22 Gennaio, 1916

I dubbi di Roma su Cadorna

Sui giornali si parla tanto della concordia tra gli Alleati, ma l’Italia affronta un problema interno. La situazione è grave e non può assolutamente diventare di pubblico dominio. Il Governo nutre dubbi su Cadorna. Addirittura Zupelli, il Ministro della guerra, vorrebbe sbarazzarsi del Capo di Stato maggiore.
Il 22 gennaio, prima di un Consiglio dei Ministri, il Premier Salandra scrive una lettera a Sonnino«Occorre fare ogni sforzo affinché, dalla conferenza di oggi, non derivi una “crisi Cadorna”. Forse ci si arriverà poi e forse non sarà male, ma adesso no: il paese non è preparato e non lo siamo neanche noi».
Il problema è sì militare, ma è soprattutto politico. Il Generale non approva la missione albanese, posta sotto la guida del Ministero della Guerra e non alle sue dipendenze.
Si deve trovare il modo di fargli cambiare idea, non forzandolo, ma convincendolo.
Anche Salandra non è del tutto soddisfatto del suo Capo di Stato maggiore, non è che siano arrivate tutte queste grandi vittorie, ma sa bene quanta influenza abbia il Generale sul Re e su alcuni Ministri. Cadorna resta, deve restare.

 Tutta la faccenda ruota attorno alle due domande chiave sulla questione albanese: l’Italia deve perseguire prima i suoi interessi o quelli dell’Intesa? E in quale misura questi interessi coincidono?

Tra l’altro la situazione balcanica precipita rapidamente. Il Governo Montenegrino si affretta a giustificare le trattative di pace come un semplice escamotage per guadagnare tempo, ma sul campo gli eserciti nemici sono già ripartiti in quinta: Antivari, Dulcigno e Berat vengono occupate da truppe austro-ungariche e bulgare.
L’Intesa spera di ricevere buone notizie da Pietrogrado: per alcuni la Romania avrebbe acconsentito ad aprire un negoziato con la Russia.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Il Governo montenegrino dichiara che le trattative con l'Austria-Ungheria furono un pretesto per guadagnar tempo e assicurare la ritirata delle truppe montenegrine.
  • Il Re Nicholas del Montenegro e il Principe Pietro sbarcano a Brindisi per recarsi a Lione.
  • Il Governo rumeno apre i negoziati con il Governo russo con una prospettiva di assistenza militare.
  • Il Governo austro-ungarico, dopo che la Germania ha escluso che il sommergibile affondatore del Persia fosse tedesco, dichiara all’Ambasciatore degli Stati Uniti che il Persia non fu affondato da un sommergibile asburgico.

Fronte occidentale

  • Raid aereo a Dover: 1 morto, 6 feriti.

Fronte meridionale

  • Gli austro-ungarici occupano Antivari e Dulcigno (Montenegro).
  • Gli austro-bulgari conquistano Berat (Albania).

Fronte asiatico ed egiziano

  • Armistizio di sei ore sul Tigri; il soccorso delle truppe viene ostacolato dalle inondazioni.

Operazioni navali

  • Torpediniere russe affondano altre 40 barche a vela nel Mar Nero.

Parole d'epoca

Paolo Monelli

Le Scarpe al sole. Cronache di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino

Da quattro giorni siamo in riposo in città. Stasera partiremo, e pare per fare le schioppettate.

Tollot, Barp e Resentera lascieranno a malincuore la loro cantina, tre manigoldi, i più tranquilli di tutta la compagnia, che non si facevano dire due volte di stare nascosti nella cantina quando il Panarotta tirava, mentre gli altri soldati si buttavano in giro per le osterie del paese, e vi restavano finché non arrivava il maresciallo dei carabinieri a sloggiarli, ed allora ise ne andavano ostiando, salvo mostrargli una sipe tratta dalle tasche dei calzoni...
ma questa è un'altra storia, Tollot, Barp, Resentera, invece, nessuno li vedeva. Sempre, tutto il giorno, in fondo alla loro tana. 

