12 Febbraio, 1917

Apparente passività tedesca

Nessuna battaglia campale, ma gli Alleati approfittano della parziale acquiescenza tedesca per guadagnare metri sul fronte occidentale. Sia ben chiaro: niente regali, le armate del Kaiser non stanno a guardare. La loro non è una ritirata, è un ripiegamento calcolato, ma i contrattacchi di quelle fredde ombre notturne servono perlopiù a proteggere la manovra. Il 12 febbraio le incursioni britanniche a Souchez e a Neuville-Saint-Vaast accompagnano i recenti successi lungo l’Ancre. Si avanza sul terreno screpolato, tra le macerie di casette ridotte come quelle delle bambole, con solo due o tre pareti. E con una presenza costante: le artiglierie. Le batterie di cannoni cercano di nascondersi da occhi indiscreti, si mimetizzano timide, ma hanno la voce grossa e non rinunciano mai a farla sentire. «L’artiglieria è come un fantasma onnipresente, pauroso e terribile. Si muove a lenti passi nell’oscurità, avanza per vie sotterranee sconosciute, si scava una tana infernale in conche nascoste e si manifesta sotto forma di tuono e di lampo, di fiamma e di strage».
Un rigurgito di attività freme anche in Macedonia: i bulgaro-tedeschi attaccano la collina 1.050 nel settore di Paralovo; la difesa italiana non regge bene e perde terreno.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • L’Ambasciatore americano a Berlino Gerard e il suo staff arrivano in Svizzera. Ora sarà il rappresentante del Governo olandese a tutelare gli interessi inglesi in Germania.

Fronte occidentale

  • Un'incursione britannica a est di Souchez frutta 48 prigionieri. Altre incursioni effettuate con successo a Neuville-Saint- Vaast, Loos e Ypres.
  • A sud di Serre nuovi attacchi tedeschi senza successo.

Fronte orientale

  • Vicino Iacobeni (sud della Bucovina) i tedeschi attaccano e prendono le nuove posizioni russe e oltre 1.200 prigionieri.

Fronte meridionale

  • A est di Monastir la Hill 1.050 viene attaccata dai bulgaro-tedeschi, che guadagnano terreno in numerosi punti del fronte difeso dagli italiani.

Parole d'epoca

Il 13esimo Fanteria

di Giuseppe Abate

Dopo una sosta a S. Elia e Polazzo, tutto il Reggimento si portò, la sera deirs Febbraio, nelle trincee di Quota 208 Nord, a destra di Nova-Vas. Vi si stette per 20 giorni, lavorando in costruzione di trincee e reticolati. L'esistenza in quelle insidiatissime trincee era intollerabile. L'umidità dei ricoveri era grande e non mancavano le febbri reumatiche!... Le artiglierie ti- avano.... come al solito!... Gli uccelli però non avevano paura, sfidavano qualunque bombardamento. « A giudicare dalla loro.... serietà, esclamava un soldato di Arezzo, si direbbe che della guerra gli uccelli se ne infischiano davvero!... » Una graziosa capinera un giorno se ne stava, tutta allegra a cantare, non ostante una violentissima salve di shrapnells nemici, sopra un filo telefonico attaccato ad un cespuglio!... Non aveva forse la coscienza del pericolo, comune ai muli ed agli asini delle salmerie. Non per nulla questi sono animali più grossi.... spiegava Gabriele, il filosofo!... Anche a Quota 208 si stava sempre in moto come un arcolaio, si faceva tutto alla rovescia, lavorare e mangiare di notte e dormire di giorno, non c'era orario fisso!... Erano quelli giorni di Carnevale, ma nessuno di noi, vi poneva mente!...

DAL FRONTE

Sulla fronte Tridentina moderata attività delle artiglierie; nuclei di skiatori nemici che tentavano avvicinarsi alle nostre linee sul Pasubio furono dispersi e respinti con poche salve aggiustate. Insistenti duelli d' artiglieria nelle alte valli del But e del Fella; colpimmo la stazione di Tarvia. Nella zona del Vedil (Monte Nero) la sera del 10, dopo intenso lancio di bombe, un riparto nemico irrompeva contro le nostre linee. Prontamente ributtato con violenti corpo a corpo, fu inseguito e distrutto dal nostro fuoco: i pochi superstiti furono presi prigionieri. Sulla cintura collinosa ad oriente di Gorizia nella giornata dell' 11 e nella notte sul 12 violenti attacchi e contrattacchi si alternarono con intensi bombardamenti. Ristabilimmo ovunque interamente le nostre linee e ricacciammo l' avversario, infliggendogli gravissime perdite e prendendogli più di 100 prigionieri, fra i quali 4 ufficiali. Il tempo sereno favorì l' attività aerea. Nostri velivoli bombardarono con visibili effetti la stazione ferroviaria di Opcina. Una squadriglia nemica lanciò bombe sul Vallone (Carso) senza far vittime nè danni. Altri due velivoli tentarono un' incursione su Udine, subito respinti dal fuoco delle nostre artiglierie controaeree e da nostri aviatori in caccia. Dopo ardito e brillante combattimento nel cielo della città, uno dei velivoli nemici fu abbattuto, e due aviatori feriti e presi prigionieri.

Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori