Il terremoto della Marsica
Un boato, la terra che trema e un terrore diffuso, indomabile e opprimente; migliaia di morti e chissà quanti feriti. No, non siamo al fronte, siamo in Italia e la guerra non c’entra. Il 13 gennaio un terremoto scuote la Marsica: 372 comuni del centro Italia vengono demoliti, la stima delle vittime si attesta intorno quota trentamila, i senzatetto non si contano.
A Vienna la vita politica è un caos insolubile. Che l’Impero austro-ungarico fosse governato in modo approssimativo è lampante. Il vertice della piramide continua a sgretolarsi, a perdere pezzi: dopo il Capo di Stato maggiore Conrad, il Generale Potiorek e tanti altri, a ruzzolare giù dalla torre è il Ministro degli esteri, il Conte von Berchtold. La Stampa parla di «un’impressionante ecatombe».
Come gli altri, anche lui si è dimesso, ma sembra la solita destituzione.
Il suo mandato è fallimentare sotto tutti i punti di vista; di successi personali neanche l’ombra. Aveva accettato l’incarico con tre obbiettivi chiave: migliorare i rapporti con Pietrogrado, con i paesi balcanici e con l’Italia.
Se ne va lasciando l’Austria-Ungheria in guerra con la Serbia e con la Russia e impantanata in relazioni tutt’altro che idilliache con Roma; un drammatico e irresistibile en plein. A sostituire Berchtold sarà il barone Stephen Burian.
Il decadente colosso asburgico avrebbe bisogno di una guida forte, di un Imperatore risoluto, ma ne ha uno stanco; si va avanti per inerzia.
A proposito di politica, l’alleato tedesco colleziona l’ennesima gaffe. I giornali riportano dichiarazioni azzardate:«Se ci fosse stata la Svizzera al posto del Belgio ci avrebbe lasciato passare». Puntuale la risposta elvetica: «La Germania non deve ignorare che tutti noi svizzeri avremmo agito esattamente come i belgi; noi riteniamo la violazione della neutralità belga come un’offesa al diritto delle genti. E la Germania dovrebbe saperlo, altrimenti non produrrebbe con insistenza importuna sempre nuovi documenti a sua discolpa». Game, set and match.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Un violento terremoto scuote l'Abruzzo, il Lazio e la Campania, con centro principale nella Marsica. Sono danneggiati 372 Comuni, decine di migliaia le vittime.
- Dimissioni del Conte Berchtold, Ministro degli affari esteri austro-ungarico. Gli succederà il barone Stephen Burian.
- Il Consiglio di guerra inglese incarica l’Ammiragliato di preparare una spedizione navale contro i Dardanelli a febbraio.
Fronte occidentale
- Continua la lotta nella zona di Soissons; i francesi, dopo qualche progresso iniziale, sono costretti a cedere terreno, anche per una improvvisa piena del fiume.
- I tedeschi recuperano tutta la Collina 132 e conquistano le alture di Vregny.
Fronte orientale
- I russi avanzano verso bassa Vistola e occupano Sierpc, a nord di Płock.
Fronte asiatico ed egiziano
- Nel Caucaso la lotta si estende verso Erzurum.
- Continua la battaglia di Karaurgan (Caucaso).
Fronte d’oltremare
- I tedeschi attaccano Jassin (Africa Orientale).