Wilson, la globalizzazione e l'era americana
Nel 1914 la guerra in Europa interessava l’americano medio quanto il campionato di freccette cingalese: più o meno zero; si viveva il sogno isolazionista. Di parere opposto era Woodrow Wilson, che di mestiere faceva il Presidente e le cui opinioni tendevano ad avere un certo peso. Wilson aveva intuito la globalizzazione moderna quando non esisteva neanche la parola per definirla. Dico “moderna” perché il concetto è antico quanto i grandi imperi: il mondo romano era un mondo globalizzato.
Wilson, in qualche modo, immaginava già l'era statunitense: un’America al centro della politica internazionale, arbitro autorevole degli equilibri mondiali; o comunque qualcosa di simile.
Le voci arrivate dai vari fronti non gli piacciono: i proiettili illegali, i crimini di guerra, ce n’è in abbondanza. Il 22 ottobre gli Stati Uniti inviano una nota a tutti i paesi belligeranti, invitandoli a rispettare le norme internazionali.
Bello, giusto, ma a Londra si vive con l’irreale incubo di un’invasione tedesca. In più gli inglesi considerano l’America grossomodo come un figlio ribelle scappato di casa: gli vogliono bene, ma a comandare il mondo è ancora l’Impero Britannico.
Winston Churchill, Primo Lord dell’Ammiragliato, emana una nuova direttiva: «Tutte le navi da carico che si ritiene trasportino soldati tedeschi in Inghilterra devono essere affondate. In alto mare non è possibile parlamentare, né accettare la resa degli equipaggi». Berlino prenderà appunti.
In Belgio Diksmuide continua a tremare; gli Alleati temono l’eventuale perdita di Calais e Dunkerque, i principali porti sulla Manica. Sarebbe un disastro. E questo sì, potrebbe scardinare le porte del Regno Unito. La soluzione, almeno parziale, la trovano i belgi: aprono le chiuse dei canali tra Nieuwpoort e Diksmuide; vogliono trasformare il campo di battaglia dell’Yser in un’immensa palude. Ora i tedeschi hanno fretta, devono risolvere la situazione in pochi giorni o sarà impossibile superare il pantano.
Sul fronte orientale può definirsi conclusa la battaglia di Varsavia; la vittoria è russa, gli eserciti nemici, inseguiti, sono costretti a ripiegare lontano dalla città. Gli austro-ungarici si consolano però con la rioccupazione di Chernivtsi, in Bukovina.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Gli Stati Uniti inviano una nota ai paesi belligeranti chiedendo di rispettare le norme internazionali.
- Alla Camera prussiana sono votati all'unanimità, anche dai socialisti, crediti militari per un miliardo e mezzo di marchi.
- II Ministro della Marina turco rassicura in termini categorici l'Ambasciatore francese, affermando che il Governo turco manterrà la neutralità.
Fronte occidentale
- Yser: continuano i problemi per Diksmuide.
- Battaglia di Ypres: i tedeschi conquistano Langermark.
- Nuova offensiva tedesca a La Bassée.
Fronte orientale
- Con la ritirata tedesca su tutto il fronte della Vistola, può considerarsi conclusa la battaglia di Varsavia.
- Czernowitz (Chernivtsi, Bucovina) viene rioccupata dalle forze austro-ungariche.
Fronte d’oltremare
- Sud Africa: i ribelli si dirigono a Keimoes.
Operazioni navali
- Viene annunciata la terza lista delle catture della “Emden”.
Parole d'epoca
Telegramma di Robert Lansing, Segretario di Stato Usa
All'ambasciatore americano a Londra, Walter Hines Page
Inasmuch as the British Government consider that the conditions of the present European conflict make it impossible for them to accept without modification the Declaration of London, you are requested to inform His Majesty's Government that in the circumstances the Government of the United States feels obliged to withdraw its suggestion that the Declaration of London be adopted as a temporary code of naval warfare to be observed by belligerents and neutrals during the present war; that therefore this Government will insist that the rights and duties of the United States and its citizens in the present war be defined by the existing rules of international law and the treaties of the United States, irrespective of the provisions of the Declaration of London; and that this Government reserves to itself the right to enter a protest or demand in each case in which those rights and duties so defined are violated or their free exercise interfered with by the authorities of His Britannic Majesty's Government.
Parole d'epoca
Albert Edward Knaggs
Diario
We arrived at Suva in the Fiji Islands on the 22nd inst where we replaced another Propellor blade by divers which was broken a day or two before arrival.
Destroyer Yarra rejoined us there.
During our stay at Suva the Australia, Encounter and Montcalm used to go out for days searching for the German cruisers, the JSBs and AE2s duties were to keep in hiding behind an Island near Suva and if the enemy came that way the town of Suva would appear unprotected and so draw them in but nothing turned up.
The fleet dispersed about the end of October, Sydney and Melbourne left to escort troopships from Australia to the seat of the war.
Australia left for South America in pursuit of Sharnhorst & Grusnau leaving Encounter, destroyers, AE2 and Convoy at Suva.
While we were in Suva a German Gunboat: Korach: was captured which in peace was the Germans Yacht and surveying ship.