31 Ottobre, 1918

La “duplice” è morta

Addio Austria, l’Ungheria divorzia ed è proclamata indipendente. Adesso la duplice monarchia è davvero morta, resta solo da constatare l’ora del decesso, il 31 ottobre. Con lei muore anche il Conte Tisza, ma non metaforicamente, viene ucciso a revolverate durante i disordini di Budapest; l’ex Primo Ministro era il simbolo della vecchia Ungheria. In tutto l’Impero asburgico regna il caos, soldati e forze dell’ordine spesso solidarizzano con la popolazione. Il contagio dell’esercito è inevitabile, soprattutto ora.

Il fronte è crollato dall’altopiano di Asiago all’Adriatico. Per evitare l’aggiramento ci si affida a una frenetica ritirata generale, ma le unità di mitraglieri lasciate in copertura non riescono a rallentare l’offensiva italiana. Gli eserciti austro-ungarici vengono separati, le comunicazioni tagliate. Gli Alleati entrano a Feltre e liberano i villaggi rannicchiati nelle valli; varcano il Livenza e viaggiano verso Belluno, Pordenone e Portogruaro, viaggiano verso il Tagliamento. Più a sud, sul litorale adriatico, si rastrellano le paludi.

E in Albania gli italiani prendono Scutari. Per calcolare prigionieri e materiale bellico ci vuole il pallottoliere.
Sette delegati austro-ungarici, comandati dal Generale Weber von Webenau, attraversano le linee e vengono fatti accompagnare a Padova, a Villa Giusti: sono lì per chiedere l’armistizio e ascoltarne le condizioni. Il Generale Diaz ha già comunicato la sua relazione al Presidente Orlando, impegnato tra Parigi e Versailles; il Consiglio supremo di guerra interalleato fa il resto e in serata manda tutto a Diaz.

A Berlino c’è amarezza e risentimento verso l’ex alleata, la Germania si sente tradita. “Dopo tutto quello che abbiamo fatto per loro”.
Anche i tedeschi sono messi male. A Parigi c’è anche il Generalissimo Foch e il quadro dipinto ai leader dell’Intesa non è solo roseo, è l’apologia del floreale. È vero, l’esercito del Kaiser continua ad accettare battaglia, resiste con la forza della disperazione lungo tutto il fronte, ma è finito, sono solo convulsioni.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • L'Ungheria dichiara cessata la sua unione dinastica con l'Austria e si proclama indipendente. Fine della Monarchia duale.
  • Insurrezioni a Vienna e Budapest.
  • Il Conte Tisza viene assassinato.
  • Sette delegati austro-ungarici, con a capo il Generale Weber von Webenau, sono condotti a Villa Giusti (Padova). Il Comandante in capo austriaco chiede l’armistizio al Generale Diaz.
  • Le ostilità fra Impero ottomano e Intesa cessano a mezzogiorno.
  • Gli italiani e gli sloveni liberano Trieste.

Fronte occidentale

  • I britannici hanno catturato negli ultimi tre mesi: 172.659 prigionieri; 2.378 cannoni; 17.000 mitragliatrici; 2.750 mortai da trincea etc.
  • I britannici attaccano con successo a sud-ovest di Oudenaarde (Courtrai) conquistando tutti gli obiettivi; 1.000 prigionieri.
  • Lenti progressi Alleati per l’estrema difesa tedesca tra l’Oise, la Serre e l’Aisne.

 Fronte italiano

  • Gli eserciti austro-ungarici in Trentino e nelle Alpi venete vengono separati e inseguiti; perse tutte le posizioni fra il Brenta e il Piave. Gli italiani entrano a Feltre, mentre le divisioni di cavalleria, varcato il Livenza, marciano verso il Tagliamento.
  • L'avanzata italiana diventa generale, anche nella zona montana, fino all'Astico.

Fronte meridionale

  • Scutari (Albania) occupata dalle truppe italiane.

Operazioni navali

  • La flotta asburgica viene consegnata al Consiglio jugoslavo e quella del Danubio agli ungheresi.

Dal fronte italiano

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO

BOLLETTINO DEL 31 OTTOBRE 1918

Il successo delle nostre armi si delinea grandioso. Il nemico è in rotta ad oriente del Piave e riesce stentatamente a contenere l'incalzante pressione delle nostre truppe sulla fronte montana. Nella pianura e sulle prealpi venete, le nostre armate puntano irresistibilmente sugli obbiettivi loro assegnati. Le masse avversarie si incanalano tumultuariamente nelle valli montane e cercano di raggiungere i passaggi sul Tagliamento. Prigionieri, cannoni, materiale, magazzini e depositi pressoché intatti cadono nelle nostre mani.
La XII Armata ha completato il il possesso del massiccio di Cesen e combatte per espugnare la stretta di Quero. L'VIII, continuando a svolgere con magnifico slancio la manovra affidatale, ha conquistato la dorsale fra la conca di Follina e la Valle del Piave, ha occupato la stretta di Serravalle, avanza verso il piano del Cansiglio e tende nella pianura verso Pordenone. La X ha portato il suo fronte alla Livenza. La III Armata si spinge avanti travolgendo e catturando il nemico che di fronte ad essa si accanisce nella resistenza. Truppe czeco-slovacche partecipano all’azione.

Nella regione del Grappa le nostre truppe, rinnovato l’attacco, hanno espugnato stamane il Col Caprile, il Col Bonato, l’Asolone, il Monte Prassolan, il saliente del Solarolo e il Monte Spinoncia.
Sull’altopiano di Asiago, l’avversario, molestato da riusciti colpi di mano nostri ed alleati, mantiene una sensibile aggressività di fuoco. La Brigata ''Campania'' (135-136) la VI Brigata Bersaglieri (8-13 Regg.) l’11.o Reparto d’assalto, hanno meritato l’onore di particolare citazione.
L’attività aerea nel cielo della battaglia si mantiene intensa, nonostante le sfavorevoli condizioni di visibilità. Due apparecchi nemici e un pallone frenato, vennero abbattuti. Il numero dei prigionieri accertati supera i 50.000. Sono stati finora contati più di 300 cannoni.

BOLLETTINO DELLA SERA - Truppe della VI Armata hanno eseguito colpi di mano a nord del Monte Valbella e sono avanzate in Val Brenta, catturando due batterie di medio calibro che fino da stamane si sono accanite a tirare sulla città di Bassano. Sul Grappa, sotto l'impeto delle truppe della IV Armata, il fronte nemico è crollato. Non è possibile valutare il numero dei prigionieri che scendono a torme dalla montagna. L’artiglieria nemica è colà tutta catturata. La XII Armata, partita dalla Stretta di Quero e oltrepassata la dorsale ad oriente di monte Cesen, avanza in Val di Piave. Colonne dell’VIII Armata, superata forte resistenza di retroguardie nemiche al Passo di San Boldo, scendono in Val di Piave, puntando su Belluno. Reparti sono impegnati in combattimento alla depressione di Fadalto, ancora occupata dal nemico. Cavalleria e ciclisti, seguendo la via pedemontana, si aprono combattendo la strada su Aviano. La III Armata si porta sulla linea della X e sta per raggiungere la Livenza. Nostre punte sono entrate in Motta di Livenza e in Torre di Mosto. Si annunzia da ogni parte la cattura di prigionieri, di cannoni e di bottino.

Firmato: DIAZ

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori