Sacrificata Belgrado
Nel teatro balcanico l’esercito austro-ungarico avanza ancora; la Serbia affronta il peggior momento dall’inizio del conflitto e il 29 novembre ordina l’evacuazione di Belgrado. È una decisione dolorosa: abbandonare la vecchia e storica capitale non è facile, ma provare a difenderla sarebbe un suicidio. C’è poco da fare, i padroni di casa non riescono a respingere gli invasori, soffrono e arretrano.
Sul fronte occidentale si registra qualche successo Alleato: eventi locali, circoscritti, parliamo di pochi metri, ma nelle Argonne l’esercito francese ha completato il recupero di tutti i territori persi tra settembre e ottobre. Bene, ma c’è anche un’altra chiave di lettura: gli ultimi due mesi di guerra sono stati quindi inutili, si è tornati al punto di partenza. Sembra quasi un grande e brutale gioco dell’oca: lanci i dadi, due passi avanti, salti un turno, torni indietro.
I tedeschi rispondono con un violento attacco nella regione di Ypres: vengono ancora respinti, per ora non si passa.
Gli Alleati hanno un altro problema da risolvere: la Germania ha portato i suoi sottomarini fino alla costa di Le Havre, minacciando una delle principali “autostrade” marittime.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Re Giorgio V lascia l’Inghilterra per una visita alle armate in Francia.
Fronte occidentale
- Ypres: respinto un forte attacco tedesco.
- Argonne: i francesi completano il recupero di tutti i territori presi dai tedeschi dal 15 settembre al 21 ottobre.
Fronte orientale
- Polonia: i tedeschi bombardano Lodz.
Fronte meridionale
- Serbia: comincia l’evacuazione di Belgrado da parte dei serbi.
Operazioni navali
- Sottomarini tedeschi appaiono vicino a Le Havre.