5 Dicembre, 1917

Cedute le Melette

«Siamo pronti a riceverli. Il fuoco intenso fa pensare a un attacco a breve termine. Il nemico tenta un’operazione importante, ma un conto è tentare, un altro è riuscire. Ci attendiamo una lotta aspra, le difese sono buone».
È questo il parere del Generale Pecori Giraldi. Nell’intervista a La Stampa il Comandante della prima armata italiana non risparmia una frecciata al suo nemico diretto: «Viste fallire le prime prove, Conrad ha raccolto forze maggiori e ripeterà il tentativo. Le aspettative devono essere alte. Questa sarà la maggior prova di un Generale finora non troppo fortunato e poco in odore di santità presso il Comando germanico. Tuttavia il tempo gli è favorevole».
Mentre gli italiani leggono queste parole sul giornale del 5 dicembre, gli austro-tedeschi vibrano il colpo. La sfuriata impatta Monte Zomo, Monte Castelgomberto e le Melette. La resistenza italiana è strenua, ostinata su ogni centimetro di roccia. A fine giornata però gli austro-tedeschi hanno fatto progressi: le Melette di Foza e Gallio sono cadute, migliaia i prigionieri reclamati.


In luoghi lontani, sempre più lontani, tutto tace. A Erzincan l’Impero ottomano e i russi hanno stabilito un “cessate il fuoco”, come quello sul fronte orientale. Le trattative per l’armistizio proseguono. A Brest-Litovsk si ufficializza una tregua preliminare tra russi e austro-bulgaro-tedeschi.

A Pietrogrado Trockij vuole far chiarezza con l’Intesa: «Il Soviet non si considera vincolato dagli accordi dei precedenti Governi. Il potere del Soviet, nella lotta per la pace, è guidato dai principi democratici e dagli interessi delle classi operaie. Il Governo russo cercava una pace generale, negoziata di concerto con gli Alleati. Siamo contro ogni diplomazia segreta, contro l’imperialismo in tutti i paesi, inclusa la Gran Bretagna».
La Russia vuole una pace senza annessioni, né indennità. I tedeschi, però, potrebbero pensarla in maniera diversa.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società 

  • Armistizio di Erzincan tra Impero ottomano e Russia, sospensione delle ostilità sul fronte del Caucaso.
  • Negoziati a Brest-Litovsk: armistizio russo, sospensione preliminare delle ostilità.

Fronte occidentale

  • Gli aviatori inglesi bombardano Zweibrücken e Saarbrücken.
  • Gli inglesi effettuano un raid aereo con successo sulla costa belga.

Fronte italiano

  • Gli austro-tedeschi fanno progressi sull’altopiano di Asiago, assaltano Monte Zomo e Monte Castelgomberto e attaccano le Melette, reclamando 11.000 prigionieri. Le truppe italiane cedono il caposaldo delle Melette.

Fronte asiatico ed egiziano

  • I britannici prendono il passo Sakaltutan (sulla strada Deli Abbas-Kifri) e 230 prigionieri.

 

Dal fronte italiano

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 962 - 05 DICEMBRE 1917 - ORE 18:00

Sull' Altipiano di Asiago l' avversario, dopo aver reso formidabile lo schieramento delle artiglierie e rinnovate e accresciute le forze duramente provate nei precedenti combattimenti, ha iniziato l' attacco delle nostre posizioni. Il primo urto sferrato ieri, è stato saldamente sostenuto dai nostri e unico vantaggio conseguito dagli austro-germanici, a prezzo di ingenti perdite, è la conquista di qualche posizione che non ha scosso la saldezza della nostra resistenza. Preceduto da un tiro di distruzione iniziato nella notte e continuato violentissimo per parecchie ore, accompagnato da poderose raffiche di interdizione, le masse nemiche hanno eseguito un  doppio attacco contro  il  nostro c aposaldo delle Melette. Il primo, da nordovest, dopo vari tentativi di avanzata, arrestato dal nostro tiro di sbarramento, s' infranse definitivamente nel pomeriggio sul tratto monte Sisemol - pendici sud occidentali di Meletta di Gallio, dove, con violenti corpo a corpo, gli assalitori vennero decisamente ributtati con gravi perdite e lasciandoci anche qualche centinaio di prigionieri.

Il secondo, da nord-est, fu portato con maggiori forze e tenacia tra monte Tondarecar e monte Badenecche. Qui, dopo lotta accanitissima, prolungatasi fino alle prime ore di questa mattina, l' occupazione di alcune trincee, potuta effettuare dall' avversario, ci consigliò a ritrarre qualche tratto più avanzato, della nostra linea.
A Zenson sul Piave, essendosi notato maggior movimento, una nostra compagnia d' assalto, felicemente appoggiata dall' artiglieria che distrusse 5 passarelle in quel punto costruite dal nemico, attaccò l' avversario nell' ansa infliggendogli perdite e riportando alcune decine di prigionieri e mitragliatrici.

GENERALE DIAZ

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori