27 Novembre, 1916

Solo i russi possono salvare Bucarest

Con la Romania vicino al baratro, tutto l’occidente fruga nelle proprie speranze, cerca paragoni di buon auspicio. Il più gettonato è quello con la Francia invasa del 1914 e la domanda, unica e scontata, è: “Ci sarà anche qui una battaglia della Marna?”
Su come raddrizzare le sorti di Bucarest ognuno dice la sua, ma in realtà sono tutti in attesa di un poderoso intervento russo, oggettivamente l’unica possibilità di salvare capra e cavoli. Certo, esistono anche teorie più fantasiose: come un’improbabile controffensiva, oppure «rovesciare uomini a Salonicco», un grande classico, un disco rotto mai fuori moda. Il giudizio lo lascio a Marcello Prati, firma de La Stampa: «Questi fogli sono matti come cavalli». What else?
Ben altri toni si leggono sui giornali imperiali.
Il 27 novembre i rumeni abbandonano la linea dell’Olt e gli eserciti austro-bulgaro-tedeschi incastonano altre tre gemme nella loro avanzata: cadono Curtea de Argeș, Alexandria e soprattutto Giurgiu, sul Danubio, a meno di 60 chilometri da Bucarest.

 In Italia è La Tribuna a cogliere l’insegnamento della campagna rumena: «Nonostante la crescente e contemporanea pressione esercitata su tutti i fronti, non è ancora venuta meno la capacità nemica di concentrare tutta la propria azione offensiva su un unico punto, mantenendo la difensiva sui rimanenti fronti». Quindi lancia un monito agli Alleati: occhio all’Italia, potrebbe essere la prossima.
Berlino non si limita alle operazioni terrestri e organizza un nuovo raid sull’Inghilterra, ma con altri due zeppelin abbattuti i “contro” mantengono il vantaggio sui “pro”.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Fronte occidentale

  • Raid degli zeppelin tedeschi sulla costa nord-est e a nord delle Midlands (Inghilterra): 4 Morti, 37 feriti; abbattuti due zeppelin.

Fronte meridionale

  • I rumeni abbandonano la linea dell’Olt.
  • I tedeschi avanzano su Bucarest, catturano Curtea de Argeș e Giurgiu e occupano Alexandria.
  • Duri scontri verso Orşova.

Fronte asiatico ed egiziano

  • I russi respingono i turchi in Persia, prendendo molto materiale bellico.

Operazioni navali

  • La “City of Birmingham” affondata da sottomarino tedesco: 4 vittime.

Parole d'epoca

Tremare dalla paura

di Giuseppe Mimmi, 90° reggimento fanteria, brigata Salerno. Poi 142° fanteria, brigata Catanzaro, sottotenente

Ieri sera alle ventidue, tutto il reggimento si è mosso e la marcia notturna, per l'altipiano di Doberdò, fino al Vallone, si è svolta senza incidenti. Durante il cammino ho avuto sempre la compagnia del capitano Ragni, che per ordine del comando di divisione, ha il compito di seguire e sorvegliare i movimenti. È tornato anche lui da Spoleto, pochi giorni or sono e mi ha raccontato dello strazio della famiglia Arcangeli, dopo la morte di Tomassino.
Dal Vallone in avanti, le cose sono cambiate. Lungo la mulattiera, che sale a quota 208 nord, siamo stati disturbati da alcune salve di shrapnels e da qualche granata sporadica, senza obbiettivo determinato, che specie durante la notte, gli austriaci lanciano ad intervalli per ostacolare il transito ed i rifornimenti, ma più oltre è venuto il difficile. Si è reso necessario marciare lentissimamente, in fila indiana ed in completo silenzio, parte allo scoperto e parte in camminamenti stretti e fangosi, procedendo a tentoni, perché non si vedeva ad un palmo dal naso.

Dopo un tempo, che mi è sembrato interminabile, io, che ero in testa alla compagnia, ho trovato dei soldati stesi nella melma ed ho saputo da essi, che eravamo giunti in linea, ma di trincere, neppure la traccia. Nel buio, abbiamo dato il cambio al reparto che andava a riposo ed ho avuto una consegna approssimativa, del luogo e dei compiti che ci attendono, perché tutti avevano una gran fretta di svignarsela e non hanno perso tempo in eccessive spiegazioni, limitandosi a sbrigarsela con la solita frase, che condensa tutta la filosofia della vita militare "cercate di arrangiarvi".
Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano

 

DAL FRONTE

Movimenti nemici nella zona montuosa a settentrione di Valle di Ledro ed in Valle d' Assa furono battuti da tiri aggiustati delle nostre artiglierie. Sulla rimanente fronte Tridentina le intense precipitazioni atmosferiche ostacolarono l' attività delle nostre truppe. In Carnia nella giornata del 25 violenti bombardamenti nemici contro le nostre posizioni alle testate del Degano, But e Chiarzò. Alcune granate caddero su Paluzza e Paularo senza farvi danni. Di rimando le nostre artiglierie bombardarono accantonamenti nemici in Birnbaum e la stazione di Manthen (Valle del Gail). Nella zona ad oriente di Gorizia, l' avversario, che ha portato in linea nuove batterie, eseguì frequenti tiri sulle nostre retrovie: fu efficacemente controbattuto. Sul Carso nessun importante avvenimento. In piccoli scontri prendemmo alcuni prigionieri.
Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori