Tisza si dimette
La confusa direzione russa andrebbe chiarita. Agli Alleati, certo, ma forse anche agli stessi russi. I giornali del 22 maggio riportano le parole del Premier L’vov: «Dire “niente annessioni” non significa una difesa passiva. Non possiamo lasciare al nemico i nostri territori occupati e i nostri compatrioti. E non possiamo rimanere indifferenti alle sorti del Belgio, della Serbia e della Romania. […] L’armistizio ‘di fatto’ prodottosi al fronte deve cessare». Interessante l’uso della parola “armistizio”, rende bene l’idea di cosa stia accadendo in prima linea.
Ma volendo fare l’avvocato del diavolo non è proprio tutto chiaro: l’Alsazia e la Lorena, il Trentino e Dalmazia, sarebbero annessioni o restituzioni? Questione di semantica, di punti di vista. Anche qui è un “dico, non dico”. Proprio come Tereshchenko, il Ministro degli esteri: «Aspiriamo a una pace giusta per il mondo intero, a non offendere alcuna nazione, a non creare odio e allontanamento, sentimenti sempre presenti quando un Paese si arricchisce a spese di un altro, quando questo è schiacciato e costretto ad accettare condizioni di pace umilianti».
Sì, ma questo non sembra accordarsi bene con le idee Alleate per gli Imperi centrali. Insomma, l’unica cosa chiara è la volontà di non firmare una pace separata e di tornare ad avere un esercito decente, necessario per proseguire la guerra.
La giornata politica è però incentrata su Budapest. Se ne parlava da tanto e alla fine il capolinea è arrivato: il Premier ungherese Tisza si dimette dopo la bocciatura della sua riforma elettorale. Ma questo non è l’unico motivo: le contese interne riguardano la pace, la questione polacca e i rapporti con Vienna. Da mesi il Gabinetto subiva attacchi continui dai tre maggiori oppositori: Andrassy, padrone del Partito costituzionale, il conservatore Apponyi e Károlyi, indipendentista con ampie simpatie socialiste.
Al fronte l’esercito asburgico prosegue la pressione in Trentino. Il bombardamento preliminare sconvolge le posizioni italiane sul Piccolo Colbricon, 2500 metri e spicci; il successivo assalto è portato da ingenti forze e penetra le nostre linee fino all’arrivo dei rinforzi, a quel punto è respinto.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Si dimette il Conte Tisza, Primo Ministro ungherese.
- Arriva a New York la missione italiana guidata dal Principe di Udine.
- Il Brigadier-Generale Nash succede a Geddes come ispettore generale dei trasporti sul fronte occidentale.
- Crisi in Cina: il Presidente rimpiazza Tuan-Chi-Jui con Wu Ting Fang come Primo Ministro.
Fronte occidentale
- Scontri confusi sul fronte di Arras; i francesi effettuano con successo azioni sul fronte del fiume Aisne.
Fronte italiano
- Respinto un violento attacco austro-ungarico alle posizioni italiane del Monte Colbricon (Val Travignolo).
Fronte asiatico ed egiziano
- Demolizione di 20 km. della ferrovia dell’Hejaz da parte della Brigata ANZAC e del Camel Corps.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 725 - 22 MAGGIO 1917 - ORE 18:00
Sulla fronte Tridentina il nemico, nonostante gli scacchi subiti nei passati giorni, persiste in saltuarie azioni offensive a scopo di diversione, ma i suoi sforzi sono impotenti a deviare il Comando italiano dagli obbiettivi che si è prefisso.
Nella notte sul 21 violente irruzioni tentate di sorpresa contro le nostre linee avanzate sul passo di Cavento (Adamello), al Ponte di Plubega (Chiesc) e in Valle Giumella (Rio Ponale) furono respinte col fuoco.
Fra Garda e Adige, dopo intensa e prolungata azione di artiglierie d’ogni calibro, il nemico attaccò le posizioni del Dosso Alto (sud-ovest del Lago di Loppio) e nella Zugna. Gli assalitori furono ributtati con gravi perdite. Altri piccoli attacchi tentati nella giornata di ieri in Valle di Posina, sull’altopiano di Asiago ed in Carnia contro le nostre linee del Pal Piccolo, fallirono tutti.
Sulla fronte Giulia, nel settore a nord di Gorizia, il duello delle artiglierie, già vivace nel mattino di ieri, s’intensificò verso sera, senza peraltro essere seguito da azioni di fanteria. Fu consolidata la nostra occupazione sull’latura di Quota 363 ad est di Plava, dove c’impadronimmo d’un cannone e d’una trentina di prigionieri.
Ad oriente di Gorizia il nemico tentò insistentemente di sloggiarci dall’altura di Quota 126, a sud di Grazigna; l’efficace intervento della nostra artiglieria e dei rincalzi valse ad infrangere ogni volta gli attacchi.
Nella notte sul 21 una nostra aeronave bombardava le retrovie nemiche presso Vogrisca, nella valle del Frigido e ritornava poi alla propria base.
Firmato: CADORNA