Prigionieri trattati "troppo bene"
Umanitarismo: insieme di idealità, intenti e sentimenti di chi volge pensiero e azione al miglioramento della condizione umana, alla solidarietà. A parer mio, una delle migliori qualità; qualcosa di irrinunciabile, specie in tempi difficili. Parlare di «esagerato umanitarismo» rende tutto e tutti più disumano. Ancor di più se a farlo è una nota ufficiosa: «Recenti rivelazioni sul trattamento di eccessiva ospitalità verso i prigionieri austriaci hanno prodotto un’incresciosa impressione nell’opinione pubblica italiana. La stampa se ne è resa interprete, invocando provvedimenti atti a cambiare il deplorevole stato di cose. Il Governo italiano è consapevole di questo esagerato umanitarismo, in contrasto con i sistemi usati in Austria verso i prigionieri italiani. È ferma intenzione del nostro Governo di impartire severe disposizioni al riguardo». La verità mi sembra diversa: come in tutte le guerre si strumentalizza, si sfrutta, la brutalità altrui per giustificare le proprie negligenze, i propri peccati.
La stampa italiana si occupa anche di altro, per esempio della Grecia. La Tribuna non le manda a dire: «La Grecia conta zero. L’interessamento eccessivo ai fatterelli ateniesi è un fenomeno morboso. […] Basta con questa minuscola e ridicola farsa. Sarebbe ora che il nostro interesse fosse rivolto a cose più serie. Per quanto riguarda la Grecia, dobbiamo solo preoccuparci di non vederla entrare, in nessun modo, nella sala della conferenza di pace». Il messaggio è chiaro: anche in caso di intervento, Atene non potrebbe pretendere nulla in cambio; evitare la dissoluzione del regno greco sarebbe già un compenso adeguato. Da Creta Venizelos non rinuncia ai sogni e il 27 settembre fa un appello a Re Costantino, pregandolo di sposare la causa nazionale e di seguire la «via del dovere», marciando contro i bulgari: «Questo movimento non è diretto contro il Sovrano o la dinastia. Non si tratta di una rivoluzione vera e propria, ma di un ultimo sforzo per indurre il Re a scendere in campo alla testa del suo popolo». Il discorso oscilla tra “una via d’uscita dalla crisi” e un monito alla Corona. Il movimento interventista è in crescita e raccoglie le simpatie di una discreta porzione dell’élite militare, compreso Moschopoulos, Capo di Stato maggiore ellenico.
Il fronte orientale è sempre più in pieno stile occidentale. A confermarlo è il Generale Brusilov: «Ora i nostri successi non possono più essere valutati con l’estensione dei territori riconquistati, ma secondo la quantità di nemici messi fuori combattimento. […] Avanzare rapidamente non deve essere la nostra più grande preoccupazione». Il passaggio da guerra di movimento a lotta d’esaurimento è comodo anche per giustificare lo stallo dell’offensiva.
Tra le tante dichiarazioni di giornata non poteva mancare una voce inglese, impersonata da Lloyd George: «La Germania vuole un traguardo certo per questa guerra, la accontenteremo. La lotta continuerà fino al Knock-out. Il mondo intero deve capirlo, compresi i neutri mossi da nobili motivi umanitari. La Gran Bretagna non ha fatto appello a nessuno quando non era preparata a battersi e non ammetterà interferenze ora che è pronta a tutto. […] Quando ho visitato il fronte mi sono creduto alle porte dell’inferno. Miriadi di uomini entravano nella fornace e ne uscivano mutilati, irriconoscibili. Questa cosa spaventosa non si deve più rinnovare sulla terra».
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Movimento interventista a favore dell’Intesa in Grecia. Proclama di Venizelos a Creta: le truppe si pronunciano per gli Alleati.
- I giornali americani pubblicano un’intervista di Lloyd George sulla guerra.
- Ad Addis Abeba l’Abuna d’Etiopia, Matheos, e i capi abissini depongono l’erede del trono etiope Ligg Jassu per il suo fervore islamista, nominano imperatrice la figlia di Menelik, Uoizerò-Zeoditù, e consacrano erede del trono e capo del Governo il Degiac Tafari, figlio di Ras Maconnen, Governatore dell’Harrar.
- 500 ufficiali e il Generale Moschopoulos, Capo dello Stato maggiore ellenico, inviano un indirizzo a Re Costantino chiedendogli di abbandonare la neutralità.
Fronte occidentale
- I britannici assaltano Stuff Redoubt e avanzano a nord di Flers, verso est di Eaucourt l’Abbaye.
- I francesi fanno progressi fra Frégicourt e Morval.
- A Verdun un forte attacco notturno tedesco contro Thiaumont e Fleury viene respinto con numerose perdite.
- Raid britannico vicino Bruxelles.
Fronte meridionale
- L’armata rumena occupa un terzo della Transilvania (risultato di un mese in guerra).
- Nella vallata del Jiu (Vulcan Pass) le truppe rumene attaccano e respingono il nemico, che si ritira a nord e nord-ovest.
Parole d'epoca
Diario di Guerra 1915 - 1918
di Don Andrea Balestrazzi
Passano i giorni, passano i mesi, si diventa vecchi sotto le armi.
Si consuma proprio la vita sotto la tenda… Ventisei anni.
Povero me! Mi vergogno a pensarci! …
DAL FRONTE
Nella Valle dell'Astico, la notte sul 26, intensa azione delle artiglierie nemiche contro le nostre linee, fatta cessare dall' efficace intervento delle nostre batterie.
A nord-est della conca di Laghi (torrente Zara-Posina) un nostro riparto, con ardita azione di sorpresa, occupò un' elevata posizione tra Menari e Tovo.
Sulla rimanente fronte azioni delle artiglierie: quella nemica si dimostrò particolarmente attiva contro i capisaldi da noi conquistati di Quota 208 e Quota 144 sul Carso.
Nella passata notte un nostro dirigibile, lottando, contro forti correnti aeree, riuscì a portarsi sul Carso dove bombardò una colonna di truppa e carreggi in marcia lungo la strada da Cominiano a Castagnevizza.
L' aeronave, benché scoperta da riflettori nemici e fatta segno ad intenso fuoco delle artiglierie nemiche, ritornò incolume nelle nostre linee.
Firmato: CADORNA