Guerra d’indipendenza
Mount Vernon è una modesta collinetta, eppure è difficile trovare una location migliore, in tutti i cinquanta Stati, per celebrare il 4 luglio, la festa dell’indipendenza americana. Lì sorge la tenuta di George Washington; lì scorre il Potomac, fiume a stelle e strisce se ce n’è uno, forse persino più del grande Mississippi.
Il Presidente Wilson festeggia qui l’indipendenza, davanti alla tomba del primo Presidente, di chi aveva emancipato un gruppo di colonie dal più potente impero al mondo. «In questo luogo fu elaborata una grande promessa, una promessa diretta a tutta l’umanità». Wilson, con il solito talento, architetta il parallelismo tra quel conflitto e quello attuale: «Questa guerra è il frutto del seme piantato allora». La parola “libertà” è cruciale, i valori americani riesposti.
Il leader “della più grande democrazia al mondo” non crede più a una pace di compromessi. Non la cerca neanche. «La soluzione dev’essere definitiva e non può ammettere nessuna indecisione. […] I nostri grandi scopi non possono essere raggiunti con tentativi di conciliazione e accomodamento».
Già, gli scopi dell’Intesa. «La forza dei nostri ideali è immortale e invincibile». Ma le parole di Wilson, prese alla lettera, tornano a esprimere un idealismo così spinto da stridere persino con i progetti Alleati. Londra, Parigi e Roma, più realiste, stanno al gioco e celebrano gli amici d’oltreoceano con grandi manifestazioni.
Per festeggiare, gli Stati Uniti non si limitano ai discorsi, ma danno sfoggio di potenza industriale: vengono varate un centinaio di imbarcazioni mercantili e una quindicina di navi da guerra.
A Costantinopoli è il giorno di Vahideddin, fratello del defunto Mehmed V e ora salito al trono come Mehmed VI. Sarà l’ultimo Sultano turco, il centesimo Califfo; assisterà, dal suo palco d’onore, al tracollo e al decesso dell’Impero ottomano.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Grande celebrazione del giorno dell’indipendenza in America.
- Londra ribadisce il diritto britannico di ispezione, ma a certe condizioni vi rinuncia per il convoglio olandese diretto alle Indie orientali.
- Proclamazione a Costantinopoli di Vahideddin come Sultano, sotto il nome di Mehmed VI.
- Un decreto di Lenin crea un Consiglio di guerra speciale per dirigere la lotta contro i cecoslovacchi.
- L’Ammiraglio Sims, Comandante supremo delle forze navali americane nelle acque europee, illustra la forza statunitense in un discorso a Londra.
Fronte occidentale
- Gli australiani e gli americani ricatturano il villaggio di Le Hamel e la foresta di Vaire (est di Amiens).
Fronte orientale
- I cecoslovacchi sconfiggono i bolscevichi vicino Ussurijsk (75 km. a nord di Vladivostok).
Fronte italiano
- Continua l’avanzata italiana sul delta del Piave e sul fronte del Monte Grappa.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 4 LUGLIO 1918
Nella zona litoranea, continuando la metodica distruzione dei numerosi nidi di mitragliatrici nascosti dentro le case o al riparo degli argini, abbiamo guadagnato ancora terreno a nord di Cavazuccherina: 223 prigionieri, di cui 7 ufficiali e parecchie mitragliatrici sono caduti nelle nostre mani insieme con abbondante materiale bellico.
A cavallo del Brenta abbiamo ampliato e migliorata la nostra occupazione di fondo Val San lorenzo (nord-ovest del Grappa) e del Monte Cornone (Sasso Rosso).
Sull’Altipiano di Asiago, riparti britannici e francesi, penetrati nelle trincee nemiche di Canove e di Bertigo, vi hanno catturato alcuni prigionieri.
Nelle ultime due giornate nostre squadriglie da bombardamento, col concorso di velivoli alleati, hanno colpito con circa 18 mila chilogrammi di bombe centri di vita e nodi stradali avversari sul Basso Piave. Truppe e carreggi sono stati mitragliati da bassa quota; un dirigibile ha bombardato efficacemente il bivio ferroviario per la Val Sugana, a sud di Trento.
Firmato: DIAZ