Il massacro del Lusitania
Le case colorate a tinte pastello, la Cattedrale di San Colman, protesa ad ammirare l’oceano, una storia dipendente dal mare: Queenstown è un meraviglioso angolo d’Irlanda, un grazioso e variopinto mosaico abitato. Oggi Cobh, questo il suo nome attuale, è un importante polo turistico; cent’anni fa era la linea di partenza di tanti emigranti. L’abbiamo detto, la storia di Queenstown è intrecciata, fate pure saldata alla navigazione: da qui passavano i grandi transatlantici, qui approdò per l’ultima volta il Titanic, pochi giorni prima d’inabissarsi.
Il 7 maggio su quelle acque incrocia anche la rotta del Lusitania, partito da New York e diretto a Liverpool. Ma non è solo: sotto lo stesso spicchio di Atlantico naviga l’U-20. C’è foschia, come spesso capita da quelle parti. A una decina di miglia dalla costa il sommergibile tedesco lancia un siluro, nessun preavviso: il transatlantico britannico affonda. Muoiono 1.198 dei circa 2.000 imbarcati, tra le vittime ci sono donne, bambini e 128 cittadini americani.
La giornata è lunga anche da noi. In una concitata riunione Salandra e Sonnino annunciano al resto del Gabinetto il Patto di Londra: l’Italia si è impegnata a entrare in guerra entro il 26 maggio. Alla fine il Consiglio dei Ministri approva l’intervento e garantisce il massimo appoggio: se la Camera bocciasse la risoluzione il Governo rassegnerebbe le dimissioni.
All’ateneo di Genova parla D’Annunzio e il suo non è il più pacifista dei discorsi: «Se è vero, come io giuro, che gli italiani hanno riacceso il fuoco sull’ara d’Italia, prendete i tizzi colle vostre mani, scoteteli, squassateli ovunque passiate, ovunque andiate! E appiccate il fuoco pugnace, siate gli incendiari intrepidi della grande Patria!»
Dall’altra parte del mondo le ore sono altrettanto calde. Il Giappone è stufo delle reticenze cinesi: un ultimatum viaggia da Tokyo a Pechino, vengono richieste concessioni territoriali ed economiche; la Cina ha 48 ore per accettare le nuove condizioni.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Dopo un lungo dibattito il Consiglio dei Ministri italiano approva la scelta dell'intervento e si impegna a dimettersi nel caso di un voto contrario della Camera. Con regio decreto del 7 maggio 1915, n. 585, data la situazione internazionale, la sessione è prorogata al 20 maggio.
- Il Ministro degli esteri Inglese Sir Edward Grey discute con il Ministro serbo una eventuale cessione della Bosnia Herzegovina con “largo accesso all’Adriatico”.
- Sir Edward Grey manda un messaggio all’Impero Ottomano riguardante i civili nelle zone di guerra.
- Massacri di cristiani nell’impero Ottomano.
- Il Giappone presenta un ultimatum alla Cina, richiedendo concessioni territoriali e aspettandosi una risposta positiva entro 48 ore.
Fronte orientale
- I russi vengono sconfitti a Vistok e si ritirano nei Carpazi.
Operazioni navali
- Il sottomarino tedesco U-20 affonda senza preavviso, presso la costa irlandese (Queenstown), il transatlantico inglese Lusitania, in navigazione tra New York e l'Inghilterra. Delle circa 2.000 persone imbarcate ne muoiono 1.198, fra cui molte donne e bambini. Nasce una crisi diplomatica fra la Germania e gli Stati Uniti, che protestano.
Parole d'epoca
Avviso dell'ambasciata tedesca sulla stampa statunitense
Del 22 aprile 1915
«Ai viaggiatori che intendono intraprendere la traversata atlantica si ricorda che tra la Germania e la Gran Bretagna esiste uno Stato di guerra. Si ricorda che la zona di guerra comprende le acque adiacenti alla Gran Bretagna e che, in conformità di un preavviso formale da parte del Governo Tedesco, le imbarcazioni battenti la bandiera della Gran Bretagna o di uno qualsiasi dei suoi alleati sono passabili di distruzione una volta entrati in quelle stesse acque.»