12 Luglio, 1914

Si svegliano le Potenze dell'Intesa

In tutto l’Impero austro-ungarico continuano gli arresti. L’inchiesta sul duplice omicidio è complessa. Il Governo passa una buona parte del tempo a smentire le notizie pubblicate dalla stampa.
Il giornale Az Est cita un telegramma anonimo: «Entrambi i cavalli sono stati venduti bene». Qualcuno l’avrebbe spedito il giorno dell’attentato al maggiore Pibricevic.
Nell’incertezza generale, cominciano a muoversi le potenze della Triplice intesa.
Britannici, russi e francesi avrebbero mobilitato le proprie diplomazie in Serbia. Studiano i provvedimenti capaci di rassicurare l’Impero asburgico.
I giornali di domenica 12 luglio pongono la questione albanese al centro dell’attenzione. La Stampa riporta l’aggravarsi delle tensioni religiose; in particolare nei dintorni di Durazzo.
I commissari europei parlano con gli insorti per organizzare uno scambio di prigionieri. Le notizie sono rassicuranti, ma i parlamentari tornano a piedi: gli hanno rubato la carrozza.


C’è una certezza: il Principe Guglielmo di Wied, nominato dalle Potenze europee, non piace a nessuno. E non fa nulla per migliorare la sua posizione; dell’idioma albanese conosce sì e no dieci parole. La guerra l’ha reso paranoico; La Stampa definisce i suoi provvedimenti «stravaganti». Di persona fa solo due cose: passa in rivista le truppe e consegna bandiere ai volontari appena sbarcati.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Da Berlino l’Ambasciatore austriaco Szògyény, riferisce che tutti nel Governo tedesco vogliono che l'Austria-Ungheria dichiari guerra alla Serbia, e sono stanchi dell’indecisione austriaca sull'opportunità di scegliere tra la guerra o la pace.
  • A Vienna Berchtold, Ministro degli esteri austriaco, mostra all’Ambasciatore tedesco Tschirschky la prima bozza dell'ultimatum contenente "richieste inaccettabili", e promette che sarà presentato ai serbi dopo il vertice franco-russo tra il Presidente francese Poincaré e lo Zar Nicola II

Parole d'epoca

Anonimo

Lettera anonima al Re Vittorio Emanuele

Archivio Italiano Tradizione Epistolare in Rete

Osservate attentamente, e ponderate, o Vittorio Em. Re d'Italia.

Perché avete richiamato sotto alle armi la classe del 1891 a tempo indeterminato? Credete proprio di cavarvela bene?

Non sarà certo così, ve lo assicuriamo. Sapete che esiste l'anarchia, conoscete la fine di vostro padre, e vi compiacete di tormentare la quiete del nostro animo, col rapirci i nostri cari figli e farci versare continuamente lagrime amare.Non ànno forse i nostri cari sofferto abbastanza nelle terre Africane?

Sentite, e alle corte: Sospenderete subito questa classe? Noi allora staremo al nostro posto. O non sospenderete, allora i nostri Revolver faranno su voi il loro effetto. È ora di finirla perdio! Vi diamo otto (8) giorni di tempo e decidetevi.

Un gruppo d'anarchici. (pronti anche se le cose andranno male di cavarvi la pelle togliete questo incoveniente e sarete salvo)

A.S. Maestà il Re Vittorio Emanuele Roma

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori