L’ultima offensiva
Il giorno dell’Italia è arrivato, è il 24 ottobre. Diaz ha subito un enorme problema al cuore del suo piano: il previsto sfondamento sul Piave non è plausibile; le piogge torrenziali hanno ingrossato il fiume, la piena non lascia scampo. Ma non si può rimandare, anche il Presidente del Consiglio Orlando morde il freno: se l’Austria-Ungheria implodesse prima di una vittoria italiana, perderemmo peso al tavolo delle trattative. È deciso, si va avanti.
L’attenzione si concentra sul settore secondario: il Massiccio del Grappa. In piena notte tutto il fronte è scosso dal pesante bombardamento delle artiglierie; passata l’alba entrano in scena i soldati. Sull’altopiano dei sette Comuni e lungo il Piave gli Alleati mettono a segno qualche interessante colpo di mano, progressi locali, tanto per non far rilassare gli austro-ungarici. L’azione, quella vera, è però sul Grappa. Se l’Impero asburgico è moribondo, il suo esercito no, non ci sta a cedere il passo senza lottare. È dura, gli italiani hanno una certa superiorità di mezzi, ma gli altri sono ben posizionati. I progressi non sono molto estesi, ma ci sono: strappiamo il possesso di importanti punti d’appoggio sulle zone occidentali e settentrionali del Massiccio del Grappa; le perdite sono elevate, ma prendiamo 2.800 prigionieri.
In Francia i britannici riprendono l’offensiva a oriente della Selle, avanzano in media di cinque chilometri, raggiungono l’Harpies, ma anche loro patiscono molte perdite. Se non è morto l’esercito asburgico, figuratevi quello tedesco. Non si regala nulla.
A Berlino non smettono di dar fiato alla bocca i conservatori e pangermanisti: «Le condizioni imposte da Wilson sono offensive, umilianti, inaudite. La risposta del Governo è stata troppo arrendevole. In Germania esistono ancora veri uomini». Stanno ancora fermi alla guerra sottomarina come panacea di tutti i mali, insistono a predicare la resistenza fino a ottenere una pace tedesca. Dai, basta, guardate in faccia la realtà: avete perso.
Meno battagliera Vienna. Nell’Impero asburgico il sentimento principe è lo smarrimento: si contava sul federalismo per ammorbidire Wilson; non ha funzionato. Come se non bastasse i viennesi muoiono di fame, perché dalle regioni cecoslovacche e jugoslave non mandano più nulla. Usano il taglio dei viveri come strumento di lotta politica. E di sopravvivenza, anche lì non si naviga nell’oro. Carlo accetta le dimissioni del Premier ungherese Wekerle.
Come l’Austria-Ungheria, anche l’Impero ottomano è rassegnato. I giornali di Costantinopoli hanno già iniziato a suggerire di fregarsene degli alleati e stipulare una pace separata. “Loro ci hanno abbandonato, ora tocca a noi”. Il Gran Visir Izzet Pascià espone alla Camera il programma di Governo. Accetta «con sincerità» i principii wilsoniani e promette riforme, più diritti, più tutele per le minoranze cristiane, più autonomia per gli arabi. Le solite cose, le stesse di Carlo d’Asburgo.
In Mesopotamia, però, i britannici hanno già ripreso a muoversi e marciano verso Kirkuk e Mossul.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Crescente desiderio in Germania di far abdicare il Kaiser.
- Da Costantinopoli si annuncia che il Gran Visir, esponendo alla Camera il programma del nuovo Governo, ha promesso riforme interne e ha dichiarato di accettare la pace sui principii di diritto e giustizia enunciati da Wilson.
- L'Imperatore d'Austria-Ungheria accetta le dimissioni del Primo Ministro ungherese Wekerle.
- Si riunisce il Consiglio nazionale in Croazia.
Fronte occidentale
- Riprende l’attacco britannico: avanzata di circa 5 km. dopo un duro scontro; 9.000 prigionieri e 150 cannoni presi negli ultimi due giorni.
- Belgio: contrattacco tedesco sul canale di derivazione respinto dai belgi.
- Leggera avanzata francese sui fronti meridionali.
Fronte italiano
- Comincia l’offensiva finale sul fronte italiano, coinvolti l’altopiano di Asiago, il massiccio del Grappa e il Piave.
- Duro combattimento nella regione del Monte Grappa: 2.800 prigionieri.
- La VII divisione inglese assedia parte dell’isola di Papadopoli (Piave).
Fronte meridionale
- Le truppe serbe costringono gli austro-tedeschi a ritirarsi in disordine sulla Morava.
Fronte asiatico ed egiziano
- La cavalleria britannica è a 6-7 km. da Kirkuk (150 km a sud-est di Mossul).
- I britannici attaccano con successo i turchi a Fatha.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 24 OTTOBRE 1918
Il fuoco delle nostre artiglierie, mantenutosi ipersensibile su tutta la fronte, s’è intensificato stamane nella regione del Monte Grappa.
La scorsa notte eseguimmo forti colpi di mano sull’altipiano dei Sette Comuni.
Riparti francesi penetrarono arditamente nelle posizioni nemiche del Monte Sisemol e ne vinsero il presidio in vivace lotta, catturando 23 ufficiali e 707 uomini di truppa.
A sud d’Asiago truppe britanniche assalirono le trincee austriache di Ave, facendo prigionieri 5 ufficiali e 209 uomini di truppa.
Pattuglie nostre, malgrado fossero ostacolate da vivacissima reazione di fuoco, irruppero sul ciglione sud dell’Assa e a nord di Monte Valbella, catturando un centinaio di prigionieri e 4 mitragliatrici.
Al monte Corno un tentativo d’attacco nemico, preparato da brillamento di mine, venne nettamente respinto.
Nostre squadriglie aeree hanno bombardato con visibile efficacia baraccamenti nemici nella zona di Fonzaso e grossi depositi nelle adiacenze della stazione di Sacile.
Firmato: DIAZ