26 Gennaio, 1916

Blocco e commercio

Il rinnovarsi delle proteste e delle minacce tedesche alla Romania era solo questione di tempo. Bucarest ha da poco venduto 800.000 tonnellate di grano all’Inghilterra. Non le ha ancora consegnate, è quasi impossibile, ma alla Gran Bretagna non interessa ricevere la merce, vuole solo toglierla dal mercato, impedendone l’esportazione in Germania. Berlino non l’ha presa bene. Il commercio è un aspetto cruciale del conflitto.

Il 26 gennaio la Camera dei Comuni londinese discute di come inasprire il blocco tedesco, come serrarne le maglie. Per prima cosa Edward Grey smentisce le voci corse sulla stampa: l’inefficacia dei controlli britannici sarebbe una bufala. Ma l’intervento più interessante è di Shirley, sostenitore del pugno durissimo: «Anche se i neutri ci accusassero di violare il loro diritto, dovremmo prendere immediatamente in considerazione un blocco più stretto, se questo servisse a una rapida soluzione della guerra. Gli Stati Uniti non si opporrebbero certamente a ciò»

 Quando mai?! Gli americani farebbero salti di gioia. Ci tengo a ricordare una cosa: l’ultima protesta di Washington è sbarcata a Londra il giorno prima.
E sarebbero felicissimi anche gli svedesi, tanto irritati da aprire un dibattito parlamentare sul futuro della propria neutralità. Da Stoccolma è arrivato un messaggio chiaro: il Governo non è più convinto della “neutralità assoluta e a tutti i costi”; se le condizioni attuali dovessero precipitare, la Svezia potrebbe ripensare la sua attitudine.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Gli austro-tedeschi protestano con la Romania per la vendita del grano alla Gran Bretagna.
  • La Camera dei Comuni dibatte su come inasprire il blocco navale alla Germania.

Fronte asiatico ed egiziano

  • Sir Percy Lake si unisce alle truppe in soccorso di Kut al-Amara.

Parole d'epoca

Antonio Santo Quintino Preite

Massacro

Valloncello dell’Albero Isolato, San Martino del Carso 

Il giorno 25, la nostra artiglieria incominciò a bombardare le linee nemiche con qualsiasi calibro.
A mezzogiorno venne in linea un reparto scudieri, carichi di scudi e tubi di gelatina per far saltare in aria i reticolati nemici; ma era di giorno e gli Austriaci vedevano tutti i movimenti che noi facevamo, e i poveri scudieri nostri, appena uscivano dalle nostre linee, rimanevano o feriti o morti. Nessuno dei nostri potè arrivare ai reticolati.
Verso le ore 2 pomeridiane, il Generale Rocca, comandante la “Brigata Ferrara”, cioè il 47° e il 48° Reggimento, diede l’ordine di andare all’assalto alla XV e alla XVI Compagnia del 47° Reggimento. I Comandanti di queste due Compagnie, appena furono pronti, andarono all’assalto.

Come uscirono i nostri soldati, gli Austriaci si alzarono dritti sulle loro trincee e cominciarono ad aprire una accanitissima fucileria sui nostri soldati. Una buona quantità dei nostri arrivarono ai reticolati nemici e, trovandoli intatti, dovettero fermarsi e per questo ebbero la peggio. Immagina quanti morti e feriti restarono sul campo! Non si sentiva altro che grida, lamenti. Li vedevi che negli ultimi momenti della loro esistenza, della loro vita preziosa, rivolgevano l’ultimo addio ai loro cari genitori e spose.

Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pievese Santo Stefano

 

DAL FRONTE

Bollettino

In Valle Lagarina, nella giornata del 24, il nemico rinnovò un tentativo di attacco contro le nostre posizioni nei pressi di Mori, ma fu ancora respinto.
In Valle Sugana, il giorno stesso, nostri reparti esploranti spinti sul Marter ne fugarono nuclei nemici.
In Cadore e in Carnia consueta attività delle opposte artiglierie, più intensa nella zona fra l' alto But e Valle Valentina.
Sulle alture a nord-ovest di Gorizia, la sera del 24, ingenti forze nemiche, favorite da fitta nebbia, attaccarono le posizioni attorno a Oslavia. Di fronte alla superiorità delle forze dell' avversario, alcuni nostri riparti di prima linea, per non restare sopraffatti, ripiegarono lungo un breve tratto della fronte sui trinceramenti di seconda linea. Contro di questi, per la salda resistenza e i violenti contrattacchi dei nostri rincalzi, si infransero i successivi insistenti assalti dell' avversario che subì nuove gravissime perdite.
Sul Carso violenti duelli dell' artiglieria, specialmente nella zona di Monte San Michele.

Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori