21 Ottobre, 1916

Assassinato Karl von Stürgkh

L’Hotel Meissl & Schadn, nel centro di Vienna, è un esclusivo ritrovo della capitale asburgica; il suo ristorante è spesso frequentato da una clientela di un certo livello. Il 21 ottobre Friedrich Adler attraversa a passo svelto la sala da pranzo. Tiene la mano in tasca e si muove deciso verso un tavolo da tre. È da poco passata l’una del pomeriggio e Karl von Stürgkh, Primo Ministro austriaco, ha appena finito di mangiare. Adler lo raggiunge, estrae il revolver e spara tre colpi a bruciapelo: uno va a vuoto, ma gli altri centrano il bersaglio e quello alla testa lo fredda all’istante. In sala sono presenti anche dei militari, l’attentatore viene subito disarmato e consegnato alle autorità. L’omicidio del Premier Stürgkh, in pieno giorno, è solo la punta dell’iceberg del malcontento austro-ungarico. Neanche una settimana prima la Zeitung scriveva: «Si deve rovesciare Stürgkh, non si può lasciar fermentare il veleno accumulato nel Paese. Il Primo Ministro ha condotto l’Austria sull’orlo del precipizio. Se la Camera non fosse convocata, sarebbe un dovere patriottico unirsi tutti per eliminare il Gabinetto». Ecco, l’uso del verbo “eliminare” non è mai un buon segno.

Karl von Stürgkh, apprezzato dall’Imperatore Francesco Giuseppe, esercitava il potere con marcato assolutismo: aveva accantonato buona parte dei diritti civili, inasprendo la repressione politica. Molti oppositori, deputati compresi, erano finiti in carcere, qualcuno era stato persino condannato a morte. Il Parlamento viennese si era riunito per l’ultima volta ben prima della guerra. Democrazia, no grazie.
Friedrich Adler, l’assassino, è un leader socialista, figlio di un grande leader socialdemocratico, Victor Adler.
La notizia scuote gli Imperi centrali. Che nella duplice monarchia qualcosa non vada è evidente. Ora bisogna decidere quale strada intraprendere: continuare sulla stessa falsariga o riunire la Camera, discutere degli errori con i rappresentanti di tutte le minoranze e rischiare il crac definitivo.

A Berlino i problemi non sono tanto interni, quanto esterni. Il sottosegretario di Stato Zimmermann rilascia un’infuocata intervista diretta a Oslo: «Gli avveduti uomini di Stato norvegesi esamineranno la situazione e si convinceranno di come l’atteggiamento della Norvegia costituisca una deviazione dalla retta via della neutralità. La Norvegia si è riservata l’incarico di vibrare un colpo contro la Germania su una questione dall’importanza vitale per noi. La Germania non può sopportarlo tranquillamente. Facendo certe affermazioni, i media norvegesi mentono». Oslo è accusata di essere il primo Paese neutrale a intralciare volontariamente l’azione dei sottomarini imperiali.

Sui campi di battaglia il fronte più interessante è quello rumeno. I bulgaro-tedeschi si mantengono all’offensiva in Dobrugia, dove catturano Topraisar e Cobadin. I rumeni si ritirano qui come lungo i Carpazi meridionali: verso Törzburg sono ricacciati una ventina di chilometri entro i propri confini, mentre al Passo di Buzău gli eserciti austro-tedeschi ne percorrono una decina oltre la vecchia frontiera.
Sui giornali occidentali le informazioni scarseggiano: «Alcune ricostruzioni sorpassano i limiti del verosimile».

In Italia si parla molto della nuova politica di “austerity”: «Il Governo intende provvedere perché si restringano i consumi non indispensabili, si riducano gli abusi superflui. La vita civile deve essere improntata a condizioni confacenti alla gravità del periodo di guerra». Tra i provvedimenti presi c’è la chiusura anticipata degli esercizi pubblici, per favorire il risparmio energetico e “l’educazione alla parsimonia”. I giornali applaudono l’iniziativa: «Non è questo il momento di spendere tempo e denaro in divertimenti. Anche la vita nazionale deve assumere un volto più serio e adatto alle circostanze».

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • A Vienna il pubblicista Friedrich Adler uccide il Presidente del Consiglio austriaco, Conte Karl von Stürgkh.
  • L’Imperatore Francesco Giuseppe trasmette all’Arciduca Ferdinando il Comando dell’esercito e della flotta.
  • Il Governo tedesco, con note ufficiali e pubbliche dichiarazioni del sottosegretario Zimmermann, fa aperte minacce alla Norvegia, accusandola d’essere il primo paese neutrale a intralciare volontariamente l’azione dei sottomarini tedeschi.

Fronte occidentale

  • I britannici avanzano di mezzo chilometro su un fronte di 4.500 metri fra Schwaben e Le Sars; presi 1.018 prigionieri.

Fronte meridionale

  • Dobrugia: ritirata rumena; i bulgaro-tedeschi prendono Topraisar e Cobadin.
  • Austro-ungarici 10 km. entro i confini rumeni verso Passo Buzău.
  • Sul passo Törzburg gli austro-tedeschi spingono i rumeni una ventina di chilometri oltre la frontiera.

  • A causa del maltempo si interrompono i combattimenti nella regione di Crna (Macedonia).

Operazioni navali

  • Mare del Nord: sottomarino inglese silura un incrociatore tedesco, classe Kolberg.

Parole d'epoca

Pallottole intelligenti

di Elio Nerucci militare, 49° reggimento artiglieria

Dopo pochi giorni rimase ferito il soldato Breschi. Fu molto affortunato: lui poteva lasciare quell'inferno. Piano, piano si fece l'abitudine alla vita di trincea. Dormire per terra quando si aveva un momento di calma. Da mangiare lo portavano la notte, se lungo la strada non venivano colpiti i muli, o i conducenti; altrimenti si saltava il pasto.
Passato un po' di tempo non si pensava più alla vita, tanto ogni momento si vedevano morti e feriti. Così pure io mi feci coraggio e pensavo: "Se arriva una scheggia, o una pallottola intelligente che non mi ferisce gravemente bene; se mi ammazza è almeno finito questo patire".
Dove eravamo non c'era mai calma. Bastava che una vedetta desse l'allarme che ci segnalavano con dei razzi di aprire il fuoco. Quanti colpi ho sparato in quei mesi? Di certo migliaia. Pure il nemico ci sparava contro e molti colpi arrivavano vicino alle nostre piazzole. Spesso qualcuno restava ferito, o moriva. I morti si sistemavano in una piccola buca con una croce, e via avanti col nostro lavoro.

Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano

DAL FRONTE

Sul Monte Pasubio nebbia e neve ostacolarono le operazioni.
Tuttavia compimmo qualche progresso nella zona del Roite e prendemmo prigionieri 32 Kaiserjäger, fra i quali un ufficiale. Sulle falde orientali del Grande Lagazuoi (Vallone di Travenanzes-Boite) infuriando la tormenta, i nostri alpini circuirono una forte posizione nemica, indi con violenta lotta alla baionetta se ne impadronirono. Il presidio nemico restò quasi completamente distrutto. Diciotto superstiti furono presi prigionieri insieme ad abbondante bottino di armi, munizioni e materiali varii. Lungo la rimanente fronte nessun importante avvenimento.
Firmato: CADORNA

 

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori