Wilson chiude a Berlino
Colpo di scena: come al solito Berlino ha tirato troppo la corda e le trattative con gli Stati Uniti si arenano. «La nuova minaccia della Germania è incompatibile con quanto assicurato in precedenza»; il 16 febbraio Washington congela l’ultima proposta tedesca sul Lusitania.
Reazione prevedibile. A decidere il naufragio diplomatico è stato l’annunciato inasprirsi della guerra sottomarina, quell’inopportuno dietrofront pubblicato il giorno dopo il presunto accordo: il proposito berlinese di affondare senza preavviso mercantili e piroscafi armati non è accettabile. A dieci mesi dalle elezioni Wilson non può passare per fesso.
Anche la Grecia cerca di salvare la propria dignità. Nonostante le rimostranze ateniesi, a Corfù sono stati concentrati anche i resti dell’esercito montenegrino. Ma non è questo a far traboccare il vaso: la “goccia” è made in Italy. Da un paio di giorni una ventina di carabinieri sono sbarcati sull’isola; la Grecia ha provato a protestare, ma si è dovuta inchinare di fronte al fatto compiuto. Come sempre.
E il Parlamento esplode: “Va bene tutto, ma l’Italia no”. L’intervento di Sokolis è per così dire colorato; tra un’ingiuria e l’altra, accusa Roma di volersi impossessare di Corfù, di volersi stabilire sull’isola anche a guerra finita.
Noi siamo indignati dal linguaggio usato e lo siamo ancor di più dalle mancate obiezioni del Governo ateniese, ma non perdiamo l’occasione di dimostrare quanto poco ci interessi il parere ellenico: «Le osservazioni della Grecia hanno il valore di semplici restrizioni mentali».
La Guerra, quella vera, oggi si fa nel Caucaso, tra un paio di metri di neve e temperature di venti sotto zero. In soli cinque giorni i russi hanno conquistato la fortezza di Erzurum, la chiave di volta della regione, un crocevia fondamentale, la base dell’esercito ottomano d’oriente. La terza armata turca fugge in disordine verso le montagne; il Granduca Nicola si assicura approvvigionamenti, 13.000 prigionieri e oltre 300 cannoni. Chapeau.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Alla Camera greca un deputato pronuncia oltraggiose parole contro l’Italia per lo sbarco a Corfù dei carabinieri italiani senza che i Ministri protestino.
- Dibattito sulla guerra aerea alla Camera dei comuni: Il War Office assume la difesa di Londra, che era dell’Ammiragliato, e diventa responsabile della difesa contraerea in generale in tutto il Regno.
- Gli Stati Uniti rifiutano la proposta tedesca sul caso del “Lusitania”.
- L’Intesa rinnova gli impegni verso il Belgio.
- Il War Office prende il posto dell’India Office per il controllo delle operazioni in Mesopotamia.
Fronte meridionale
- Ciò che resta dell’armata Montenegrina sbarca a Corfù.
- Avanzata bulgaro-austriaca a Durazzo.
Fronte asiatico ed egiziano
- Caucaso: i russi si impadroniscono dell'importantissima fortezza di Erzurum, prendendo circa 13.000 prigionieri con 300 ufficiali, 323 cannoni e grandi quantità di munizioni. Le truppe della III armata turca si ritirano in disordine.
- Gli arabi disertano in gran numero dall’armata turca.
Fronte d’oltremare
- La conquista del Camerun è praticamente completata dagli Alleati.
Parole d'epoca
Le scarpe al sole
Paolo Monelli
In ricognizione nella lucidità della nevicata recente, fra gli alberi gravi di bianco, carponi al riparo dei muretti bassi. Un poco di pigrizia, che stamane il saccopelo fasciava di così soave umidità le membra, e ieri l'altra ricognizione è andata male, e mi seccherebbe lasciarci la pelle oggi che il sole è così nuovo e leviga con tanta morbidezza la montagna. Passo in rivista i nomi dei colleghi, a ognuno dei quali, penso, più che a me spettava questa corvè. Presentimenti idioti tirano indietro. Queste macchie nere dei nostri abiti si vedono maledettamente sulla neve. Bel tipo, anche il Maggiore, a volere che ritorni solo dopo
avergli sparato addosso, ai cecchini ! E la mia vigliaccheria di stamane arranca carponi dietro i muretti sboccomcellati, trascinata riluttante dalla spensieratezza - il Pivotti, che è di punta — perchè se non ce lo mettevo anche oggi, non veniva.
DAL FRONTE
CADORNA
Nella zona delle Tofane (alto Boite), la nostra artiglieria bersagliò, con visibile efficacia, nuclei di truppe nemiche e appostamenti per mitragliatrici.
In valle Seebach (Gailitz) l'attività di nostri reparti provocò vivi allarmi nelle linee dell'avversrio.
Nella zona del Rombon (conca di Plezzo), il nemico tentò ieri mattina un nuovo attacco contro le nostre posizioni; ma fu prontamente respinto.
Velivoli nemici lanciarono qualche bomba sugli abitati nella pianura fra il Natisone e l'Isonzo. Nessuna vittima e danni lievissimi.
Firmato: CADORNA