DAL FRONTE

Bollettino

Lungo tutta la fronte azione intermittente delle artiglierie. Quella nemica provocò qualche danno negli abitati specialmente nella Valle Sugana. La nostra diroccò l’albergo Lavarone occupato dall’avversario e disperse reparti nemici in Valle S. Pellegrino (Torrente Avisio) e a Corvara (Torrente Gader).
Nella zona di Plezzo e sullo Sleme (Monte Nero) piccole azionidi fanteria terminate con nostro successo.
Sul Carso un nostro riparto, spintosi verso le linee dell’avversario per molestarlo e disturbarne i lavori di afforzamento, riuscì ad impadronirsi di fucili, attrezzi di lavoro e bombe a mano. 
Un velivolo nemico lanciò bombe su Dogna (Alto Fella) senza alcun danno.

Firmato: CADORNA

  

Documenti diplomatici

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO 

L. p, Roma, 22 gennaio 1916.

Sarebbe superfluo svolgere le ragioni per le quali occorre fare ogni sforzo affinché dalla conferenza di oggi e dalle conseguenti deliberazioni del Consiglio dei ministri non derivi una crisi Cadorna. Forse ci si arriverà poi; e forse non sarà male. Ma adesso no: il paese non è preparato abbastanza e sopratutto non vi siamo preparati noi, governo, perché non abbiamo pensato al successore. E, a questo propoS'ito, soggiungo che bisogna resistere alle suggestioni di Zupelli, il quale ha concepito (forse giustificatamente) un vero malanimo verso il Cadorna e, incitato dal suo ufficio, vorrebbe forse profittare dell'occasione per sbarazzarsene.

Occorre dunque non solo che tu sii molto calmo (ieri in qualche momento accennavi a non esserlo), ma anche di trovare un mezzo per fare che Cadorna si pieghi a consentire l'invio di forze sufficienti alla difesa di Durazzo. Il mezzo lo accennasti tu stesso e non mi pare ve ne sia altro: rimettere sotto la direzione del comando supremo anche le forze operanti in Albania.

Ciò è necessario per l'unità d'indirizzo ed anche dal punto di vista costituzionale, essendo il capo di Stato Maggiore responsabile degli atti del re come comandante supremo dell'esercito in guerra.

Il Decreto che faceva l'Albania dipendente dal ministero della Guerra fu un errore, nel quale cademmo involontariamente: il Decreto era stato preparato dal ministero della Guerra. Questo Decreto bisogna correggerlo: cosi sarà forse mutata la psiche di Cadorna. Ma alla correzione bisogna indurre Zupelli; e questo dovresti fare tu che lo hai molto veduto in questi giorni.

Io stamane ho Mayor e cento altre cose. Tu dovresti chiamare Zupelli e persuaderlo a offrire lui stesso, per non parere di esservi costretto, a Cadorna la correzione del Decreto.

La persuasione di Cadorna ha pure importanza nei riguardi del re, il quale non ha mai mostrato molta simpatia per l'impegnare forze notevoli a Durazzo; e l'ultima volta che lo vidi mi parve da un accenno essere nello stesso ordine d'idee.

Vedesti pure ieri che parecchi colleghi (Orlando, Barzilai, Ciuffelli) sono poco persuasi, ed anche Carcano esita. Tutti questi elementi costringono a persuadere piuttosto che a forzare Cadorna; e sono certo che ci vorrai mettere tutta la tua buona volontà.

Nel telegramma d'Imperiali, che riassumeva le ultime conversazioni di Londra circa le questioni economiche (1), si accennava a una diminuzione delle nostre disponibilità del prestito inglese proporzionata a ciò che avremmo risparmiato sui noli. Mi parve una domanda da piccoli bottegai. Comunque, ritenendo io pure che convenga stringere l'accordo con l'Inghilterra e profittare nella massima misura possibile delle buone disposizioni di questo momento, sarà bene che il Tesoro esamini la eventuale portata della domanda inglese. Io non ho il tempo né gli elementi per questo esame.

Rimane fisso il convegno per oggi alle sedici. Vorrei invitarvi anche Carcano che era presente l'altra volta quando si parlò di Albania.

 

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori