Vilnius è tedesca
E alla fine arriva anche il giorno di Vilnius: il 18 settembre la capitale lituana capitola, i tedeschi “spuntano” dalla propria “to do list” una voce fondamentale. Vilnius significa un altro nodo ferroviario nelle mani di Berlino, un altro cordone ombellicale tagliato allo Zar. Negli ultimi quattro mesi la Germania è penetrata di circa 500 chilometri in territorio russo, una cifra allucinante per la più famigerata guerra di posizione della storia. Pietrogrado ha perso per intero la Polonia e la Lituania; così come larghe porzioni di Lettonia, Bielorussia e Galizia. Le armate zariste sono allo sbando: le diserzioni aumentano a dismisura. Per Nicola II l’unica consolazione è il “serbatoio umano”, pressoché illimitato.
Sul fronte italiano i primi, frettolosi, brividi invernali hanno già sferzato l’aria, hanno già sfiorato le cime alpine, regalando la prima neve. Cadorna ha ordinato un’offensiva e i primi risultati fanno ben sperare, ma siamo solo all’inizio.
A Roma il Governo prende alcuni provvedimenti finanziari, «i bisogni straordinari del Tesoro» vanno soddisfatti: aumentano i prezzi sui tabacchi, sullo zucchero, gli oli minerali, l’alcool e la birra.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Vengono sciolte le gendarmerie svedesi in Persia.
- A Zurigo si firma il protocollo per la costituzione, a Berna, di un trust per l'importazione di merci dell’Intesa in Svizzera.
Fronte occidentale
- Azioni vivaci lungo il fronte francese.
- La costa belga viene bombardata dall’artiglieria francese e dalla flotta Inglese.
Fronte italiano
- Piccoli successi Italiani lungo l’intero fronte.
Fronte orientale
- I tedeschi occupano Vilnius, abbandonata dai russi, che si ritirano dalla Vilia al Niemen (Nemunas) verso Minsk. Si combatte attorno a Dvinsk (Daugavpils).
DAL FRONTE
Nella notte sul 17, dopo intensa preparazione di fuoco, il nemico attaccò le nostre posizioni di Monte Coston a nord-ovest di Arsiero, ma fu respinto con perdite. Nel mattino successivo nostre truppe attaccarono e dispersero forze nemiche a Monte Valpiana nella valle del torrente Maso (Brenta). Altro nostro riparto distrusse ricoveri nemici a Campo Fossernica nella Valle del torrente Vanoi (Cismon).
Nella zona di Plezzo, compiuto l' assetto difensivo delle posizioni recentemente conquistate, la nostra offensiva diretta a completare lo sbarramento degli accessi alla conca venne ripresa con rinnovato vigore.
Lungo tutta la fronte d' attacco, dalle aspre balze del Rombon agli insidiosi pendii boscherecci del Javorcek e alle nude rocce del Lipnik, le nostre fanterie, con l' assiduo ed efficace appoggio delle artiglierie, riuscirono ad avvicinare le fortissime linee nemiche protette da profondi ordini di reticolati, e ad aprirvi larghe brecce.
Sul monte Javorcek alcuni trinceramenti furono espugnati, l' osservatorio e due «blockhouses» fatti saltare, presi 50 prigionieri tra i quali 2 ufficiali.
Nella zona del Carso, la notte sul 17, il nemico tentò due piccoli attacchi: fu respinto e lasciò nelle nostre mani alcuni prigionieri.
Firmato: CADORNA