I PERSONAGGI DELLA GRANDE GUERRA

Giulio Ulivi

Giulio Ulivi è un personaggio antologico, incredibile come solo certi italiani sanno essere. Un creativo, senza ombra di dubbio; un convincente giramondo, questo è certo; furbetto e truffaldino, quantomeno probabile. E’ un inventore, o almeno così ama definirsi; ma che abbia creato qualcosa di utile è tutto da dimostrare. Di immaginazione però ne ha da vendere. E ci proverà in lungo e in largo.

Nel 1914 Giulio Ulivi non è uno scienziato, è “Lo Scienziato”. Il New York Times gli dedica uno speciale, fitto di elogi e ammirazione. Lo paragona ad Archimede. Azzardato? Solo con il senno di poi; si, perché l’invenzione dell’ingegnere italiano ricorda molto la leggenda di Siracusa, quella degli specchi e della flotta incendiata. Ingegnere, ecco, di Ulivi non è chiaro neanche il titolo di studi. Millanta un micidiale raggio della morte: può far esplodere a distanza i depositi e bloccare qualsiasi mezzo a motore. Sfrutterebbe onde radio e raggi infrarossi. Fantascienza.


La storia è poco credibile, ma vera. In tanti sono pronti a scommettere sulla sua illuminazione. In gioco c’è il dominio assoluto dei mari e molto altro. I primi finanziamenti li riceve da inglesi e francesi, salvo poi incassare “no grazie” da mezza Europa. Ulivi cerca quindi di rifilare la sua invenzione alla marina italiana. Soldi ce ne sono pochi; per attirare l’attenzione punta sul patriottismo: non vuole una lira dal ministero della difesa, si farà finanziare da privati. A caval donato non si guarda in bocca. Già, ma prima o poi qualche risultato bisogna mostrarlo.

Il 18 luglio La Stampa annuncia la scomparsa di Giulio Ulivi. Pressato dalle ovvie richieste di controlli, è fuggito con le 80.000 lire donategli da cinque non so, chiamiamoli “mecenati”. Ma la parte migliore è il finale. Insieme a lui scappa anche la fidanzata; bizzoso il destino, lei è figlia di un Ammiraglio. Ricercati, i due riescono a lasciare il paese, forse diretti a Costantinopoli. Le proprietà di Giulio Ulivi vennero sequestrate, ma i due amanti tornarono comunque in Italia. Lo fecero qualche mese dopo, sposandosi a Milano.

Davide Sartori