I PERSONAGGI DELLA GRANDE GUERRA
Ignaz Trebitsch-Lincoln
Per uno come me certi uomini, certi personaggi, sono delle miniere d’oro. E la loro storia è quasi impossibile da raccontare. La vita di Ignaz Trebitsch-Lincoln è irripetibile. Potrebbe essere il protagonista di un filmaccio super-trash, qualcosa tipo “Surf Nazis must die” o “Countdown armageddon”; la sua esistenza sembra scandita da uno sceneggiatore fuori di testa: è senza mezzi termini leggendaria.
Nasce in Ungheria nel 1879, da famiglia ebraica, ma fino alla seconda metà degli anni ’90 è tutto piuttosto nebuloso. Vive di espedienti, un truffatore. Ricercato dalla polizia, sparisce dai radar ungheresi nel 1896. Riappare l’anno dopo in Inghilterra, dove si converte al cristianesimo. Da questo momento si entra nell’odissea di un apolide. E’ qualcosa da leggere tutto d’un fiato.
Studia alla scuola luterana di Amburgo e nel 1901 va in Canada: è diventato un missionario presbiteriano; il suo compito è di convertire gli ebrei di Montreal. Soldi pochi, o comunque non abbastanza. Abbandona la chiesa presbiteriana per accasarsi in quella anglicana. E si torna in Inghilterra, dove Trebitsch-Lincoln conosce l’Arcivescovo di Canterbury. Il ragazzo sa vendersi e pure bene: in qualche modo viene ordinato curato, ma anche qui le sterline non piovono dal cielo. Non c’è problema, a toglierlo dall’impaccio è Seebohm Rowntree, un milionario magnate del cioccolato e membro influentissimo del Liberal Party. Lincoln convince anche lui: nel 1910 ottiene la naturalizzazione, una candidatura e l’elezione nel parlamento inglese. Ovviamente tutto spesato. Riceve attestati di stima e congratulazioni da tante personalità di spicco; ne cito due: mr. Lloyd George e Sir Edward Grey.
Le cose, però, non vanno benissimo e la politica lo scarica in fretta. E’ di nuovo senza un soldo, ma intuisce di avere un’opportunità grazie alla complessa situazione internazionale. Si offre ai servizi segreti britannici, due volte: respinto. E dov’è il problema? Ormai è scoppiata la guerra; si va in Olanda, perché i tedeschi stanno reclutando spie straniere. Funziona, è l’idea giusta. Ma gli inglesi fiutano l’aria e nel 1915 Lincoln è costretto a scappare negli Stati Uniti, dove comunque cerca di proseguire la sua opera e di arricchirsi. Prova a vendere ai giornali alcuni segreti militari, niente da fare. E allora si torna alle vecchie abitudini: giusto per non attirare l’attenzione si ricicla come falsario, soldi o documenti poco importa.
La ruota gira il 4 agosto 1915: viene arrestato a New York. Sarebbe accusato di “truffa e contraffazione”, ma, stando alla sua versione dei fatti, fu tutta una montatura: gli inglesi volevano incastrarlo per spionaggio, ma non essendoci l’estradizione per quel reato, si sono dovuti aggrappare a qualcos’altro. La sostanza non cambia: Lincoln finisce in galera. Il 10 gennaio 1916 evade. Viene riacciuffato quattro giorni dopo, a Brooklyn: il suo ego non aveva resistito all’idea di contattare la stampa. A questo punto confessa di essere una spia e lo mette anche per iscritto. Dal carcere pubblica un libro di memorie: “Revelations of an international spy”.
Londra ne ha intanto ottenuto l’estradizione e lo condanna a tre anni di prigione. Scontata la pena Lincoln torna in Germania e si rituffa nei guai: ha vistose simpatie per l’estrema destra. Conosce Adolf Hitler e partecipa al “Putsch di Monaco”. Fallito il tentativo di rovesciare la neonata Repubblica di Weimar, Lincoln rifà le valige e parte ancora una volta. E qui torna a farsi vivo “l’uomo di chiesa”, o meglio, l’uomo di fede. Se la sua vita è caotica, la sua storia spirituale lo è ancora di più. Si, perché la sua nuova svolta mistica abbraccia il Buddismo, l’ennesima conversione. In estremo oriente ne scala i ranghi fino a diventarne Abate. Tra i suoi nuovi colpi di genio c’è l’essersi autoproclamato “iI nuovo Dalai Lama”, idea non condivisa dai tibetani.
E adesso che si fa? Lincoln si guarda attorno e si rende conto di avere vecchi amici divenuti importanti, potenti e soprattutto ricchi: si torna in Germania, per collaborare con il Governo nazista. Il più affascinato dalla sua storia e dal suo misticismo orientale è Heinrich Himmler, da sempre incline all’esoterismo: è tempo di tornare in Asia, sulle tracce della setta de “il Re del Mondo”. Ma qualcosa va storto e Ignaz Trebitsch-Lincoln muore nel 1943 a Shanghai, probabilmente avvelenato; la leggenda vuole che siano stati gli stessi nazisti, irritati da alcune frasi in favore degli ebrei. Fine.
No, non è ancora finita; almeno non lo è per i russi, convinti di averne ritrovato il cadavere a Berlino, nel 1945, al centro di un cerchio composto da altri sei monaci tibetani morti, tutti vestiti con uniforme tedesca. Lui sarebbe l'unico occidentale e l'unico a indossare guanti verdi. Ma che storia è?
Davide Sartori