L'Italia evacuerà i serbi
La matematica non è un’opinione. È un assioma sentito migliaia di volte. Eppure questo conflitto è più complesso: sconfina in una dimensione sconosciuta, dove propaganda e impressioni annebbiano lo stesso concetto di numero. «Mai come in questa guerra si è visto quanto le cifre non siano che un’opinione». Lo scrive La Stampa, sono d’accordo.
Complesse sono anche le relazioni diplomatiche. Da Amsterdam trapela il presunto testo della risposta asburgica alla Nota americana. Non è arrendevole, né si avvicina ai desideri statunitensi: «L’esposizione delle circostanze permette parecchi dubbi e non fornisce ragioni sufficienti per biasimare il Comandante del sottomarino e il Governo austro-ungarico. […] Il Governo degli Stati Uniti dimentica pure di citare le persone alle cui dichiarazioni egli si riferisce e che sembra considerare più degne di fede rispetto al Comando della Marina imperiale e reale». Vienna propone di parlarne, di stabilire termini legali, verificare fonti, chiarire i riferimenti. A Washington non sono soddisfatti. Per i giornali «l’Austria-Ungheria è una nazione degenerata».
Il 16 dicembre un contingente di 50.000 soldati italiani sbarca in Albania: il suo compito è di proteggere e gestire il salvataggio delle truppe serbe in rotta. Le spalle sono coperte dalla flotta, rimasta in zona.
Per l’Intesa la brutta notizia è la sconfitta dei montenegrini contro la preponderanza di forze austro-ungariche; la buona notizia arriva da un comunicato bulgaro: «L’avversario si è ritirato verso il territorio neutro greco, seguito dalle nostre truppe fino alla frontiera ellenica. […] L’intera Macedonia è stata liberata. L’inseguimento del nemico è per il momento sospeso». Per gli anglo-francesi a Salonicco è tempo guadagnato.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Risposta evasiva dell'Austria-Ungheria alla nota americana per l'affondamento dell'Ancona.
Fronte occidentale
- Raid inglesi vicino Armentières.
Fronte meridionale
- Sbarca a Valona (Albania) il nuovo corpo di spedizione italiano (50.000 uomini) protetto dalla flotta, con l’obiettivo di proteggere l'esercito serbo in ritirata e predisporne il salvataggio.
- I montenegrini, sopraffatti da forze numeriche superiori, sono costretti a ripiegare a nord di Cahove e Bijelo.
DAL FRONTE
All' infuori di tentativi di attacco prontamente sventati nella zona di Monte Coston (Valle Astico) contro Oslavia e sul Carso, la fanteria nemica non diede segni notevoli di attività.
Intensa continuò invece l' azione delle artiglierie avversarie diretta come di consueto a bombardare gli abitati specialmente con batterie a lunga portata.
Le nostre artiglierie controbatterono quelle avversarie e bombardarono Gorizia.
Un velivolo nemico lanciò qualche bomba su Strigno e su Grigno in Valle Sugana.
Lievi danni.
Firmato: CADORNA