Allertati gli eserciti d'Europa
Gli eserciti europei iniziano a prepararsi in tutto il continente.
L’Austria-Ungheria ha già avviato una mobilitazione parziale; ma con le truppe divise su due fronti, c’è anche la Russia da tenere a mente, l’esercito asburgico non è ancora pronto per l’invasione. Almeno non secondo Conrad, Capo di Stato maggiore. Servirebbero una decina di giorni. Giusto il tempo di schierare le riserve e prepararsi a brutte sorprese. Conrad, tra i primi a volere la guerra e a volerla subito, esprime i suoi tardivi dubbi all’Imperatore Francesco Giuseppe. E lo dici adesso? A cinque minuti dal fischio inizio?
Vienna è però incalzata dalla Germania. I tedeschi sono stati chiari fin dall’inizio: se si dovrà agire andrà fatto subito, prima che le altre Potenze si organizzino. E lo stanno già facendo. Dopo i russi, anche francesi e inglesi iniziano a inviare i primi ordini alle forze armate.
Sir Edward Grey continua a proporre una tavola rotonda. Il Ministro degli esteri britannico vuole convincere Austria-Ungheria e Russia a negoziare, ma sbaglia i calcoli: è convinto che i tedeschi siano interessati a mediare. Berlino però ha idee diverse, crede di ottenere vantaggi, soprattutto coloniali.
L’Italia apprezza l’iniziativa diplomatica; francesi, russi e tedeschi non dimostrano un grande interesse. E’ strano, tutte e tre stanno intavolando trattative separate. San Pietroburgo chiede a Berlino di intervenire. L’influenza tedesca potrebbe far ragionare l’Austria-Ungheria, ma la Germania non è contraria alla guerra, purché resti circoscritta; facile così.
A Belgrado esplode l’angoscia. Mai sottovalutare l’orgoglio dei popoli slavi, ne hanno da vendere, almeno quanto l’inclinazione nazionalista. Il 26 luglio la Serbia è frastornata da un’atmosfera caotica, intrisa di patriottismo. In tutta la regione la guerra è quasi una routine; la pace dura da meno di un anno.
A Vienna la situazione è simile. Anche in Austria-Ungheria il sentimento prevalente è senza dubbio il patriottismo. I giornali raccontano la folla fuori dalle redazioni, in attesa delle ultime notizie. Poi il rifiuto serbo, l’entusiasmo, i cori e le celebrazioni dell’impero.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Continua la mobilitazione dell’esercito serbo e il panico si diffonde a Belgrado.
- La Russia chiede alla Germania di esercitare la sua influenza per frenare l’Austria-Ungheria e dichiara che mobiliterà le truppe sulla frontiera austriaca se l'Austria attraverserà la frontiera serba.
- I tedeschi cercano di circoscrivere il confitto.
- Il Ministro degli esteri inglese Grey continua a proporre una conferenza degli Ambasciatori delle quattro Potenze (Gran Bretagna, Germania, Francia e Italia), da tenersi a Londra.
- Il principe Luigi di Battemberg, Comandante della flotta inglese, conferma l’ordine per il quale la Prima flotta non deve disperdersi per le licenze dopo le manovre e la Seconda deve rimanere agli ormeggi. Quest'ordine e i provvedimenti dei giorni successivi assicurarono all'Inghilterra il dominio del mare sino dal primo giorno della guerra.
- Riunione d'emergenza del Gabinetto francese. La Francia precauzionalmente ordina alla flotta di prepararsi.
- L’Italia richiama la sua flotta.
- Il Belgio aumenta il suo esercito per far rispettare la sua neutralità.
- Il Generale serbo Putnik viene rilasciato dagli austro-ungarici con tante scuse.
- Il Governo del Montenegro ordina la mobilitazione.
Fronte orientale
- L'Austria-Ungheria avvia la mobilitazione sulla frontiera russa.
Parole d'epoca
Delegazione austro-ungarico a Bruxelles
Comunicazione al ministro belga degli Affari esteri
M. Pashitch gave the reply of the Servian Government to the Austro-Hungarian note before 6 o'clock yesterday. This reply not having been considered satisfactory, diplomatic relations have been broken off and the Minister and staff of the Austrian Legation have left Belgrade. Servian mobilisation had already been ordered before 3 o'clock.