Cedute le Melette
«Siamo pronti a riceverli. Il fuoco intenso fa pensare a un attacco a breve termine. Il nemico tenta un’operazione importante, ma un conto è tentare, un altro è riuscire. Ci attendiamo una lotta aspra, le difese sono buone».
È questo il parere del Generale Pecori Giraldi. Nell’intervista a La Stampa il Comandante della prima armata italiana non risparmia una frecciata al suo nemico diretto: «Viste fallire le prime prove, Conrad ha raccolto forze maggiori e ripeterà il tentativo. Le aspettative devono essere alte. Questa sarà la maggior prova di un Generale finora non troppo fortunato e poco in odore di santità presso il Comando germanico. Tuttavia il tempo gli è favorevole».
Mentre gli italiani leggono queste parole sul giornale del 5 dicembre, gli austro-tedeschi vibrano il colpo. La sfuriata impatta Monte Zomo, Monte Castelgomberto e le Melette. La resistenza italiana è strenua, ostinata su ogni centimetro di roccia. A fine giornata però gli austro-tedeschi hanno fatto progressi: le Melette di Foza e Gallio sono cadute, migliaia i prigionieri reclamati.
In luoghi lontani, sempre più lontani, tutto tace. A Erzincan l’Impero ottomano e i russi hanno stabilito un “cessate il fuoco”, come quello sul fronte orientale. Le trattative per l’armistizio proseguono. A Brest-Litovsk si ufficializza una tregua preliminare tra russi e austro-bulgaro-tedeschi.
A Pietrogrado Trockij vuole far chiarezza con l’Intesa: «Il Soviet non si considera vincolato dagli accordi dei precedenti Governi. Il potere del Soviet, nella lotta per la pace, è guidato dai principi democratici e dagli interessi delle classi operaie. Il Governo russo cercava una pace generale, negoziata di concerto con gli Alleati. Siamo contro ogni diplomazia segreta, contro l’imperialismo in tutti i paesi, inclusa la Gran Bretagna».
La Russia vuole una pace senza annessioni, né indennità. I tedeschi, però, potrebbero pensarla in maniera diversa.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Armistizio di Erzincan tra Impero ottomano e Russia, sospensione delle ostilità sul fronte del Caucaso.
- Negoziati a Brest-Litovsk: armistizio russo, sospensione preliminare delle ostilità.
Fronte occidentale
- Gli aviatori inglesi bombardano Zweibrücken e Saarbrücken.
- Gli inglesi effettuano un raid aereo con successo sulla costa belga.
Fronte italiano
- Gli austro-tedeschi fanno progressi sull’altopiano di Asiago, assaltano Monte Zomo e Monte Castelgomberto e attaccano le Melette, reclamando 11.000 prigionieri. Le truppe italiane cedono il caposaldo delle Melette.
Fronte asiatico ed egiziano
- I britannici prendono il passo Sakaltutan (sulla strada Deli Abbas-Kifri) e 230 prigionieri.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 962 - 05 DICEMBRE 1917 - ORE 18:00
Sull' Altipiano di Asiago l' avversario, dopo aver reso formidabile lo schieramento delle artiglierie e rinnovate e accresciute le forze duramente provate nei precedenti combattimenti, ha iniziato l' attacco delle nostre posizioni. Il primo urto sferrato ieri, è stato saldamente sostenuto dai nostri e unico vantaggio conseguito dagli austro-germanici, a prezzo di ingenti perdite, è la conquista di qualche posizione che non ha scosso la saldezza della nostra resistenza. Preceduto da un tiro di distruzione iniziato nella notte e continuato violentissimo per parecchie ore, accompagnato da poderose raffiche di interdizione, le masse nemiche hanno eseguito un doppio attacco contro il nostro c aposaldo delle Melette. Il primo, da nordovest, dopo vari tentativi di avanzata, arrestato dal nostro tiro di sbarramento, s' infranse definitivamente nel pomeriggio sul tratto monte Sisemol - pendici sud occidentali di Meletta di Gallio, dove, con violenti corpo a corpo, gli assalitori vennero decisamente ributtati con gravi perdite e lasciandoci anche qualche centinaio di prigionieri.
Il secondo, da nord-est, fu portato con maggiori forze e tenacia tra monte Tondarecar e monte Badenecche. Qui, dopo lotta accanitissima, prolungatasi fino alle prime ore di questa mattina, l' occupazione di alcune trincee, potuta effettuare dall' avversario, ci consigliò a ritrarre qualche tratto più avanzato, della nostra linea.
A Zenson sul Piave, essendosi notato maggior movimento, una nostra compagnia d' assalto, felicemente appoggiata dall' artiglieria che distrusse 5 passarelle in quel punto costruite dal nemico, attaccò l' avversario nell' ansa infliggendogli perdite e riportando alcune decine di prigionieri e mitragliatrici.
GENERALE DIAZ