Le intenzioni rumene
La Russia ha un problema. Un pesante attacco tedesco è stato respinto sul fiume Rawka, ma a preoccupare Pietrogrado il 7 gennaio non è la guerra, né gli Imperi centrali, ma un nemico interno, molto pericoloso e difficile da debellare. I bolscevichi hanno iniziato a distribuire volantini ai soldati e alle classi più umili della popolazione. Tutti sono invitati a boicottare il paese con azioni semplici, per esempio non pagando gli affitti. In Russia sono in tanti a vivere male, certi messaggi catturano l’attenzione e fanno proseliti.
Anche la Germania drizza le antenne: qualsiasi minaccia allo status quo russo merita approfondimenti; una rivoluzione a Pietrogrado sarebbe l’ideale per Berlino.
Altre novità giungono dalla Romania. Il Daily Chronicle riporta un discorso del sindaco di Botoşani: «La realizzazione dei nostri desideri per il completo raggiungimento dell’unità nazionale è imminente».
Il deputato Diamandy si spinge ben oltre: ammette che i rumeni sono pronti a sostenere con le armi le rivendicazioni fatte all’Austria-Ungheria.
«Per noi la futura guerra avrà un doppio carattere: sarà l’emancipazione politica della nazionalità rumena, ma anche l’affrancamento dei contadini, sottratti allo sfruttamento della feudalità magiara».
In sostanza l’entrata nel conflitto di Bucarest non è una questione di “se”, ma di “quando”.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Nota inglese con “osservazioni preliminari” in risposta alla nota americana del 29 dicembre 1914 sulle interferenze nel commercio con i paesi neutrali
Fronte occidentale
- I francesi occupano Burnhaupt-le-Haut (Alsazia)
Fronte orientale
- Respinto un pesante attacco tedesco sul basso Rawka.
Fronte meridionale
- A San Giovanni di Medua (Albania), dove è scoppiata una insurrezione, approda la nave italiana “Piemonte”.