"Meglio la morte della schiavitù"
Game over. Il 28 novembre la Germania annuncia «la fine delle grandi operazioni in Serbia». Un’ultima spazzata e via, poi la questione potrà considerarsi chiusa con la presa bulgara di Monastir. Questo è il pensiero berlinese.
Di parere opposto è Re Nicholas, sovrano del Montenegro: «L’esercito serbo è spinto verso le nostre montagne, da dove le armate dei due Regni potranno meglio resistere contro il nemico. Il Montenegro resterà fedele alla sua tradizione di preferire la morte alla schiavitù».
L’imminente vittoria degli Imperi centrali nei Balcani mette fretta all’Intesa e pressione alla Grecia. Il Governo di Atene risponde alla nota Alleata ancora in toni amichevoli, ma in sostanza prende tempo. Le richieste sono troppo specifiche e le conseguenze troppo incerte. «Le domande dell’Intesa devono essere oggetto di uno studio molto approfondito, affinché la Grecia non sia trascinata, suo malgrado, fuori dalla neutralità».
Per superare l’impasse Atene propone di istituire una Commissione mista, composta dai due Stati maggiori.
Al Premier Skouloudis spetta il compito di indorare la pillola, di minimizzare gli attriti, parlando di malintesi e fraintendimenti: «La situazione del Governo è molto delicata. Ci sforziamo di mantenere una benevola neutralità verso la Quadruplice Intesa, per facilitare il suo compito nella più larga misura. Nutro le migliori speranze che tutto si aggiusti».
In Grecia la parola d’ordine è: “Non compromettersi”.
A preoccupare è soprattutto la richiesta di smobilitare o evacuare l’esercito ellenico. Le altre richieste sono di fatto accettate ufficiosamente, o meglio subite a malincuore: Salonicco è in pratica una base Alleata, la ferrovia e le comunicazioni non sono un problema e la flotta anglo-francese già svolge un ruolo di “polizia” nelle acque territoriali greche. Certo, l’ufficialità comporterebbe delle conseguenze dirette.
Al fronte fa scalpore un successo russo: l’ottantaduesima divisione tedesca viene colta di sorpresa attorno a Pinsk; tra i prigionieri figura tutto il suo Comando, compresi due Generali.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Re Nicholas del Montenegro pubblica un proclama nel quale annuncia di voler lottare sino alla morte.
- Il Governo greco risponde agli Alleati.
Fronte orientale
- Il Comando dell’82esima divisione tedesca è colto di sorpresa da un distaccamento russo e preso prigioniero vicino Pinsk; catturati due Generali.
Fronte italiano
- Gli italiani attaccano con successo sul Carso e i pendii del nord-ovest.
- Lievi progressi italiani sul Carso alle falde del San Michele e verso il San Martino.
Fronte meridionale
- Un comunicato ufficiale tedesco annuncia la fine delle “grandi operazioni” contro l'esercito serbo, i cui resti fuggono nelle montagne albanesi.
- I bulgari e gli austro-tedeschi avanzano su Monastir (Bitola).
Operazioni navali
- Un sottomarino tedesco e un aeroplano distrutti dagli idrovolanti inglesi verso il Belgio.
DAL FRONTE
Nella zona montuosa del teatro delle operazioni la temperatura rigidissima non scema l' attività delle nostre instancabili truppe. Continuano lungo quella fronte le azioni di artiglieria; nella valle del Rio Felizon (Boite) la nostra offensiva si sviluppa regolarmente.
Nell' attacco sul Mrzli del giorno 26 fu presa al nemico una mitragliatrice.
Sulle alture a nord-ovest di Gorizia i nostri attacchi proseguirono ieri con successo. Espugnate robuste trincee nemiche ad oriente della nota altura di Quota 188, venne iniziata la discesa nel versante dell'Isonzo. Nel corso della brillante azione furono presi al nemico 115 prigionieri, di cui 3 ufficiali.
Nei dintorni di Oslavia, dopo lotta intensa, fu conquistato un costone a nord-est del paese accanitamente difeso dal nemico, che lasciò nelle nostre mani altri 261 prigionieri, di cui 4 ufficiali.
Nel settore del monte S. Michele le nostre truppe respinsero i consueti contrattracchi, infliggendo all' avversario gravi perdite e prendendogli prigionieri, tra i quali 2 ufficiali.
Lungo la rimanente fronte sul Carso la nostra avanzata fece ancora qualche progresso.
Firmato: CADORNA