Dall’Isonzo al Carso
«Le nostre truppe ampliano le loro posizioni». Mica tanto. Gli ultimi attacchi italiani sull’Isonzo sono falliti, il 20 maggio quell’offensiva viene abbandonata. Ora tocca al settore carsico, allo spicchio meridionale del nostro fronte. È la seconda parte del piano, quella dell’avvicinamento a Trieste.
Non sono solo i giornali italiani ad “accomodare” la realtà. Un bel “lifting” si può leggere anche nei quotidiani francesi. Per esempio nessuno accenna ai continui ammutinamenti: secondo alcune stime sarebbero coinvolti reparti di 68 delle 112 divisioni al fronte; una discreta ruga da nascondere. Il malcontento fermenta. Il dolore dei soldati è scolpito nell’anima, negli occhi si può leggere il riflesso di ogni tragico particolare. Il Generale Pétain deve risolvere in fretta il problema e decide di sospendere “le offensive inutili”.
Dagli ammutinati francesi ai dissidenti russi il collegamento è fin troppo facile.
Qui la patata bollente è nelle mani di Kerenskij, Ministro della guerra e della marina:
«Dobbiamo anzitutto consolidare la libertà civile dataci dalla rivoluzione. Per farlo ciascuno di noi deve compiere con abnegazione il suo dovere verso la patria. Dobbiamo dimostrare al mondo di non saper solo distruggere, ma anche costruire. Aiutatemi a dimostrare che l’esercito russo non è solo un rudere».
A Pietrogrado il nuovo Governo provvisorio detta le linee guida, ma nei punti chiave resta abbastanza sul vago. C’è da occuparsi dei lavoratori, ma la spinosa questione della suddivisione delle terre sarà lasciata all’Assemblea costituente, da convocare "il prima possibile". E poi c’è la politica estera: «Il Governo provvisorio ripudia ogni idea di pace separata. Il nostro scopo è di raggiungere una pace universale che non implichi l’asservimento di altri popoli, né la manomissione del loro patrimonio nazionale, né l’occupazione con la forza di territori esteri. Una pace senza annessioni o indennità che dia alle Nazioni la facoltà di disporre liberamente del proprio futuro».
L’apertura a sinistra è inevitabile, ma ne risulta un mix di idee abbastanza nebuloso. A parole suona molto bene, ma la domanda è quanto sia condiviso, quanto sia fattibile e quanto si avvicini ai propositi Alleati.
L’ultima notizia arriva da Washington: un contingente americano è partito per la Francia, è guidato dal Generale Pershing, l’uomo al comando della recente spedizione messicana.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- In una dichiarazione ufficiale il Governo provvisorio russo riconosce il debito d’onore con gli Alleati e ripudia le trattative sulla pace separata.
- I delegati al Congresso dei contadini di Russia manifestano la loro decisione favorevole alla continuazione della guerra.
- I marinai della flotta russa del Mar Nero, che danno prova di sentimenti patriottici, tengono un grande comizio; partecipano Kerenskij, il belga Vandervelde, il francese Thomas e gli Ambasciatori Alleati.
- Nuova missione asburgica a Parigi svolta dal Principe Sisto di Borbone-Parma.
- Canada: la legge sulla coscrizione viene annunciata e bene accolta.
- La divisione U.S.A. parte per la Francia sotto il comando del Generale Pershing.
- Scartata l’idea di Roosevelt di formare e inviare in Europa un corpo volontario.
- Il Governo serbo si trasferisce da Corfù a Salonicco.
Fronte occidentale
- I britannici forzano la linea vicino Fontaine-lès-Croisilles e conquistano una nuova sezione di linea Hindenburg tra Fontaine-lès-Croisilles e Bullecourt.
- I tedeschi guadagnano quasi 200 metri a nord-est di Cerny. Perdono 500 prigionieri nel settore di Moronvilliers.
- Fine della seconda battaglia dell’Aisne.
- Ammutinamenti nell’armata francese: interessate 68 delle 112 divisioni.
Fronte italiano
- Gli italiani ricacciano forti masse austro-ungariche lanciate contro il Pasubio a ovest del Dente, infliggendo un sanguinoso scacco.
- Gli austro-ungarici vengono sconfitti nell’attacco sul Carso.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 723 - 20 MAGGIO 1917 - ORE 18:00
Nella zona a nord di Gorizia le nostre truppe ampliarono ieri l'occupazione dell'altura di Quota 652 (Vodice).Dense masse nemiche, precedute da intense raffiche di fuochi di sbarramento, tentarono con ostinati contrattacchi di arrestare i nostri progressi; ma furono ogni volta ributtati con perdite sanguinose. A sera, ritratte le proprie fanterie, l'avversario concentrò sulle posizioni da esso perdute il fuoco di numerose batterie; ma il terreno conquistato fu dai nostri saldamente tenuto. C' impadronimmo di due cannoni da 105, due mortai da 149, lanciabombe, mitragliatrici, e di gran numero di armi e di munizioni.
Nella zona ad oriente di Gorizia ardite irruzioni di nostri reparti nelle linee nemiche riportarono prigionieri.
Complessivamente nella giornata prendemmo al nemico 272 prigionieri, dei quali quattro ufficiali.
Sulla rimanente fronte Giulia perdura intenso il duello delle artiglierie; la nostra bersagliò movimenti di truppe nemiche nella vallata dell'Idria.
Sulla fronte Tridentina con violenta azione di fuoco e piccole avanzate di fanteria, l'avversario tentò attacchi a scopo diversivo, ovunque falliti.
In combattimento aereo su Feltre fu abbattuto un velivolo.
Generale CADORNA