La Guerra Bianca
Sono passati diciannove giorni dall’incidente del Sussex e qualche spiegazione bisogna darla. Nel dubbio Berlino prova a fare lo gnorri. “Sì, il 24 marzo abbiamo silurato un piroscafo, ma lo schizzo disegnato dal nostro capitano non coincide con le immagini del Sussex”. Per ora la Germania declina ogni responsabilità. Nella nota inviata a Washington il 12 aprile si legge: «Il Governo tedesco suppone che l’incidente del Sussex debba attribuirsi ad altra causa».
Il fronte più attivo è quello italiano. In serata conquistiamo le postazioni austro-ungariche arroccate fra i ghiacciai dell’Adamello: Lobbia Alta e Dosson di Genova sono roba nostra, nonostante una violenta tormenta. Andiamo bene anche in Valsugana, vicino Roncegno, dove espugniamo le posizioni nemiche di Sant’Osvaldo.
Sui giornali romani e parigini i deliri della retorica parlano con crescente convinzione di «guerra di razze», espressione di per sé oscena e avvilente, figuriamoci se usata a caso.
Da una parte ci sarebbero i gloriosi ed eroici latini, dall’altra i «barbari», i germani; italo-francesi contro austro-tedeschi. Ok, si sono solo dimenticati di Gran Bretagna e Russia, Turchia e Bulgaria, ma sono inezie. Tra l’altro, se i primi sono chiamati anglosassoni, secondo voi, a chi “assomigliano”?
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Nota tedesca agli U.S.A. riguardante il caso “Sussex”.
- Piano negli U.S.A. per far saltare in aria navi cariche di munizioni.
- Tentativo di sedare gli scioperi del Clyde.
Fronte orientale
- I tedeschi vengono respinti vicino Dvinsk.
Fronte italiano
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Nella zona dell’Adamello, sotto una forte tormenta, reparti italiani espugnano le posizioni asburgiche sulla cresta rocciosa di Lobbia Alta e Dosson di Genova, fra i ghiacciai, a oltre 3300 metri di altitudine.
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In Valsugana le truppe italiane espugnano l'importante posizione di Sant’Osvaldo presso Roncegno.
Fronte asiatico ed egiziano
- I turchi vengono respinti di circa 2 km. a Sanna-i-Yat; aumenta la portata delle inondazioni sul Tigri.
Fronte d’oltremare
- I britannici occupano Kothersheim (Africa orientale tedesca).
Parole d'epoca
Ferito all'inguine
di Cesare Unti, granatiere
La mattina del 12 aprile guando ci dettero il cambio un Reggimento di Fanteria, io e tutta la mia compagnia si mettevamo in marcia, proprio appena s’era giunto sul camminamento il nemico sparo diverse granate in prossimità nostra e fu così io mi trovai in trabascolato sui rottami di pianta e di una casa distrutta e ferito all’inguine della coscia sinistra, in quel momento mi trovo in una situazione di non poter scappare come fecero gli altri, alla fine a son di invocare aiuto ci fu un granatiere che si chiamava Tonino, che mi cavo da quella pericolosa situazione, allora da quel punto fui portato via in barella fino a S. Florino un paesetto ciera soltanto ritto che il Campanile della Chiesa, e di li fui portato fino alle Baracche di S.Tefano e dopo qualche ora passò l’autombolanza e portato fino allo Ospidaletto da Campo n.97 S.Maria la Lunga presso Palma Nuova, e da questo poi passai per quello di Modena e quello di Firenze, e Lucca, facendo fra tutti tre Ospidali tre mesi, e così pote percepire trenta giorni di convalescienza.
Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano
DAL FRONTE
In Valle di Ledro, con metodiche operazioni offensive, migliorammo la nostra occupazione sulle alture a settentrione del Rio Ponale, fra Valle di Concei ed il Garda.
Col consueto efficace appoggio delle artiglierie le nostre fanterie espugnarono una forte linea di trinceramenti e di ridotte lungo le falde meridionali di Monte Pari e di Cima d' Oro e sulle rocce di Monte Sperone. I presidi nemici, dopo aver subito gravi perdite favoriti dal terreno, riuscirono a ritirarsi. Tuttavia furono da noi presi una ventina di prigionieri.
Continuarono ieri intense azioni delle artiglierie nella zona tra Adige e Brenta, alla testata del But, sul Fella e lungo l' Isonzo.
Tiri efficaci di nostre batterie impedirono all' avversario di restaurare il forte di Luserna (Alto Astico) e distrussero depositi di rifornimenti in S. Caterina e Uggowitz (Valle del Fella).
Firmato: CADORNA