Giornata dura in Gran Bretagna
I tedeschi vogliono minare il morale britannico, spezzarne la fiducia in patria. E allora fanno tre: per il terzo giorno consecutivo gli zeppelin bombardano la costa orientale. Questa volta arrivano in Scozia e il bilancio è un po’ più lieve: tredici vittime e una ventina abbondante di feriti. Per gli inglesi la giornata prosegue peggiorando: in un polverificio del Kent scoppia un incendio poco prima di pranzo. Fuoco e polvere da sparo sono una pessima combinazione: le esplosioni dilaniano i presenti, 172 persone muoiono. Come se non bastasse, Londra deve fare i conti con le agitazioni operaie nelle officine scozzesi del Clyde, ma qui una mano arriva dai sindacati, che consigliano di riprendere il lavoro.
Per il Premier britannico è ora di salutare l’Italia. Asquith si congeda con queste parole: «Noi resisteremo o cadremo insieme. E resistendo, come facciamo, conseguiremo una vittoria decisiva e duratura non soltanto per noi stessi, ma per i nostri posteri, per l’avvenire della civiltà, per i più cari e preziosi interessi dell’umanità».
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il comitato di sciopero delle officine del Clyde consiglia la ripresa del lavoro.
- Esplosione di polvere da sparo in uno stabilimento del Kent: 172 morti.
Fronte occidentale
- Assalto degli zeppelin sulla costa est scozzese; 13 morti, 24 feriti.
Fronte orientale
- I tedeschi vengono respinti nella regione di Liakhovichi.
Fronte asiatico ed egiziano
- I russi attraversano il corso superiore del Choroki, prendendo posizioni fortificate sulle montagne (Caucaso).
Parole d'epoca
Mano insanguinata
di Alfonso Onofrii, sottotenente
Cave di Selz, Ronchi dei Legionari (GO)
Voltandomi a destra per staccare col dito anulare la cenere dalla sigaretta, mi apparvero le quattro fiammate dei cannoni della batteria. Istintivamente mi girai sul fianco sinistro e subito dopo fui investito dallo scoppio della granata, che aveva colpito in pieno la pietra su cui appoggiavo il gomito. Mi ritrovai bocconi in mezzo a un denso fumo e per l’urto della pietra sentii un intenso dolore al bacino. Istintivamente toccai quella parte e notai che il pastrano era stato lacerato dalle schegge.
Il fumo si stava diradando, alzai la testa e vidi al mio fianco due soldati a terra, che si lamentavano per le ferite. La granata aveva posto fuori combattimento altri 5 uomini del mio plotone. Lo scoppio ravvicinato e lo spostamento d’aria creano uno stato di stordimento, da cui mi ripresi dopo qualche minuto, ma non riuscii ad alzarmi perché la gamba destra non mi reggeva.
Accorsero i portaferiti, venne anche il capitano, che era in un ricovero poco lontano, e vollero sistemarmi sulla prima barella. Rifiutai, additando i soldati che forse erano feriti più gravemente di me e rimasi ancora per circa un quarto d’ora sdraiato, passando ripetutamente la mano lungo la gamba, per constatare se vi fossero fratture.
Avevo il pastrano lacerato dalle schegge sul lato destro fino alle spalle: il traversone mi aveva salvato la testa. Tolto il pastrano, anche i pantaloni e la giacca presentavano degli strappi. Feci scorrere la mano internamente fino al ginocchio e la ritirai intrisa di sangue.
Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano
DAL FRONTE
Nella giornata del 31 azioni varie di artiglieria in Valle Giudicaria, in zona diRovereto e nell' Alto Astico. Continuano movimenti di treni e carretti alla testata di Valle Sugana.
Nell' aspra zona di Cristallo (Alta Rienz) nella notte sull' 1 un nostro riparto con ardito movimento aggirante per alpestri sentieri riusciva a tergo delle posizioni nemiche su Rauchkofl e con brillante attacco conquistava tre «blockhaus» nemici prendendo 31 prigionieri, tra cui un ufficiale e materiali da guerra.
Lungo la fronte dell' Isonzo attività di artiglieria.
Sul Carso nella notte sull' 1 venne respinto un tentativo nuovo del nemico sulle posizioni da noi recentemente conquistate ad est di Selz. Nel pomeriggio di ieri i nostri con risoluto sbalzo ampliarono le nostre occupazioni espugnando un altro trinceramento. Presso Aquileia le nostre batterie controaeree abbatterono un biplano nemico facendo prigionieri i due ufficiali aviatori.
Firmato: CADORNA