“La Germania ha preso fuoco”
Clamorosa. Il 6 novembre l’avanzata Alleata sul fronte occidentale ha un ruolino da schiacciasassi: divora tutto, dalla Schelda alla Meuse; l’Intesa marcia verso Mons, Maubeuge e Avesnes, gli americani si avvicinano a Sedan. Ora lo tsunami corre troppo veloce per avere la certezza di arginarlo al confine. La Germania non ha più tempo, deve decidere ora, o in una manciata di giorni rischia l’invasione. C’è poco da fare, i plenipotenziari tedeschi lasciano Berlino e si dirigono al fronte, hanno l’ordine di presentarsi alle forze dell’Intesa e chiedere l’armistizio.
C’è poco da fare anche perché l’Impero non può più attingere alla volontà interna. L’insurrezione di Kiel e Amburgo si estende a tutto il nord del Paese. A Brema e Colonia si spara in strada, si uccide, si aprono le carceri, si saccheggia. A Mosca Lenin se ne compiace, in questo momento le sue previsioni, le sue speranze, sembrano avverarsi: «La Germania ha preso fuoco».
Nel frattempo l’Italia prende in carico le regioni dell’ex Impero asburgico. «Le notizie dalle terre redente narrano tutte scene deliranti di entusiasmo. […] Non c’è più un bersagliere che abbia una piuma».
A Bolzano, tra militari sbandati e istituzioni compromesse, sono gli stessi austriaci a chiedere l’intervento italiano a tutela dell’ordine pubblico. E fanno bene, perché nel Tirolo salisburghese due battaglioni bavaresi non solo hanno varcato il confine, ma si sono anche impossessati della linea ferroviaria.
Ma è la costa adriatica l’obiettivo principale di Roma. Dopo Pola, gli italiani sbarcano a Sebenico, come da accordi. Certo, ma vallo a spiegare agli jugoslavi. Non parliamo di sfere ufficiali, ma tra gli esuli a Parigi circola una mozione di protesta: «Non esiste nessun esercito nemico, l’occupazione italiana non è necessaria. […] Nessuna volontà internazionale potrebbe farci accettare una seconda schiavitù. Si impedisca alla nostra alleata di occupare militarmente i nostri porti e le nostre province, aperte all'Intesa e pronte a risolvere ogni possibile confitto con il plebiscito, o con l'arbitraggio». L’appello sarebbe coerente ai principi wilsoniani.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Praga: il Console generale tedesco si presenta al Consiglio nazionale cecoslovacco dichiarando che il Governo tedesco riconosce lo Stato cecoslovacco indipendente e sarà lieto di accogliere a Berlino l’Ambasciatore del nuovo Stato.
- In conseguenza dell’incidente dei manifesti rivoluzionari importati in Germania dai corrieri diplomatici russi, l’Ambasciatore russo Joffe parte da Berlino con il personale dell’ambasciata.
- In seguito ad alcuni indizi, che potrebbero far temere disordini a Zurigo nell'anniversario della rivoluzione russa, la Svizzera decide di disporre la mobilitazione di due reggimenti di fanteria e due brigate di cavalleria a scopo puramente precauzionale.
- Da Vienna si comunica che l’Imperatore Carlo ha nominato il Generale Kövess Comandante supremo dell'esercito.
- Un gruppo di emigrati jugoslavi a Parigi vota una mozione di protesta contro la penetrazione dei corpi di spedizione italiani nelle province adriatiche della Jugoslavia.
- Re Pietro di Serbia rientra a Belgrado.
- Nasce il Direttorio della Repubblica polacca con sede a Cracovia.
- Gli U.S.A. promettono di esercitare la loro influenza per assicurare i diritti politici e territoriali della Romania.
- I delegati tedeschi per l’armistizio partono da Berlino per il fronte occidentale.
- Alcune decine di marinai giunti da Brema a Colonia provocano ammutinamenti fra le truppe, che aprono le carceri e disarmano i soldati di guardia. I magazzini sono saccheggiati, nelle vie avvengono scontri sanguinosi. L'ordine è ristabilito da una guardia di 4.000 cittadini.
- Pubblicazione dei termini dell’armistizio con l’Austria-Ungheria.
Fronte occidentale
- I britannici avanzano verso Mons, Maubeuge e Avesnes.
- Ritirata generale tedesca dalla Schelda alla Meuse.
- I francesi sono fra l’Oise e l’Aisne e catturano Vervins e Rethel sull’Aisne.
Fronte italiano
- Il bollettino del Comando supremo italiano annuncia che alle 15:00 del 4 novembre, ora in cui per l'armistizio si sono sospese le ostilità, le truppe italiane avevano raggiunto Sluderno in Val Venosta, il passo della Mendola e la stretta di Salorno in Val d'Adige, Cembra in Val d'Avisio, Levico in Val Sugana, Fiera di Primiero, Pontebba, Plezzo, Tolmino, Gorizia, Cervignano, Aquileia, Grado.
- Gli austriaci chiedono l'intervento delle truppe italiane a Bolzano a tutela della popolazione contro le truppe ungheresi in ritirata.
- Due battaglioni bavaresi entrano nel Salisburghese e, rifiutandosi le autorità austriache di fornire loro i treni, occupano la stazione e la linea ferroviaria. Il Consiglio nazionale protesta per iscritto.
Operazioni navali
- Due torpediniere italiane con due compagnie da sbarco approdano a Sebenico.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 6 NOVEMBRE 2018
Alle ore 15 del 4 novembre le nostre truppe avevano raggiunto Sluderno (Schluderns) in Val Venosta (Alto Adige), il Passo della Mendola e la stretta di Salorno in Val d’Adige, Sembra (Val d’Avviso) Levico in Valsugana, Fiera di Primiero, Pontrebba. Plezzo, Tolmino, Gorizia, Cervignano, Aquileja, Grado.
Sono in corso i movimenti stabiliti dalle clausole dell’armistizio con l’Austria-Ungheria.
Nella giornata di ieri nessun avvenimento di guerra.
Firmato: DIAZ