4 Ottobre, 1918

Il gran passo di Berlino

«Al fine di evitare ulteriori spargimenti di sangue, il Governo tedesco chiede la conclusione immediata di un armistizio per terra, per mare e per aria»Max del Baden debutta così come Cancelliere. Berlino guarda in faccia la realtà e affida alla Svizzera una nota per Washington. Chiede il cessate il fuoco e l’immediato invio di plenipotenziari per negoziare la pace. Come base di partenza sono più o meno accettati i quattordici punti esposti da Wilson al Congresso l’8 gennaio.
Il passo diplomatico è imitato da Costantinopoli e Vienna, «che ha sempre combattuto una guerra difensiva e ha più volte manifestato la sua disponibilità a terminare l’eccidio, per raggiungere una pace giusta e onorevole».
Ora bisogna informare i Parlamenti e attendere i tempi tecnici dell’epoca per la risposta; ci vorrà qualche giorno.
Alla Camera austriaca si rischia ogni istante di venire alle mani. La conflittualità è insostenibile. Il Premier Hussarek si sforza di lavorare al federalismo, ma non lo ascolta nessuno, è come parlare al muro.

 E non dimentichiamoci dei Balcani. La Bulgaria è fuori, Ferdinando abdica in favore del figlio Boris, ma la guerra non è finita. Gli Alleati non si fermano e marciano verso nord, ricacciando indietro gli austro-ungarici nella Serbia meridionale e in Albania.

Sul fronte occidentale l’Intesa avanza ovunque e continua a scardinare pezzo per pezzo la linea Hindenburg; le brecce si allargano. I tedeschi gettano nella mischia ogni uomo, ogni riserva a disposizione. La tragedia cresce di pari passo.
Il 4 ottobre gli Alleati entrano a Lens. Non c’è molto da vedere, dopo quattro anni di guerra e occupazione sono crollate anche le macerie delle macerie.
Nella Champagne i franco-americani si consolidano a Challerange. Qui si incrociano due importanti ferrovie regionali. Il prossimo obiettivo è Grandpré, chiave strategica della valle dell’Aire.
Per gli yankee la battaglia più dura resta quella delle Argonne. In quei boschi sudano sette camicie per ogni progresso. Oltre 500 uomini sono isolati da almeno ventiquattr’ore dietro le linee tedesche, senza rifornimenti; lo chiamano “il battaglione perduto”. E siccome sono rintanati in territorio nemico, non ci sono solo i tedeschi a sparargli addosso, sono sotto il fuoco della stessa, ignara, artiglieria Alleata. Il Maggiore Charles Whittlesey ha già perso circa 300 uomini e la loro unica speranza è riuscire a comunicare con le forze americane, almeno per indicare la loro posizione e far cessare il fuoco amico. Per farlo ha già inviato un piccione viaggiatore: abbattuto. Parte il secondo: abbattuto anche lui. Ne resta uno, anzi una: “Chère Amie”. Si alza in volo e per un po’ riesce a schivare le pallottole tedesche, ma diradatasi la boscaglia “Bang!”, schiantata al suolo. È finita. E invece no, perché Chère Amie, ferita al petto, all’occhio e senza una zampetta, riparte e porta il messaggio. I medici riusciranno a salvarle la vita, come lei la salvò ai meno di 200 superstiti del battaglione perduto. Tornerà in America da eroina.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Gli Imperi centrali chiedono l’armistizio al Presidente Wilson.
  • Il Principe Max del Baden ufficialmente Cancelliere tedesco.
  • Ferdinando di Bulgaria abdica, gli succede suo figlio Boris, che firma il decreto per la smobilitazione dell’armata bulgara.
  • Si annuncia che a Washington i rappresentanti degli Stati del centro Europa, aderenti agli Alleati, hanno creato una federazione col nome: “Unione democratica del Centro Europa” per favorire i comuni interessi.
  • Gran Bretagna: annunciate le cifre dei prigionieri.

Fronte occidentale

  • Britannici e francesi combattono duramente da Saint-Quentin a Cambrai.
  • Gli americani attaccano a ovest della Meuse e guadagnano terreno a nord-est della foresta delle Argonne.
  • Francesi e americani aumentano il guadagno in Champagne.
  • I cannoni tedeschi vengono rimossi dalla costa delle Fiandre.

Fronte orientale

  • Il Generale Ironside prende il comando delle truppe Alleate ad Arcangelo.

Fronte italiano

  • Duri scontri nella regione del Monte Grappa.

Fronte meridionale

  • I francesi e i serbi respingono gli austro-ungarici nella regione di Vranje, mentre francesi e italiani li respingono in Albania.
  • Le truppe greche occupano Serres e Sidirokastro.

Operazioni navali

  • Il piroscafo giapponese “Hirano Maru” viene silurato al largo della costa irlandese: 292 morti.

Dal fronte italiano

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO

BOLLETTINO DEL 4 OTTOBRE 1918

Nelle Giudicarie colpi di mano di nostre pattuglie in fondo alla Valle dell’Adanà nei pressi di Creto e sul contrafforte sud-occidentale di Monte Mozzolo, costrinsero ieri il nemico a ripiegare dai suoi appostamenti avanzati, lasciando morti sul terreno e qualche prigioniero nelle nostre mani.
Stamane, nella regione del Grappa, riparti d’assalto, penetrati con ardita incursione nei trinceramenti avversari intorno alla vetta del Monte Pertica impegnarono vivace lotta col presidio e, inflittegli gravi perdite, rientrarono nelle nostre linee con una trentina di prigionieri e con 5 mitragliatrici.
Riparti avversari venenro fugati in Val Daone da nostri nuclei usciti ad affrontarli, e, presso Mori, dai posti avanzati.
Saltuarie vivaci azioni delle artiglierie in Val d’Astico, sull’Altipiano di Asiago e lungo il Piave.
Reciproca notevole attività aerea. Tre velivoli avversari vennero abbattuti in combattimento.


ALBANIA - Su tutta la fronte tra il mare e la montagna di Tomorica è continuata nella giornata del 3 la marcia in avanti delle nostre truppe. All’ala sinistra una colonna, varcato il Semeni, ha avanzato celeremente attraverso la piana del Muzakja su Ljusna, importante centro logistico del nemico. All’ala destra altre colonne, occupata Berat, puntano nella direzione di Elbassan, lungo la valle del Devoli.

Firmato: DIAZ

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori