1 Febbraio, 1916

Morto l'erede al trono ottomano

Il primo febbraio la Turchia perde il suo erede al trono: il principe Yusuf Izzettin Efendi, dai sentimenti francofili, si suicida, o almeno questo è il parere di tutti i più illustri medici di Costantinopoli. Si è tagliato le vene del polso sinistro, ma i giornali dell’Intesa la vendono come una classica congiura di palazzo.
Al fronte gli eserciti ottomani sono in difficoltà sia nel Caucaso, sia nella Persia occidentale.

Pietrogrado dovrebbe gioirne, ma l’atmosfera non è delle migliori. Il Governo scricchiola. Il Ministro degli esteri Sazonov prova a calmare le acque, illustrando alla stampa la situazione internazionale: «La Grecia conserva la neutralità, ma bisogna sperare che i suoi stessi interessi nazionali le impediscano di attuare una politica ostile agli Alleati. I nostri rapporti con la Romania sono soddisfacenti e restano amichevoli. Negli ultimi tempi l’opinione pubblica rumena ha attraversato un periodo d’inquietudine, temendo le ostilità delle Potenze centrali. La Svezia non dovrà difendere la sua frontiera contro la Russia»

 Conclusa la rassegna sui neutrali si cambia argomento, perché comunque si finisce a parare sempre lì: «Tutti i tentativi austro-tedeschi di ottenere una pace separata sono stati lasciati senza risposta. Una pace separata è impossibile per ogni Alleato, la lotta sarà dunque continuata fino alla fine».
Sul fronte orientale batte un colpo il settore di Riga: tutti i pezzi d’artiglieria lavorano a pieno regime.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Si suicida il principe Yusuf Izzettin Efendi, erede turco filo-Intesa.

Fronte orientale

  • Violente cannonate a sud-est di Riga.

Fronte meridionale

  • Bombardamento degli zeppelin a Salonicco.
  • I serbi respingono gli austro-ungarici vicino al fiume Ishmi (Albania).

Fronte asiatico ed egiziano

  • I russi respingono i turchi nel distretto di Kermanshah (Persia).
  • I russi avanzano nel Caucaso.

Operazioni navali

  • L’ “Appam” trasferito a Norfolk da un equipaggio tedesco, ingaggiato appositamente.

 

Parole d'epoca

Se mi salvo la vita è un caso. Diario di guerra (1916-1918)

Federico Adamoli

1 Febbraio sveglia sonandato aprendere ilcaffè a nevicato unpoco rancio conserva

son andato alla telaferica aprendere due rotoli di corda per quatare il barachino che veniva laneve dapertutto.

epoi rivato ilcomandante del Batag[lione] e miafatto metere il piantone inistrada emia fatto varie racomandazione.

Freddo

DAL FRONTE

CADORNA

Nell' Alto Cordevole vivo duello delle artiglierie nella zona di Livinallongo.

Nella Conca di Plezzo furono respinti drappelli nemici che tentavano di avvicinarsi alle nostre posizioni a sud del monte Rombon. Sull' Isonzo l' artiglieria nemica lanciò alcune granate sulla stazione di Cormons e sul paese di Moraro facendo qualche vittima nella popolazione.

Firmato: CADORNA

 

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori