Arrestata Mata Hari
Due giorni fa Berlino aveva tentato di riaprire i negoziati con Washington, la condizione tedesca era: “Il blocco non si tocca”. Wilson risponde e la condizione americana è: “Rimangiatevi la guerra sottomarina indiscriminata, o non ci mettiamo neanche a sedere”.
Addio accordo, ognuno per la sua strada e “che sarà, sarà”.
La Germania non è riuscita a guadagnare tempo, ma ha fornito un minimo di combustibile al movimento pacifista statunitense. Poca roba, ma meglio di niente.
Come la risposta americana, si è fatta attendere anche la protesta dei regni scandinavi a Berlino, ma alla fine è arrivata: Svezia, Norvegia e Danimarca esprimono riserve sul “nuovo” indirizzo tedesco. Tra tutte è forse la nota meno aspra, probabilmente l’unica ad accennare anche alle infrazioni dell’Intesa.
L’argomento “guerra sottomarina” è caldo anche a Londra. Alla Camera dei Lord il Conte Lytton parla a nome dell’Ammiragliato: «In meno di quindici giorni le nostre contromisure hanno già dato frutti notevoli».
Vero, i numeri del naviglio affondato non sono schizzati alle stelle, ma andrebbero snocciolati almeno un paio di dettagli: primo, molte imbarcazioni sono rimaste in porto in attesa di ordini; secondo, la Germania aveva dato un teorico margine di tempo per far uscire la flotta neutrale dalle zone a rischio. La bontà delle precauzioni Alleate si dovrà giudicare più in là.
E intanto i costi della guerra continuano a salire, un’impennata senza fine.
Il 13 febbraio è però una data particolare per ben altro motivo: a Parigi il controspionaggio francese arresta la quarantunenne olandese Margaretha Geertruida Zelle, ma la Storia la ricorda come Mata Hari, dopo James Bond la più celeberrima e affascinante spia di sempre. Lei è diversa, il suo destino è diverso, come capita alle persone speciali; a unire i puntini viene spesso fuori una figura coerente. È nata bronzea di carnagione, con i capelli nerissimi, di un nero profondo, scuro come i suoi occhi. Ha un’innata bellezza esotica, orientale, da mille e una notte; è fuori contesto nell’Olanda bionda con gli occhi azzurri. Ed eccolo il primo scherzo di un destino curioso: la sposa e la porta proprio in oriente, in Indonesia, a Giava. Qui la sua esistenza viene travolta dalle movenze, dal ritmo e dalla passionalità delle danze locali. Con la vita fa un po’ a pugni, ma tornata in Europa diventa una Star con la “S” maiuscola. Lei vive per le luci della ribalta e in breve conquista il pubblico e soprattutto i cuori di tutto il continente. Femme Fatale come pochissime, è una danzatrice magnetica, o, più volgarmente, una spogliarellista, una cortigiana. Sì, ma i suoi spettacoli vanno così forte da farla esibire in un museo, come fosse un gioiello, e in un teatruccio di Milano: La Scala. È una regina, ha tutta la fama e tutti gli amanti desiderati. Ma resta intrappolata nella “Belle Époque” e, forse, in un mondo tutto suo, un mondo diverso e lontanissimo dalla realtà. Intanto ha cambiato nome, perché una così non può chiamarsi Margaretha Geertruida Zelle, meglio qualcosa di orientale, qualcosa come Mata Hari, grossomodo “Occhio dell’alba”. Già, ecco un’altra bizza del destino: lei, una spia, un occhio indiscreto per definizione, viene arrestata proprio al sorgere del sole, verso le sette del mattino. È accusata di spionaggio: tutto vero. A corto di soldi e nostalgica della bella vita ha accettato di lavorare per i tedeschi; agente H21. Il problema è che, già sospettata, accetta anche l’offerta francese. E se fare la spia è rischioso, fare il doppiogioco lo è in maniera esponenziale. Alla fine i tedeschi la bruciano e i francesi non si fidano abbastanza da salvarla. È finta: la aspettano il carcere, il processo, la condanna a morte e l'immortalità.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Presidente Wilson rifiuta di negoziare con la Germania a meno che non venga ritirata la proclamazione della guerra sottomarina senza restrizioni.
- I Governi danese, norvegese e svedese protestano formalmente con note identiche contro le disposizioni marittime degli Imperi centrali e fanno tutti le loro riserve per le eventuali perdite umane e i danni.
- Dall’Ammiragliato Lord Lytton afferma che le contromisure adottate contro la minaccia dei sottomarini sono già da considerare un notevole successo.
- Lord Milner afferma a Pietrogrado che è stato fatto molto per migliorare la cooperazione fra le nazioni dell’Intesa.
Fronte occidentale
- Un'incursione britannica a nord-est di Arras frutta 40 prigionieri.
- I britannici catturano un'importate postazione a sud-est di Grandcourt (Ancre).
Fronte orientale
- Respinto il contrattacco russo vicino Iacobeni.
Operazioni navali
- Riportato l’affondamento dell’ “Afric”, una nave di 12.000 tonnellate della linea marittima White Star.
Parole d'epoca
Diario di Guerra 1915 - 1918
di Don Andrea Balestrazzi
A Bassano per servizio.Sento una voglia matta di andare a casa e sono appena 15 giorni che sono tornato. Con quale dolore si risale la via del Brenta!
DAL FRONTE
Sulla fronte Tridentina maggiore attività delle artiglierie al Passo del Tonale, sulle pendici occidentali di Zugna (Valle Lagarina) e nelle alte valli di Travignolo e del Cordevole. In Vallarsa e alla testata del torrente di Coalba (riva destra della Brenta) furono ricacciate irruzioni nemiche contro le nostre linee. Nell' Alto But insistenti azioni delle artiglierie, le nostre incendiarono un baraccamento del nemico sul rovescio del Pal Piccolo. Sul Carso un improvviso concentramento di fuoco contro le nostre posizioni di Quota 144 fu fatto cessare dal pronto intervento delle nostre artiglierie. Velivoli nemici lanciarono bombe su Cervignano e su minori località del basso Isonzo, uccidendo 3 donne e 1 bambino.
Firmato: CADORNA