4 Novembre, 1918

Pace sul fronte italiano

Alle 12:00 di lunedì 4 novembre 1918 viene pubblicato il bollettino numero 1268, firmato dal Generale Armando Diaz: la guerra sul fronte italiano è finita, l’Italia ha sconfitto il suo avversario diretto. Ora tra gli Alleati e la vittoria resta solo la Germania, il lavoro non è finito, neanche per Roma. A ricordarlo è l’Agenzia Stefani: «La Germania resta in piedi, la maggiore e più sanguinosa responsabile della guerra. [...] Gli Alleati continueranno uniti e compatti nella loro opera di giustizia, fino a quando la vittoria sarà compiuta e i nobili scopi per cui combattiamo saranno pienamente raggiunti. In questa fase finale e decisiva l'Italia terrà ferma il suo posto d'onore».
Quando alle 15:00 cessano le ostilità, il Regio esercito ha liberato quasi tutto il Friuli Venezia Giulia; è sbarcato a Lissa, a Fiume, a Zara, ad Antivari e sulle isole dalmate. Fiume è un caso particolare: la città non viene occupata, è sceso solo l’Ammiraglio Rainer per «difendere gli interessi degli italiani»; l’amministrazione jugoslava non fa obiezioni. Sì, ma Fiume è in mano ai croati, che scatenano un incidente diplomatico, si scusano, ma intanto si organizzano, raccogliendo armi e uomini.

 Alla fine della fiera, l’offensiva di Vittorio Veneto è costata tanto agli italiani, ma i prigionieri contati finora sono 300.000, cifra destinata a salire fino a 426.000. Al di là dei meriti militari, l’ultima battaglia è stata decisa dalle condizioni dei due eserciti: gli italiani ne avevano ancora, gli altri no; alla prima crepa è venuto giù tutto.

Se la nostra offensiva si è chiusa, quella Alleata sul fronte occidentale cambia marcia ed entra nel vivo. I tedeschi si sforzano di essere un osso il più duro possibile da rosicchiare. Mine e trappole esplosive sono disseminate ovunque, in ogni villaggio, su ogni strada. E la pioggia è una costante, novembre è una stagione da sempre difficile per le operazioni militari. Lo ammette anche Lloyd George a Parigi: «Non abbiamo mai perso tanti uomini come in questi giorni». Tra i caduti del giorno c’è Wilfred Owen, poeta della guerra. Gli Alleati però avanzano su tutto il fronte, dal Belgio alla Meuse.

Avanzano come le idee rivoluzionarie in Germania. Da Kiel si stanno diffondendo ad Amburgo, a Lubecca e in generale in tutto il Paese. Ma è Kiel l’epicentro. Ai rivoltosi si sono aggiunti i soldati della guarnigione e altri marinai: la forza raggiunta oscilla tra i 20.000 e i 30.000 uomini; il rosso è sempre più il colore dominante.
Del resto Berlino si è appena accorta del traffico di manifesti rivoluzionari portati nel paese dai corrieri diplomatici russi. Uno dei manifesti è firmato “Gruppo Spartaco”. Il Governo richiama l’Ambasciatore e chiede a Mosca di fare altrettanto.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Il Consiglio superiore di guerra di Versailles termina i suoi lavori col completo accordo fra tutti i membri che vi hanno partecipato.
  • Il Consiglio di Stato austriaco pubblica un manifesto al popolo tedesco dell'Austria: espone i pericoli politici ed economici del paese ed esorta tutti ad arruolarsi per difendere le vite e le proprietà dei cittadini e salvaguardare le nuove libertà. Con un altro manifesto annuncia che si è capitolato di fronte al nemico perché l'Austria tedesca, non avendo più esercito, non poteva continuare la guerra al fianco dell’Impero tedesco, a cui però è legata da vincoli d'amicizia.
  • Una nota ufficiosa dell’Agenzia Stefani afferma l'importanza del successo italiano, ma aggiunge: “Poiché resta in piedi l'avversario sul quale ricade la maggiore e più sanguinosa responsabilità della guerra, la Germania, [...] gli Alleati continueranno uniti e compatti nella loro opera di giustizia, fino a quando la vittoria sarà compiuta e i nobili scopi per cui combattiamo saranno pienamente raggiunti. In questa fase finale e decisiva, l'Italia terrà fermamente il suo posto d'onore”.

