I PERSONAGGI DELLA GRANDE GUERRA
Karl von Müller
Ufficiale e gentiluomo. No, non mi riferisco a Richard Gere, ma a Karl von Müller, capitano di fregata della marina tedesca e, a giudicare dai risultati, una Rock Star dell’oceano. Nel 1914 non c’è parigrado equiparabile a lui. E probabilmente è una spanna sopra alla maggior parte dei suoi superiori. Comanda la “Emden”, incrociatore leggero di stanza nel Pacifico; non un bel posto se combatti contro l’Impero britannico e il Giappone.
Quando l’ammiraglio von Spee, comandante della flotta tedesca, decide di fare rotta verso il Sud America, Müller azzarda un’idea brillante, ma senza dubbio un po’ folle: una sola, piccola e veloce nave a far danni per l’Oceano Indiano. Quei mari ospitano un numero incalcolabile di rotte commerciali. Von Spee apprezza e di Müller si fida. E’ fatta, la Emden diventerà qualcosa di molto simile a una “nave pirata”; Müller un moderno “corsaro”. Invertita la rotta, inizia a scorazzare per l’Oceano Indiano. Nel giro di due mesi diventerà la nemesi di ogni mercantile. Ne affonderà almeno diciassette ed è qui che entra in gioco il “gentiluomo”. Müller ha radicato un profondo senso dell’onore, per lui il diritto internazionale non può essere calpestato: prima di colare a picco le navi catturate evacuerà ogni equipaggio civile, garantendo sempre un trattamento adeguato.
Ma la Emden non si limita ai mercantili. Nella sua isolata e indipendente guerriglia “corsara” il capitano Müller colpirà anche obbiettivi strategici: il 22 settembre distrugge i depositi di carburante inglesi di Madras, sulla costa orientale dell’India; mentre all’alba del 28 ottobre si infiltrerà nel porto di Penang, in Malesia, distruggendo un incrociatore russo e un cacciatorpediniere francese.
Le scorribande dell’Emden continueranno a seminare il panico fino al 9 novembre, quando verrà intercettata dall’incrociatore australiano Sidney, durante il sabotaggio di una stazione radio. Con parte dell’equipaggio in missione a terra e una minore potenza di fuoco Müller perderà il duello e sarà catturato. Si, ma intanto le esportazioni indiane sono crollate, per qualcuno addirittura del 60%. E lui è diventato una vera e propria leggenda. Nel 1917 Müller tenta di evadere dal carcere scavando il più classico dei tunnel; niente da fare. Rientrerà in patria nel 1918, abbandonando la marina un anno dopo per motivi di salute; soffriva di malaria dagli sgoccioli del XIX secolo.
Davide Sartori