Pace, guerra e truffe
Poco meno che traditori. Questa è l’opinione condivisa da molti rispetto ai pacifisti. La propaganda e il rancore verso il nemico hanno plasmato una generalizzata irrazionalità: per le strade c’è chi grida «abbasso la pace, viva la guerra», come se il conflitto mondiale fosse diventato uno status, un modo di vivere, un’aspirazione e non una tragica e brutale conseguenza degli errori, anzi, degli orrori politici.
«Abbasso la pace, viva la guerra» lo gridano a Londra alcuni manifestanti il 29 novembre: stanno sabotando un piccolo, marginale, convegno pacifista. Nella sala scoppia il pandemonio, il pubblico e gli oratori si disperdono e l’evento cambia segno, prende la via dell’interventismo e prosegue in strada, con tanto di manifestazione a sostegno della guerra.
Un problema affrontato da tutti i belligeranti è quello delle truffe. Il più delle volte riguardano l’abbigliamento militare: qualità scadente dei materiali, imbottiture di cartone, espedienti per risparmiare sui costi di produzione; ma le possibilità sono vaste come l’orizzonte.
Già nel 1914 l’aspirina parlava tedesco e di conseguenza sparisce dai mercati dell’Intesa. Qualcuno deve rimpiazzare quel vuoto e la Francia si rivolge all’Italia.
Ma il personale medico capisce presto che qualcosa non va: queste aspirine non hanno alcun effetto, non funzionano. Il problema? Sono mentine, o roba del genere, comunque lontanissime dal poter essere considerate “medicinali”.
Purtroppo ignoro da dove sia partita la truffa, se sia nata nel bel paese o nei porti di Marsiglia. Spacciatori di mentine: forse la genesi del “non accettare caramelle dagli sconosciuti”.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Aumenta la produzione delle munizioni in Canada.
- A Londra la folla disperde un comizio pacifista indetto dall’Unione del controllo democratico e fa grandi dimostrazioni a favore della guerra.
- Alfonso Augusto da Costa succede a J. de Castro come Premier portoghese.
Fronte orientale
- Successi russi a Illuskt (Dvina).
Fronte meridionale
- I bulgari rivendicano 17.000 prigionieri a Prizren.
Fronte asiatico ed egiziano
- I turco-curdi sono nuovamente sconfitti al lago di Urmia dai russi, che occupano le città di Enghiman e Keredi (regione di Teheran).
DAL FRONTE
In Valle Popena (Rienz) un nostro riparto assalì e distrusse un fortino nemico ad occidente del Ponte di Maragna, a sud-est di Schluderbach.
Nella zona del Monte Nero le nostre truppe rinnovarono ieri gli attacchi su per i ripidi fianchi del Mrzli e del Vodil.
Dopo alterne vicende di lotta accanita, forti trinceramenti nemici rimasero in nostro possesso.
Tiri aggiustati della nostra artiglieria distrussero tre mitragliatrici nemiche.
Sulle alture a nord-est di Gorizia l' avversario, ricevuti ingenti rinforzi, pronunziò tutto il giorno violenti contrattacchi, riuscendo in qualche punto ad irrompere nelle nostre nuove trincee.
Con furiosi corpo a corpo ne fu, però, ricacciato.
Sul Carso le nostre truppe svilupparono una vigorosa offensiva lungo le falde settentrionali del Monte San Michele e verso S. Martino, dove furono espugnate altre trincee.
Nel complesso la giornata ci fruttò 162 prigionieri, dei quali 15 ufficiali, tre mitragliatrici e numeroso altro materiale da guerra.
Firmato: CADORNA