  • Il Governo tedesco pubblica un manifesto al popolo, invitandolo ad aiutarlo a superare questi difficili momenti e le loro conseguenze.
  • Avendo scoperto che i corrieri diplomatici russi trasportano a Berlino manifesti rivoluzionari, il Governo tedesco richiama dalla Russia il proprio rappresentante e chiede al Governo russo il richiamo del suo.
  • Da Kiel la rivoluzione si diffonde ad Amburgo, Lubecca, ecc.
  • Gli U.S.A. riconoscono l’Armata polacca come autonoma e co-belligerante e, di conseguenza, l’indipendenza del nuovo Stato polacco.
  • A Zara una torpediniera italiana approda per sbarcare un piccolo corpo d'avanguardia. Il Consiglio comunale, deposto dal Governo austro-ungarico, è rimesso nelle sue funzioni. 

Fronte occidentale

  • Grande offensiva anglo-francese su un fronte di circa 50 km. da oriente della Schelda a Valenciennes, fino a Guise e all’Oise. Raggiunta a est di Le Quesnoy la metà strada verso la foresta di Mormal; passate Landrecies e la Sambre e attraversato il canale Sambre-Oise. 10.000 prigionieri e 200 cannoni catturati.
  • Il secondo corpo d'armata italiano partecipa vittoriosamente all'offensiva degli Alleati sul fronte francese.
  • I francesi raggiungono Le Chesne sul canale delle Ardenne.
  • Gli americani avanzano verso Stenay, sulla Meuse.
  • I belgi avanzano verso nord-ovest e i sobborghi meridionali di Gand.

Fronte italiano

  • Le ostilità fra Austria-Ungheria e Intesa cessano alle 15:00.
  • Il Comando supremo italiano annuncia che la gigantesca battaglia incominciata il 24 ottobre è finita e che la guerra contro l'Austria-Ungheria è vinta.

Operazioni navali

  • Navi italiane entrano a Fiume e Zara, occupano Rovigno, le isole di Lagosta, Meleda e Curzola e i porti di Dulcigno e Antivari (Montenegro).
  • Navi da guerra italiane entrano nel porto di Fiume accolte dalla popolazione. L'Ammiraglio Rainer sbarca dichiarando di essere venuto a difendere gli interessi della cittadinanza italiana e dell’Italia, ma non scendono a terra né truppe, né marinai. Il Governo jugoslavo non fa opposizione ma nella città, non occupata dagli italiani, spadroneggiano e imperversano i croati.
  • Occupazione italiana dell’Adriatico.

Multimedia

Il Bollettino della Vittoria

Il Generale Armando Diaz legge l'ultimo Bollettino di guerra.

Dal fronte italiano

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO

BOLLETTINO DEL  4 NOVEMBRE 1918

La guerra contro l’Austria-Ungheriache, sotto l’alta guida di S. M. il Re – Duce Supremo – l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse, ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta.
La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte 51 divisioni italiane, 3 britanniche, 2 francesi, una czeco-slovacca ed un reggimento americano contro 73 divisioni austro-ungariche, è finita.
La fulminea arditissima avanzata del 29° corpo d’Armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della Settima Armata e ad oriente da quelle della Prima, Sesta, e Quarta, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria.
Dal Brenta al Torre l’irresistibile slancio della Dodicesima, dell’Ottava, della Decima Armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente.

 Nella pianura S. A. R. il Duca d’Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta Terza Armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute.
L’Esercito austro-ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell’accanita resistenza dei primi giorni e nell’inseguimento; ha perduto quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e presso che per intero i suoi magazzini e i depositi; ha lasciato finora nelle nostre mani circa 300.000 prigionieri con interi stati maggiori e non meno di 5000 cannoni.
I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo, risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.

BOLLETTINO DELLE ORE 16:00 - In base alle condizioni dell'armistizio stipulato tra i plenipotenziari del Comando Supremo del R. Esercito Italiano, in nome di tutte le Potenze Alleate e degli Stati Uniti d'America, e i plenipotenziari dell'Imperiale e Reale Comando Supremo austro-ungarico, le ostilità per terra, per mare e per aria, su tutti i fronti dell' Austria-Ungheria sono state sospese alle ore 15 di oggi, 4 novembre.

Firmato: DIAZ

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori