25 Dicembre, 1914

La tregua di Natale

Non è sempre Natale. Il 25 dicembre i soldati al fronte combattono da quasi cinque mesi. Ne hanno viste tante, troppe. Nasce una tregua spontanea, non ufficiale. Dalle trincee sbucano arrangiati alberi di Natale; a volte si leva qualche coro. In più di un’occasione si arriva a fraternizzare con il nemico, nella terra di nessuno. Una stretta di mano, un baratto, sigarette per caffè, o altro; due tiri a pallone, perché quella è una lingua universale e piace proprio a tutti. Nessuno spara: è la “Tregua di Natale”, episodio più unico che raro.
Viene descritta dal sottotenente britannico Dougan Chater in una lettera a casa: «Gli uomini sono andati avanti e indietro a loro piacimento, facendo provviste di paglia e legna da ardere. Alcune squadre miste hanno provveduto a seppellire i morti, nostri e tedeschi, che si trovavano sul terreno fra le due linee del fronte».
Già, non sarà sempre Natale.
Mentre il Kaiser Guglielmo II fa la sua comparsata in pompa magna a Douai, a bordo della sua limousine nera, Cuxhaven viene bombardata dall’aviazione britannica.

I danni sono irrisori, ma il raid è “la prima volta” di navi portaerei, innovazione non da poco. E in Polonia l’esercito tedesco viene respinto al di là del Bzura. Ahi, Varsavia è un po’ più lontana.
Per i russi sono giorni di fuoco: gli austro-ungarici vengono sconfitti a Tarnow; intanto al confine armeno la battaglia di Sarikamiş si avvicina al suo apice, molto violenti gli scontri di Ardahan.

È sempre difficile, ma ci si dovrebbe preoccupare di più dei prigionieri. Da Pietrogrado ne vantano circa 360.000 e tutti vivono le stesse misere condizioni: fame, freddo, malattie; morire è troppo facile. Sia chiaro, non è solo un problema russo, succede ovunque. In Germania la razione giornaliera è improponibile: «Un chilo di pane nero ogni dieci uomini e una brodaglia di farina di patate e fagioli».
E poi c’è il tifo.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Tregua di Natale: in varie zone del fronte delle Fiandre soldati tedeschi e britannici si incontrano spontaneamente nella terra di nessuno per fraternizzare e celebrare insieme il Natale, in una tregua non ufficiale.
  • Guglielmo II entra in pompa magna, con la sua limousine nera, a Douai.

Fronte orientale

  • Polonia: i tedeschi vengono respinti oltre il fiume Bzura.
  • Galizia: austro-ungarici sconfitti a Tarnow; finisce l’offensiva austro-tedesca.

Fronte asiatico ed egiziano

  • Armenia, battaglia di Sarikamis: la controffensiva turca contro i russi nel Caucaso raggiunge il suo apice.
  • Inizia la battaglia di Ardahan.

Operazioni navali

  • Le navi da guerra tedesche a Cuxhaven vengono bombardate da un idrovolante della Marina inglese, supportato dagli inglesi H.M.S. “Arethusa” e “Undaunted”.

Parole d'epoca

Tom

Lettera alla sorella Janet

«Giorno di Natale 1914.
Janet, sorella cara,
sono le due del mattino e la maggior parte degli uomini dormono nelle loro buche, ma io non posso addormentarmi se prima non ti scrivo dei meravigliosi avvenimenti della vigilia di Natale.
In verità, ciò che è avvenuto è quasi una fiaba, e se non l’avessi visto coi miei occhi non ci crederei. Prova a immaginare: mentre tu e la famiglia cantavate gli inni davanti al focolare a Londra, io ho fatto lo stesso con i soldati nemici qui nei campi di battaglia di Francia!
Come ti ho già scritto, negli ultimi giorni ci sono stati pochi combattimenti gravi. Le prime battaglie hanno fatto tanti morti, che entrambe le parti si sono trincerate, in attesa dei rincalzi. Sicché per lo più siamo rimasti nelle trincee ad aspettare.
Ma che attesa tremenda! Ci aspettiamo ogni momento che un obice d’artiglieria ci cada addosso, ammazzando e mutilando uomini. E di giorno non osiamo alzare la testa fuori dalla terra, per paura del cecchino.


E poi la pioggia: cade quasi ogni giorno. Naturalmente si raccoglie proprio nelle trincee, da cui dobbiamo aggottarla con pentole e padelle. E con la pioggia è venuto il fango, profondo un piede e più. S’appiccica e sporca tutto, e ci risucchia gli scarponi. Una recluta ha avuto i piedi bloccati nel fango, e poi anche le mani quando ha cercato di liberarsi…»

«Con tutto questo, non potevamo fare a meno di provare curiosità per i soldati tedeschi di fronte noi. Dopo tutto affrontano gli stessi nostri pericoli, e anche loro sciaguattano nello stesso fango.
E la loro trincea è solo cinquanta metri davanti a noi. Tra noi c’è la terra di nessuno, orlata da entrambe le parti di filo spinato, ma sono così vicini che ne sentiamo le voci.
Ovviamente li odiamo quando uccidono i nostri compagni. Ma altre volte scherziamo su di loro e sentiamo di avere qualcosa in comune. E ora risulta che loro hanno gli stessi sentimenti.
Ieri mattina, la vigilia, abbiamo avuto la nostra prima gelata. Benché infreddoliti l’abbiamo salutata con gioia, perché almeno ha indurito il fango. Tutto era imbiancato dal gelo, mentre c’era un bel sole: clima perfetto per Natale.

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori