Agonia e deliri
«Rapidi progressi tra la Somme e la Sensée». Frantumata la linea Hindenburg, il 10 ottobre gli Alleati avanzano fino a occupare Le Cateau-Cambrésis e importanti posizioni sullo Chemin des Dames e in Champagne, dove i tedeschi si ritirano da Grandpré. Intanto gli statunitensi “ripuliscono” la fitta foresta delle Argonne: «Non posso scriverti il prezzo pagato. Non ti scriverò altro sulla guerra, perché ho il cuore a pezzi». Lettera di un ragazzo americano alla madre. Al momento quello resta il settore più complesso, il più statico, anche per le difficoltà di approvvigionamento.
La Germania è in agonia. I soldati sanno di aver perso, sanno di star solo tirandola per le lunghe, in attesa dell’inevitabile. E lo sanno anche gli alti papaveri. Per Hindenburg l’armistizio è una necessità militare: «Presto saremo allo stremo delle forze. Un armistizio ci consentirebbe almeno di disimpegnarci, riposarci e guadagnare un po’ di tempo. E se non dovessimo giungere a una pace potremmo comunque batterci meglio di adesso».
L’Alto comando imperiale confida nell’ovvia stanchezza generale, anche dell’Intesa.
Hindenburg e Ludendorff non hanno speranze di tenere i territori occupati, ma credono di poter difendere almeno i vecchi confini tedeschi. Più la guerra si fosse avvicinata alla Germania, più la consapevolezza di dover proteggere la madrepatria, la propria casa, avrebbe dato una marcia in più a tutti i tedeschi. Ragionamenti noti a Berlino, dove il Governo si scervella sul da farsi.
Eppure non tutti sono convinti, qualcuno rema contro. I conservatori pubblicano un disperato manifesto di opposizione. «La patria e quanto fu sacro ai padri, da Federico il Grande a Bismarck e gli Hohenzollern, è in pericolo. Tutto è in gioco e non deve andar distrutto. Le condizioni di Wilson ledono l’onore, l’integrità e l’avvenire della Germania. La lotta va continuata fino al raggiungimento di una pace onorevole. Si tratta di tenere la testa alta, avere fiducia nell’aiuto del cielo e impegnare sino all’ultimo uomo. Dio protegga la Germania».
Nell’illusorio delirio della destra reazionaria questa ritirata non significa ancora sconfitta. Viene persino organizzata una manifestazione a Berlino. Al canto del “Die Wacht am Rhein” si protesta contro la pace wilsoniana e qualsiasi mutilazione del territorio tedesco.
Chissà cosa ne pensa Vienna, con gli Alleati sempre più vicini ai propri confini meridionali: i francesi entrano a Pristina, a Niš non resta troppo tempo e gli Italiani si mantengono attivi in Albania.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Un manifesto dei conservatori tedeschi proclama che la patria è in pericolo. “Se le condizioni di Wilson sono lesive per l'onore, l'integrità e l'avvenire economico della Germania, la lotta va continuata sino al raggiungimento di una pace onorevole”.
- A Berlino avviene una dimostrazione contro la pace wilsoniana. Votato un ordine del giorno affermante l’integrità territoriale dell'Impero, a est e a ovest, come condizione necessaria per una pace onorevole.
- Morte del Generale Alekseyev.
- Cuba offre alcune truppe agli U.S.A.
- Al Congresso socialista francese passa la risoluzione dei “minoritari” di sinistra.
- Grey interviene sulla Società delle Nazioni.
- Dura epidemia di influenza in Sud Africa.
- Tuan Ch'i-jui (Duan Qirui), Primo ministro cinese, si ritira.
Fronte occidentale
- Evacuazione di Valenciennes. Gli abitanti si dirigono verso Nivelles (Belgio).
- Gli americani ripuliscono la foresta delle Argonne dai tedeschi.
- I britannici prendono Le Cateau e, nella regione di Lens, Rouvroy e Sallaumines. Congratulazioni da parte del Re.
- I tedeschi sono spinti indietro dalle truppe francesi dietro il Canale dell’Oise e in Champagne, dove perdono Grandpré.
- Le truppe italiane e francesi scacciano i tedeschi da formidabili posizione sullo Chemin des Dames.
Fronte italiano
- Sull'altopiano di Asiago reparti italiani e Alleati, con riusciti colpi di mano, tolgono agli austro-ungarici alcune centinaia di prigionieri.
Fronte meridionale
- Pristina (Serbia) ripresa dalle truppe francesi.
- Gli Alleati si avvicinano a Niš.
Fronte asiatico ed egiziano
- Un comunicato inglese annuncia che i prigionieri fatti dal Corpo di spedizione d'Egitto, esclusi quelli fatti dagli arabi, sono più di 75.000 e si calcola che di tutti gli effettivi della IV, VII e VIII armata turche non siano sfuggiti più di 17.000 uomini, fra cui circa 4.000 baionette.
Fronte d’oltremare
- Von Lettow-Vorbeck si muove a nord verso l’estremità del lago Nyassa (Lago Malawi).
Operazioni navali
- La nave postale irlandese “Leinster” viene silurata nel Canale della Manica; 527 morti.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 10 OTTOBRE 1918
Nonostante le avverse condizioni atmosferiche, la nostra artiglieria svolse su molti tratti della fronte vigorose azioni di fuoco, sconvolgendo difese e incendiando baraccamenti.Alla sella Tonale, dopo faticosa marcia nella neve, un nostro nucleo piombò su una piccola guardia avversaria, e, annientatala, tornò nelle proprie linee con qualche prigioniero, armi e materiali.Altri nostri riparti esploranti impegnarono vivaci scaramucce con avamposti nemici in fondo a Val Chiese e in Val Lagarina e fuarono in seguito a breve lotta un pattuglione e avversario in Vallarsa.
ALBANIA - Scontri di pattuglie lungo il basso Skumbi. Squadriglie di aeroplani bombardarono un grande accampamento nemico ad oriente di Durazzo.
Firmato: DIAZ