29 Febbraio, 1916

Berlino inasprisce la guerra sottomarina

Si inizierà a mezzanotte, niente sconti, niente rinvii. Questa è l’ultima parola di Berlino sull’annunciato inasprirsi della guerra sottomarina. La nota è rivolta a Washington: «Le assicurazioni date dopo i casi “Lusitania” e “Arabic” restano sempre valide, ma devono essere applicate solo ai mercantili indifesi. I piroscafi armati devono essere soggetti alla distruzione senza preavviso».
Quasi a voler sostenere il traballante principio tedesco arriva lo scontro tra il Grief e l’Alcantara; il Grief è un ricognitore della Kaiserliche Marine, l’Alcantara un ex-piroscafo britannico, armato e riconvertito a incrociatore ausiliario. Le due navi si affrontano nel Mare del Nord il 29 febbraio e si affondano a vicenda; non ci sono né vincitori, né vinti, solo vittime.
Restando in ambito “marinaro”, Berlino invia un’energica nota al Governo portoghese: protesta per il sequestro dei 71 piroscafi tedeschi e ne chiede l’immediato rilascio.


Ma oggi non si può non prestare un orecchio alla Svizzera. Il “processo dei Colonnelli” si è concluso: Karl Egli e Friedrich Moritz von Wattenwyl sono assolti. Il tribunale accerta il passaggio di informazioni ad agenti stranieri, ma in ballo non ci sono interessi o guadagni personali, è uno scambio, è reciproco: informazioni per informazioni. I colonnelli Egli e Wattenwyl non avrebbero potuto svolgere il proprio lavoro senza intessere strette relazioni con addetti militari di altri paesi.
Scontate le proteste nei cantoni francesi, ma da Zurigo sono giunte indicazioni interessanti: «I servizi di spionaggio sono incompatibili con il rispetto della più assoluta neutralità; per ottenere risultati soddisfacenti può essere necessario percorrere strade immorali». Il fine giustifica i mezzi.
Alcuni giornali si scandalizzano, sporcarsi le mani e la reputazione non piace: «Le teorie esposte sono state accolte con poca soddisfazione, queste giustificazioni ci indignano».
Karl Egli e Friedrich Moritz von Wattenwyl passano nelle mani della giustizia militare e se la cavano con venti giorni di arresti e una sospensione. Egli si dimette.

Dalla Svizzera al fronte italiano il passo è breve. Le forti nevicate di fine febbraio hanno causato gravi danni: le valanghe hanno interrotto le comunicazioni, hanno travolto rifugi e colonne di rifornimenti, soprattutto hanno ucciso. Dall’Isonzo arrivano le parole di Luigi Ambrosini, inviato de La Stampa«Si era in un paese semidistrutto dalle artiglierie nemiche. Il campanile era ancora in piedi. Una quarantina di case, attorno al campanile, erano a terra. Nelle altre stavano accantonati un trecento uomini nostri. E dormivano. Non ci si decide, neppure sotto il pericolo, a scansarsi dalle rovine. Anche fra quattro pareti smozzicate l’illusione del nido rimane, rimane l’attrazione di un po’ di raccoglimento e di tepore».

Davide Sartori

 

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • I tedeschi annunciano formalmente agli U.S.A. che non rimanderanno la loro “illimitata” guerra sottomarina e che comincerà a mezzanotte del 29 febbraio.
  • Nota tedesca al Portogallo.
  • Il Governo inglese riconosce la National Volunteer Force per la difesa interna della Gran Bretagna.
  • Il tribunale di Zurigo assolve i Colonnelli Egli Wattenwyl, accusati di avere comunicato agli Imperi centrali notizie militari pervenute dall'Intesa, ma li rinvia all'autorità militare, che li condanna a 20 giorni di arresti. Egli si dimette. Violente dimostrazioni contro l’assoluzione, specialmente nei cantoni francesi.

Fronte italiano

  • La grande quantità di neve caduta nelle regioni alpine ha causato numerose valanghe, che interrompono le comunicazioni dell’esercito italiano. Sono stati travolti ricoveri, baraccamenti, colonne di rifornimento, procurando gravi perdite d’uomini, animali e materiali

Fronte asiatico ed egiziano

  • I russi incominciano il blocco di Trebisonda.

 Fronte d’oltremare

  • Viene rimosso il blocco Alleato del Camerun.

Operazioni navali

  • Azioni nel mare del nord fra il raider tedesco “Grief” e l’incrociatore ausiliario inglese “Alcantara”, un ex piroscafo riconvertito, che si affondano a vicenda.

Parole d'epoca

Il Diario della guerra 1915-18

di Don Antonio Balestrazzi

Pioggia, neve, fango. Quanto fango! 

C’è da imbrattarsi da capo a piedi … 

Fino nell'animo! …

 

DAL FRONTE

CADORNA

Nella zona del Lagazuoi, al nord del passo di Falzarego, la notte sul 28 il nemico aprì sulle nostre posizioni intenso fuoco di artiglieria e di fucileria: fu controbattuto e costretto al silenzio.

In Valle del Fella una nostra batteria eseguì tiri efficaci su colonne in marcia daUggowitz a Malborghetto.

Sulle alture a nord-ovest di Gorizia la nostra artiglieria nella notte sul 28 bersagliò efficacemente riparti nemici che si scambiavano sulle prime linee.

Sul Carso l' atmosfera nebbiosa ostacolò ieri l' attività delle artiglierie.

 

Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori