I russi promettono "un’attitudine pacifica"
Pare sia proprio la Russia l’ago della bilancia, la prima tessera del domino. Poincaré e Viviani hanno rimandato la partenza per San Pietroburgo. Dovevano mettersi in viaggio la mattina del 15, ma non lasciano Parigi prima della mezzanotte. I russi comunque promettono «un’attitudine pacifica, ma non passiva». In linea di massima è un’ottima notizia, seppur possa voler dire tutto e nulla. Sfumature diplomatiche.
Ma non sono solo i francesi a parlare con i funzionari russi. Anche Sir Edward Grey, Ministro degli esteri britannico, incontra l’Ambasciatore dello Zar. Grey non si fida della Germania: «I tedeschi non possono più essere considerati dei mediatori in tutte le circostanze». Lapidario.
Nell’Impero asburgico l’adrenalina va scemando. Tutto sembra incanalarsi verso una soluzione pacifica. Almeno questa è l’impressione generale il 16 luglio 1914.
La nota diplomatica per la Serbia non sarebbe troppo dura; Francesco Giuseppe non vorrebbe la guerra; e le due più alte cariche militari sono in vacanza. A Vienna non c’è né il Ministro della difesa, né il Capo di Stato maggiore.
Ma se tre indizi fanno una prova… questa volta c’è un errore.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Presidente francese Poincaré e il Primo Ministro Viviani partono con qualche ora di ritardo sul programma per San Pietroburgo.
- L'Ambasciatore russo in Austria-Ungheria riferisce a San Pietroburgo che il Governo austro-ungarico, a conclusione dell'indagine sull'attentato, intende fare alcune richieste a Belgrado.
- L'Ambasciatore austriaco a S. Pietroburgo mente al Ministro degli esteri russo Sergej Sazonov, affermando che l'Austria non sta pianificando nessuna misura che possa provocare una guerra nei Balcani, così nessuna lamentela arriverà dalla Russia.
- Sir Edward Grey, Ministro degli esteri britannico, incontra l’Ambasciatore russo a Londra.
- Il contingente greco sull'isola di Saseno (Albania) viene evacuato dopo ripetute pressioni italiane.
Parole d'epoca
Barone Ludwig von Flotow
Ambasciatore tedesco a Roma
Telegramma a Gottlieb von Jagow, ministro degli esteri tedesco
Se l'Austria di fronte al pericolo non si rende pienamente conto che, se vuole estendersi altrove, deve compensare l'Italia, l'Italia le piomberà addosso. E' una questione tanto seria per noi che occorre esaminare se non dobbiamo concludere accordi precisi con Vienna.
Tu avrai compreso nei miei rapporti il pensiero di san giuliano; tutto dipende più che mai da lui, perchè Salandra non lo appoggia come lo appoggiava Giolitti. Salandra non fa mistero dei suoi sentimenti antiaustriaci e Merey non è stato abile con lui. Ma San Giuliano è pessimista, depresso, scoraggiato e gravemente infermo.