28 Aprile, 1916

Non è più come prima

Non è più come all’inizio. In questa guerra di soldati non ne hai mai abbastanza, ma alle stazioni di tutta Europa è cambiato tutto. Niente più folla in delirio al binario, nessun mazzo di fiori. Chi parte ora sembra più solo, banale, manca l’epica.
Anche al fronte l’entusiasmo non è per sempre. Magari può durare qualche settimana, ma prima o poi si esaurisce. Il soldato è sempre un uomo e un uomo, per quanto forte, ha il suo limite, una scadenza fisica o morale, una spada di Damocle. La resistenza viene erosa giorno per giorno, minuto dopo minuto. Può essere una marcia di ore, la mancanza di sonno, o più spesso il compagno caduto, la trincea zuppa, la routine, il desiderio di casa, di una vita normale. Non bastano le roboanti frasi dei giornali: «I nostri gloriosi soldati espongono il loro petto, erigendo un muro più resistente dell’acciaio».
I più fortunati, i sopravvissuti della prima ora, sono sentinelle dello stesso orizzonte da un anno e mezzo. Vivono più o meno nelle stesse buche da diciotto mesi, dalla battaglia della Marna. Continuano a fare su e giù sullo stesso angolo di campo, fissano lo stesso albero mutilato, la stessa fattoria sfregiata. 

 Non vedono oltre la cortina di sangue davanti ai propri occhi. Un anno e mezzo avvolti dal puzzo pestilenziale dei cadaveri mai sepolti. Con una battaglia come quella di Verdun, il forzato ottimismo dei giornali sembra, a volte, fuori luogo: «Questa tregua è imposta ai tedeschi dai nuovi lavori di ricostruzione, si è resa indispensabile dopo i sanguinosi insuccessi. La rovinosa azione del Kronprinz esige continue riparazioni e si traduce in logoramento. Ne abbiamo una prova dal crescere dell’intervallo tra i suoi attacchi».

Il 28 aprile la Germania riconquista terreno al Lago di Naroch. I contrattacchi a sud di Dvinsk hanno restituito ai tedeschi le posizioni perse alla fine di marzo. E tanti saluti all’effimera avanzata russa. Niente, questa guerra, questo “braccio di ferro”, non si sblocca neanche sul fronte orientale.

Davide Sartori

Parole d'epoca

Diario di Guerra 1915 - 1918

di Don Andrea Balestrazzi

Vorrei tornare bambino, per essere buono, per passar meglio la mia adolescenza …

Vorrei tornare come ero l’anno scorso …

 

DAL FRONTE

Lungo tutta la fronte azioni delle artiglierie, più intense nella zona del Tonale e in quella di Rovereto, nell' Alto Cordevole e alla testata del But. Nella Conca di Plezzo un reparto nemico riuscì ad irrompere di sorpresa in un nostro posto avanzato nelle falde del Monte Cukla. Accorsi nostri rincalzi, l'avversario fu prontamente contrattaccato e respinto. Sullo Javorcek tentativi di attacco, più volte rinnovati contro le nostre posizioni, fallirono con sensibili perdite pel nemico. Nella zona di Selz (Carso) dopo il grave scacco sofferto nella notte sul 27, il nemico si limitò ieri a battere, con salve di artiglieria il perduto trinceramento, ma non osò rinnovare alcun attacco con le fanterie. Da punti diversi della fronte è segnalato l' uso sempre più frequente da parte del nemico di proiettili di fucileria a pallottola esplodente.

Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori