La pace britannica
Oggi noi quando ragioniamo sul “male assoluto” tendiamo ad associarlo a un nome e un cognome: Adolf Hitler. Ma fino al 1938, anno più anno meno, quel ruolo spettava di diritto a Leopoldo II del Belgio, protagonista del più brutale regime coloniale mai visto; per dettagli chiedere ai congolesi.
Il 5 gennaio il Premier britannico Lloyd George riespone gli scopi di guerra Alleati alla Conferenza dei sindacati e delle associazioni di sinistra. È un modo anche per intervenire in maniera indiretta sulle trattative di Brest-Litovsk. Tra i vari punti elencati c’è l’argomento coloniale, tanto caro a Berlino. Stando alle parole di Lloyd George, gli indigeni delle ex colonie tedesche dovrebbero decidere loro stessi se restare sotto il giogo germanico, o emanciparsi dalla schiavitù, liberarsi di un regime barbaro. Curioso, a dirlo è il più grande impero coloniale del mondo, alleato di un altro impero coloniale come quello francese e proprio del Belgio, che non è più quello di Leopoldo, ma il cui ricordo è ancora freschissimo.
È curioso anche perché gli Alleati non hanno nessuna intenzione di concedere gli stessi diritti alle proprie colonie, come invece vorrebbero gli idealisti russi.
D’accordo, l’aspetto coloniale è importante, ma allo stesso tempo marginale. E infatti Lloyd George taglia corto e si augura di risolverlo poi, durante la futura conferenza di pace, come le questioni disarmo e Società delle Nazioni.
Ma quali sarebbero le basi per la futura conferenza di pace? Le solite, anche se dettagliate un pochino meglio. Sgombero e restaurazione dei territori occupati, riparazioni per i danni causati, soluzione dei problemi in Asia e Africa, guarigione delle «ferite che avvelenano la pace europea da mezzo secolo». La Polonia deve riunificarsi indipendente; l’Alsazia-Lorena deve tornare francese, senza “se” e senza “ma”; stesso discorso per «le regioni italiane di stirpe e di lingua». Questo è un punto importante, perché “stirpe e lingua” escludono gran parte delle rivendicazioni romane, tutte quelle per interesse. Non a caso Lloyd George butta lì un’altra frase, rivolta anche ai russi, a chi ha pubblicato i documenti segreti: «Si è molto parlato degli accordi con i nostri alleati. Le nuove circostanze hanno mutato le condizioni e siamo sempre disposti a ridiscutere questi accordi con i nostri alleati».
Sono comunque condizioni inaccettabili per gli Imperi centrali e la Turchia, sulla carta menomata. A nulla servono le rassicurazioni di circostanza, per altro spesso contraddette a poche frasi di distanza: «Non vogliamo annientare la Germania e distruggere il popolo tedesco, ma solo l’autocrazia e il militarismo. L’adozione di una Costituzione democratica da parte della Germania sarebbe un’ottima base di partenza. […] Lo smembramento dell’Austria-Ungheria non fa parte dei nostri obiettivi, ma senza un’autonomia democratica effettiva per chi la chiede da tanto tempo è impossibile eliminare le cause di disordini. […] Non vogliamo sottrarre alla Turchia nessun territorio dove la razza turca sia predominante». Dunque salutate il Medio Oriente e forse più, ma questo l’ho aggiunto io.
Dalle ipotesi pacifiste britanniche passiamo alla concretezza dei negoziati di Brest-Litovsk: la Turchia ha presentato il conto ai russi e le sue idee sui territori contesi ricalcano quelle della Germania. I bolscevichi tentano la carta sobillazione e lanciano un appello al popolo tedesco e volantini all’esercito del Kaiser, illustrandone la politica imperialista e pregando in una protesta. Un buco nell’acqua o quasi.
Allo stesso tempo l’approvazione russa genera l’effetto domino sperato a Helsinki: Svezia e Francia riconoscono la Finlandia Stato indipendente.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Lloyd George pronuncia un discorso alla conferenza con i sindacati sugli obiettivi della guerra.
- La Turchia comunica i termini della pace alla Russia.
- La Svezia e la Francia riconoscono l’indipendenza della Finlandia.
- Newfoundland (Terranova): Lloyd forma un nuovo Gabinetto.
- Il Papa, ricevendo il patriziato e la nobiltà romana per gli auguri di Capodanno, rinnova l'aperta condanna contro i bombardamenti aerei su località indifese.
Fronte occidentale
- I britannici bombardano la stazione di Conflans.
- Respinto un forte attacco tedesco sulle posizioni britanniche a est di Bullecourt (Cambrai); riportati anche due assalti verso Hollebeke.
Fronte italiano
- Attività d’artiglieria da Asiago all’Adriatico e attività aeree su tutto il fronte.
Fronte asiatico ed egiziano
- Aden: i britannici eseguono ricognizioni verso Hatum e Jabir.
- Il Tenente-Colonnello Ronald Storrs nominato Governatore di Gerusalemme.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
5 GENNAIO 1918
Vivaci duelli d’artiglieria nel settore orientale dell’altipiano di Asiago ed a cavallo della Val Brenta. In Val di Seret una colonna nemica venne sorpresa e dispersa dalle nostre batterie.
Alla testata di Val Calcino pattuglie avversarie che avanzavano verso le nostre posizioni furono fugate a fucilate.
Lungo il medio Piave l’artiglieria nemica esplicò maggiore attività e la nostra la controbattè energicamente.
Aviatori inglesi distrussero a Susegana un pallone frenato nemico e fecero precipitare un velivolo presso Corbolone (Livenza). Nella giornata e nella notte notevole attività aerea sulle opposte prime linee e retrovie. Nostri aviatori hanno bombardato con buoni effetti baraccamenti e campi di aviazione. La stazione di Levico in Val Sugana e gli adiacenti magazzini vennero colpiti con 1200 chili di bombe. Quelli nemici lanciarono bombe su Mestre, Bassano e Castelfranco producendo lievi danni e qualche vittima in quest'ultima località.
GENERALE DIAZ