Bethmann-Hollweg disinnesca le accuse
C’è grande attesa per la riapertura del Reichstag, il Cancelliere Bethmann-Hollweg deve districarsi dalle accuse degli oppositori. Le critiche non mancano, arrivano soprattutto da destra, dai conservatori, dai reazionari, dagli annessionisti, convinti di trovarsi di fronte a una politica “troppo morbida”. Nel suo intervento Bethmann-Hollweg si preoccupa innanzi tutto di dare al pubblico ciò che vuole: espone il punto di vista berlinese sulle recenti dichiarazioni di guerra italiana e rumena e lancia l’osso, lo scoop: «I soldati tedeschi combatterono insieme ai soldati austro-ungarici sul fronte italiano. Tuttavia non ne seguì la formale dichiarazione di guerra, perché Roma avrebbe volentieri voluto addossare a noi l’iniziativa».
Le critiche sulla diplomazia sono disinnescate. Passiamo a quelle militari. Il Cancelliere riassume in poche frasi l’attualità del conflitto. È vero, gli Alleati hanno preso l’offensiva, ma non hanno ottenuto nulla: il fronte occidentale non è stato sfondato, quello orientale neanche e nei Balcani, dove si pretendeva di tagliare le comunicazioni tedesche con l’Oriente, è ancora tutto sotto controllo.
C’è un ultima grande critica da placare: la Germania non utilizzerebbe tutte le carte del mazzo per annientare il nemico. E se avete pensato ai sottomarini avete visto giusto. La risposta di Bethmann-Hollweg apre scenari preoccupanti: «Un uomo di Stato tedesco che titubasse nell’impiegare ogni mezzo per abbreviare la guerra dovrebbe essere impiccato». Buonismo rispedito al mittente, posizione radicalizzata, Nobel per la pace addio.
Sulla Somme i recenti successi franco-britannici nelle battaglie di Combles, Thiepval e Morval rappresentano un ottimo risultato: ora gli Alleati controllano molti promontori chiave, compresi quelli sulla strada per Bapaume.
Le vittorie vengono ammesse a denti stretti anche dai tedeschi. Ma non si dorme sugli allori, non è tempo. Almeno non per il Generale Haig: «Se ci rilassassimo il nemico sarebbe in grado di rafforzare le difese, riacquistare equilibrio, colmare le lacune. Più a lungo riposiamo, più ostico diventa il problema, quindi dobbiamo continuare a pressare i tedeschi». Detto fatto: sui colli a nord-est di Thiepval i britannici riescono ad occupare gran parte dei trinceramenti Stuff e Schwaben, quindi avanzano verso Eaucourt l’Abbaye; i francesi fanno progressi fra Frégicourt e Morval.
In Transilvania i rumeni rispondono alla controffensiva austro-tedesca impegnando violenti scontri nella valle del Jiu, tra il passo di Vulcan e Petrozsény.
In Macedonia i contrattacchi bulgari sul Kajmakčalan sono respinti.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Riapre il Reichstag tedesco: l'intervento del Cancelliere Bethmann Hollweg espone le circostanze che hanno portato alla guerra con l'Italia e con la Romania.
- Molti ufficiali greci della riserva pubblicano un appello al popolo per l’intervento a fianco dell'Intesa.
Fronte occidentale
- I britannici attaccano ed espugnano la gran parte di Schawben Redoubt, sulla cresta della piana di Thiepval.
- I britannici avanzano a nord e nord-est di Courcelette e fra Martinpuich e Gueudecourt.
- Concluse le battaglie di Morval e Thiepval.
Parole d'epoca
Acqua condita con sale
di Orlando Tosi, soldato del 213° fanteria, brigata Arno
Tutto ad un tratto ci fecero entrare dentro a un grosso baroccone credendo sicuro di mangiare. E cosa ci fecero fare? Il bagno all'acqua fredda, quello era il nostro sostenimento, dopo tre giorni quasi senza mangiare. Figuratevi che strazio che molti dalla debolezza cadevano svenuti e portati via con i lenzuoli, perché chi non andava sotto quell'acqua fresca era frustato a carne viva. “Morale” (Ricordatevi o fratelli Italiani già che sentite appresso tante vigliaccherie, che gli Austriaci sono stati vigliacchi carnefici, e saranno sempre e per queste torture con queste tirannie che ci hanno fatto, bisogna vendicarsi sempre con questi barbari e se vi capitano potete vendicarvi sicuramente di vero cuore che non sbagliate.). Fatto il bagno e vestiti si uscì da una porta uno per uno facendoci fare della percosizione addosso, dove ci levarono a chi il coltello, a chi l'orologio d'oro o argento e anche i soldi: tutto quello che ci trovarono.
Ma a noi dell'oro e dell'argento non ci si pensava, bastava che ci dassero da mangiare, si pensava alla nostra vita. Vinne verso le sette di sera e il rancio non se ne parlava. Noi sdraiati per terra si gridava “Vigliacchi, lazzeroni, ci fate morire di fame, mentre i vostri prigionieri stanno godendo nella bella Italia pieni di vitto quanto ne vogliono. Tutti piangendo come creature gettati sul suolo con gli occhi al cielo esclamando “Mamma mia non ti rivedremo più e te non sai di che siamo morti e quanto abbiamo sofferto”. Dopo un'altra ora eccoti il rancio: cosa era? Acqua calda condita col sale, con qualche corteccia di rapa interrata che dovevi essere affortunato se te ne toccava una, perché se la prendevano l'interpredi che distribuivano il rancio ed i suoi paesani o conoscenti.
Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano
DAL FRONTE
Insistenti azioni delle artiglierie nemiche contro Limone sul Garda e nella zona tra Avisio e Vanoi-Cismon.
Sull' Altopiano di Asiago le nostre fanterie irruppero ieri in una lunetta nemica nei pressi di Casera Zebio scompigliandone la difesa con lancio di bombe a mano. Rientrarono quindi nelle proprie linee.
Nell' Alto Cordevole l' avversario rinnovò l' attacco contro la posizione da noi conquistata verso la Cima di Monte Sief. Fu respinto con gravi perdite.
Lungo la rimanente fronte azioni di artiglieria: qualche bomba cadde su Gorizia.
Firmato: CADORNA