazza. Tutti i territori così evacuati saranno occupati dalle truppe degli Alleati e degli Stati Uniti d’America. Tutto il materiale militare e ferroviario nemico che si trova nei territori da evacuare sarà lasciato sul posto. Consegna agli Alleati ed agli Stati Uniti di tutto questo materiale (approvvigionamenti di carbone e altri compresi), secondo le istruzioni particolari date dai Comandanti supremi sulle varie fronti delle forze delle Potenze associate. Nessuna nuova distruzione, nè saccheggio, nè requisizione delle truppe nemiche nei territori da evacuare dall’avversario e da occupare dalle forze delle Potenze associate.
4. - Possibilità per le Armate delle Potenze associate di spostarsi liberamente su tutte le rotabili, strade ferrate e vie fluviali dei territori austro - ungarici, che saranno necessarie. Occupazione, in qualunque momento, da parte delle Armate delle Potenze associate, di tutti i punti strategici in Austria -Ungheria ritenuti necessari per rendere possibili le operazioni militari o per mantenere l’ordine. Diritto di requisizione contro pagamento da parte delle Armate delle Potenze associate in tutti i territori dove esse si trovino.
5. - Sgombero completo, nello spazio di 15 giorni, di tutte le truppe germaniche, non solamente dalle fronti d’Italia e dei Balcani, ma da tutti i territori austro - ungarici. Internamento di tutte le truppe germaniche che non avranno lasciato il territorio austro-ungarico prima di questo termine.
6. - I territori austro-ungarici sgombrati saranno provvisoriamente amministrati dalle autorità locali sotto il controllo delle truppe alleate e associate di occupazione.
7. - Rimpatrio immediato, senza reciprocità, di tutti i prigionieri di guerra, sudditi alleati internati e popolazione civile fatta sgombrare, secondo le condizioni che fisseranno i Comandanti supremi delle Armate delle Potenze alleate sulle varie fronti.
8. - I malati ed i feriti non trasportabili saranno curati per cura del personale austro - ungarico che sarà lasciato sul posto con il materiale necessario.
II. CLAUSOLE NAVALI
I. - Cessazione immediata di ogni ostilità sul mare e indicazioni precise del posto e dei movimenti di tutte le navi austro-ungariche. Sarà dato avviso ai neutri della libertà concessa alla navigazione delle marine da guerra e mercantili delle Potenze alleate e associate in tutte le acque territoriali, senza sollevare questioni di neutralità.
II. - Consegna agli Alleati e agli Stati Uniti di 15 sottomarini austro - ungarici costruiti daI 1910 aI 1918 e di tutti i sottomarini germanici che si tro vano, o che possono venirsi a trovare, nelle acque territoriali austro-ungariche. Disarmo completo e smobilitazione di tutti gli altri sottomarini austro-ungarici, che dovranno restare sotto la sorveglianza degli Alleati e degli Stati Uniti.
III. - Consegna agli Alleati e agli Stati Uniti d’America, con il loro armamento ed equipaggiamento completo, di 3 corazzate, 3 incrociatori leggeri, 9 caccia torpediniere, 12 torpediniere, 1 nave posamine, 6 monitori del Danubio, che verranno designati dagli Alleati e dagli Stati Uniti d’America. Tutte le altre navi da guerra di superficie (comprese quelle fluviali) dovranno essere concentrate nelle basi navali austro-ungariche che saranno determinate dagli Alleati e dagli Stati Uniti, e dovranno essere smobilitate e disarmate completamente e poste sotto la sorveglianza degli Alleati e degli Stati Uniti.
IV. - Libertà di navigazione di tutte le navi delle marine da guerra e mercantili delle Potenze alleate e associate nell’Adriatico, comprese le acque territoriali, sul Danubio e suoi affluenti in territorio austro - ungarico. Gli Alleati e le Potenze associate avranno il diritto di dragare tutti i campi di mine e distruggere le ostruzioni, il cui posto dovrà essere loro indicato. Per assicurare la libertà di navigazione sul Danubio, gli Alleati e gli Stati Uniti potranno occupare o smantellare tutte le opere fortificate o di difesa.
V. - Continuazione del blocco delle Potenze alleate e associate nelle condizioni attuali: le navi austro-ungariche trovate in mare restano soggette a cattura, salvo le eccezioni che saranno concesse da una Commissione che sarà designata dagli Alleati e dagli Stati Uniti.
VI. - Raggruppamento ed immobilizzazione, nelle basi austro - ungariche determinate dagli Alleati e dagli Stati Uniti, di tutte le forze aeree navali.
VII. - Sgombero di tutta la costa italiana e di tutti i porti occupati dall’Austria - Ungheria fuori del suo territorio nazionale e abbandono di tutto il materiale della flotta, materiale navale, equipaggiamento e materiale per via navigabile di qualsiasi specie.
VIII. - Occupazione per parte degli Alleati e degli Stati Uniti delle fortificazioni di terra e di mare e delle isole costituenti la difesa di Pola, nonchè dei cantieri e dell’arsenale.
IX. - Restituzione di tutte le navi mercantili delle Potenze alleate ed associate trattenute dall’Austria - Ungheria.
X. - Divieto di ogni distruzione di navi e di materiali prima dello sgombero, della consegna o restituzione.
XI. - Restituzione, senza reciprocità, di tutti i prigionieri di guerra delle marine da guerra e mercantili delle Potenza alleate e associate in potere dell’Austria - Ungheria. I plenipotenziari sottoscritti, regolarmente autorizzati, dichiarano d’approvare le condizioni sopra indicate.
3 Novembre 1918