I russi sperano in un aiuto
Si dice che “l’appetito vien mangiando” e sul fronte orientale la Germania sembra insaziabile. Negli scontri intorno a Kaunas vengono catturati oltre 1.700 russi; in Polonia gli austro-tedeschi spezzano la linea zarista a Brańsk, fanno altri 5.000 prigionieri, passano il Bug a est di Drohiczyn e conquistano Łosice e Biala.
Siamo a meno di quaranta chilometri da Brest-Litovsk, la fortezza cardine della nuova strategia difensiva di Pietrogrado.
Quanto sia difficile lo scenario orientale ce lo fa capire anche una lettera scritta da Millerand, Ministro della Guerra francese: «L’esercito russo si sta ritirando da tre mesi, le perdite quotidiane sono enormi. Secondo gli ufficiali di ritorno dal fronte è impossibile descrivere gli orrori di questa lotta, l’artiglieria è priva di munizioni e la fanteria non ha i fucili. Ovunque si pone la stessa domanda: cosa stanno facendo i francesi?»
Sì, dalle parti di Pietrogrado apprezzerebbero una maggiore collaborazione, un’offensiva in grado di distrarre gli austro-tedeschi e far respirare i russi. Purtroppo però il fronte occidentale è bloccato; per ora non se ne fa nulla.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Epidemia di colera in Ungheria.
- I Governi dell’Intesa fanno una offerta condizionata alla Serbia riguardo ai territori da acquisire.
- Si conclude con oltre 29 milioni di schede ricevute l'attività di schedatura a fini elettorali approvata con il National Registration Act.
- Impressionante racconto di intrighi tedeschi pubblicato sul New York World.
Fronte occidentale
- Violenti bombardamenti sul fronte dell’Yser.
Fronte orientale
- Presi prigionieri 1.730 russi fuori Kaunas.
- Rotta la linea russa a Brańsk (sul Nurzec), presi 5.000 prigionieri.
- Gli austro-tedeschi attraversano il Bug a est di Drohiczyn.
- Gli austro-tedeschi conquistano Łosice, Międzyrzec e Biała (ovest di Brest-Litovsk).
Fronte italiano
- Venezia bombardata da un idrovolante.
Fronte asiatico ed egiziano
- Finiscono le operazioni di sbarco a Suvla.
Parole d'epoca
Per me è finita
di Rocco Egidio De Bonis (Sottotenente, tenente)
Tolmino (Tolmin), Slovenia
Siamo di rincalzo presso l'Isonzo. Il buio della morte non fa scorgere nulla intorno. Una pallottola di fucile spezza la colonna vertebrale ad un soldato, che muore senza emettere verbo. Una cannonata, proveniente dalla piana di Tolmino, asporta ad un altro il braccio sinistro e mezza spalla; alla fioca luce della lampadina elettrica vedo che la ferita è gravissima e che è inutile medicarlo, respira debolmente e il viso è di un pallore mortale. Gli domando se ha da manifestare qualche desiderio; mi bisbiglia che è contento di morire per la Patria, ma si rammarica di non rivedere più i vecchi genitori. Un fante della quarta, cui un proiettile è penetrato nell'addome è seduto sui sassi, con la schiena poggiata ad un sacchetto di terra; si lamenta da destare pietà.
Ha il volto cereo, le labbra bianche e gli occhi smorti; siamo da presso io e il collega Lucrezi, e a noi due raccomanda le sue ultime volontà. Cerchiamo infondergli coraggio, ma inutilmente; ci dice di comunicare alla famiglia la notizia con cautela e che si provveda al mantenimento del vecchio padre, della moglie e di un figlioletto di tre anni. "Dio mio, mi sento morire, aiutatemi, è finita per me!". Sono le sue ultime parole e la bell'anima vola in cielo, circonfusa di gloria.
Fonte: Espresso e Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano
DAL FRONTE
In Valle d'Adige un treno nemico blindato ed armato con cannoni di piccolo calibro e con mitragliatrici tentò un'incursione contro la nostra stazione di Serravalle. Fu facilmente respinto. Uguale sorte ebbero piccoli attacchi contro le nostre posizioni di Monte Maggio sull' altipiano a nord-ovest di Arsiero.
In Val Popena (Alta Rienz), il nemico assalì in forze le posizioni da noi recentemente conquistate, ma dopo vivo combattimento dovette retrocedere con gravi perdite.
In val di Sexten, nella giornata del 13 le opere di sbarramento nemiche non risposero più ai nostri tiri d' artiglieria.
Furono allora spinte innanzi le fanterie che progredirono fino alle pendici del Seikofl e di Croda Rossa.
Anche nella Conca di Plezzo e nella zona del Monte Nero le nostre fanterie sostenute dal fuoco di batterie pesanti campali, poterono compiere sensibili progressi. Contro l'ala destra estrema delle nostre posizioni a sud-est di Monfalcone venne tentato un attacco senza successo da un treno blindato ed armato di artiglierie leggere.
Firmato: CADORNA