Il Carso, tra pioggia e assalti
«Il cielo grigiastro rovescia, senza tregua, immani colonne d’acqua sul terreno della battaglia». Il pantano inghiotte tutto, uomini e materiale; le doline carsiche, ricoveri perfetti, diventano trappole. Si deve traslocare e va fatto a mano, arnesi in spalla, un po’ di tiro alla fune: «Tutte le energie che dovrebbero essere impiegate nello sforzo contro il nemico, si sciupano invece nella snervante difesa contro l’intemperia. Contro la natura gli uomini non lottano con entusiasmo. È troppo accasciante, troppo demoralizzante la pioggia».
Il 23 settembre gli austro-ungarici attaccano le nostre linee sulle quote 208 e 144, alture ritenute fondamentali nello scacchiere del Carso. Gli assalti vengono respinti, nonostante i soldati asburgici siano riusciti a rimetter piede nelle loro antiche trincee. Vienna ci fa più male sul Monte Cimone, in Val d’Astico: lo scoppio di due mine ci costringe ad abbandonare le devastate postazioni.
Relativa calma sugli altri fronti: in Francia l’azione Alleata tende a circondare Combles; a Salonicco il primo battaglione rivoluzionario greco parte per il fronte macedone; in Romania si attendono sviluppi.
I giornali dell’Intesa gongolano e titolano: «La sconfitta di Mackensen». Considerano una “disfatta totale” la spedizione bulgaro-tedesca in Dobrugia; Berlino parla invece di una semplice battuta d’arresto.
Chi non vuole avere nulla a che fare con la guerra sono Danimarca, Norvegia e Svezia. Il nuovo summit dei tre paesi scandinavi ribadisce l’assoluta e imparziale neutralità; conclusione unanime. Si è parlato anche di pace, constatando l’impossibilità di una qualsiasi mediazione in questo momento.
A tarda sera la Germania colpisce ancora l’Inghilterra. Al raid oltremanica partecipano almeno una dozzina di zeppelin, forse di più. Il bilancio questa volta è pesante: 40 morti e 130 feriti. Ma non è gratis: due dirigibili vengono abbattuti, merito delle migliorate difese antiaeree. A questo punto la domanda da porsi a Berlino sarebbe: “conviene?”
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- In una conferenza dei Ministri scandinavi si delibera che i tre Stati manterranno una neutralità leale e imparziale e si afferma l'impossibilità e l'inutilità, per il momento, di avviare una mediazione fra i belligeranti.
Fronte occidentale
- Imponente raid dei dirigibili tedeschi su Londra e sulle coste orientali dell’Inghilterra: 40 morti e 130 feriti; due zeppelin vengono abbattuti.
- I franco-britannici riprendono l’offensiva sulla Somme, mirando all’accerchiamento di Combles.
Fronte italiano
- Con l’esplosione di due mine, gli austro-ungarici fanno saltare la vetta del Monte Cimone (val d’Astico) e si impossessano della posizione.
- Respinti i violenti attacchi austro-ungarici alle Quote 208 (a sud di Villanova sul Carso) e 144 (a nord est di Monfalcone).
Fronte meridionale
- Un battaglione rivoluzionario greco parte da Salonicco per il fronte.
Parole d'epoca
Le mine del Cimone
di Cesare, detto Gino, Ricceri militare 220° fanteria, Brigata Sele
Carissima Madre
Poco ò da aggiungerti alla mia cartolina antecedente dove tutto ti spiegavo. Per il presente godo ancora buona salute come spero il simile di tutti voi.
Cara Madre come già avrai anche appreso sui giornali che il giorno 23 sul Monte Cimone mediante due mine gli austriaci una parte lo anno fatto saltar per aria sconcassando anche tutte le trincee e nel medesimo tempo un gran bombardamento dove i nostri anno dovuto ritirarsi per circa un centinaio di metri ma subito anche la nostra artiglieria a fatto subito il contrattacco in modo che è stata mantenuta la posizione però non posso darti nessun resultato dei danni avvenuti certamente molto bene non lo dovrà essere andata per quei miseri che lassù si trovavano.
Cara Madre anche questa volta sono stato fortunato perché anch’io vi dovevo essere ma poi ci mandarono invece che sul monte cimone nella valle di esso e del Monte Cencio cioè fra la Val D’astico e la Valdazza credi che ormai mi son visto perduto e perso ogni speranza e vero di farsi coraggio ma già è ormai troppo che ce lo facciamo e molto più invece che di sentire qualche buona cosa cioè di pace è un silenzio assoluto un vero mortorio e per dir meglio pare che la guerra incominci ora.
Altro non ò da dirti saluta chi ti domanda di me saluta Fratello e sorelle più ricevi i miei saluti
tuo Figlio Gino
Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano
DAL FRONTE
Lungo tutta la fronte attività intermittente delle artiglierie, più intensa in Valle dell' Astico. Sul Carso la notte del 23 il nemico assalì con rilevanti forze l' altura di Quota 208 a sud di Villanova, caposaldo della linea nemica da noi recentemente espugnata. Nuclei piccoli riuscivano ad irrompere in alcune nostre trincee, tosto sloggiati da un nostro vigoroso contrattacco. All'alba il nemico rinnovava gli sforzi contro le stesse posizioni e lanciava contemporaneamente un attacco contro l' altura di Quota 144 a nord-est di Monfalcone. Fu ovunque nettamente respinto. La violenza delle azioni, che costarono gravi perdite al nemico, attesta della importanza che esso annette al possesso delle due alture dai nostri saldamente tenute. Velivoli nemici lanciarono qualche bomba su Montecchio Maggiore (Vicenza) e nella zona di Misurina (Alto Ansiei). Nè vittime nè danni.
Firmato: CADORNA