24 Ottobre, 1916

Di nuovo Verdun

Forse c’è un momento di innocenza, di pace, è appena sveglio, prima di rendersi conto di quale inferno si stia affrontando. Ma è solo un istante, un battito di ciglia, uno sbadiglio. Tutto finisce con lo stropicciare gli occhi. È dura svegliarsi ogni giorno con lo stesso panorama e con sempre meno compagni, meno amici.
Ormai è chiaro a tutti: per vincere la guerra si deve ammazzare fino all’ultimo nemico, perché ad aspettare di giungere a Parigi, o a Berlino, “stai fresco”.
Il 24 ottobre il Comando Alleato decide di interrompere il periodo di relativa bonaccia a Verdun. Il Generale Charles Mangin ha pianificato l’offensiva francese e scatenato le proprie artiglierie. Tutto il distruttibile è stato sbriciolato. E chissà se per gli inebetiti soldati tutto si faccia silenzio nel frastuono, come nei film.
A metà mattina tocca alla fanteria: i francesi sgorgano dalle trincee e si fiondano all’assalto lungo un fronte di circa sette chilometri.
A ricordare quel momento è William Hermanns, soldato semplice tedesco: «L’ingresso del bunker era un semplice buco nel campo di battaglia. […] Una corrente di aria calda e stantia, proveniente da dodici metri sotto di me, portò

fino alle mie narici l’odore nauseante dei medicinali di pronto soccorso. […] Sentii un grido: “Gas!” Dovevano aver lanciato una bomba nel pozzo d’ingresso. I soldati corsero a prendere le maschere, chi l’aveva persa iniziò a tossire. I feriti nei letti a castello cercarono di arrampicarsi sul giaciglio superiore, mentre sotto di loro il gas avanzava, spegnendo una candela dopo l’altra. Ben presto molti stavano morendo, costellando il pavimento di corpi. […] Il panico fu totale. Vidi uomini gravemente feriti lanciarsi sul pavimento, come se volessero bere il gas. Vidi altri strappare le maschere dal viso dei vicini. Vidi una schiuma rossastra uscire dalla bocca di alcuni».
Thiaumont cede quasi senza opporsi; a fine giornata i francesi hanno raso al suolo e riconquistato anche le macerie del villaggio e del forte di Douaumont e le miniere di Haudromont.

I tedeschi si consolano guardando a sud-est, verso la Romania. Contano i viveri e il carburante preso in quell’enorme “magazzino” di Costanza e ammirano gli sviluppi dell’offensiva di Mackensen: Medgidia, lungo la ferrovia per Cernavodă, è caduta; Berlino rivendica 6.700 prigionieri.
Se chiedeste a un bulgaro di scegliere tra Costanza e Monastir non avrebbe dubbi: la Dobrugia è più molto più importante della Macedonia occidentale. Ecco perché il loro saldo di giornata è positivo, nonostante la cavalleria francese di Sarrail si sia congiunta con le truppe italiane a Coriza, in Albania, tagliando ogni comunicazione tra gli Imperi centrali e la Grecia e chiudendo una trafficata via di contrabbando.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Fronte occidentale

  • Offensiva francese sul fronte di Verdun: riconquistati il villaggio e il forte di Douaumont e le miniere di Haudromont; presi 4.500 prigionieri.

Fronte meridionale

  • In Dobrugia Mackensen avanza a nord e nord-ovest di Costanza, raggiunge Medgidia (sulla ferrovia Danubio-Mar Nero) e rivendica 6.700 prigionieri.
  • Gli austro-tedeschi avanzano nella regione di Törzburg; combattimenti vicino Câmpulung.
  • Le truppe austro-tedesche s’impadroniscono del passo di Predeal.
  • I serbi prendono le alture della riva sinistra del Crna.
  • A ovest si stabiliscono comunicazioni fra gli italiani a Coriza (Albania) e i francesi (sud-ovest del lago di Prespa).

Parole d'epoca

Fiori di trincea

di Don Giovanni Folci

Stamane, purtroppo, niente santa Messa. Non un luogo possibile decente. Si lavora a ripulire dappertutto, a riordinare. Coi confratelli del 228°! Fanteria e della sezione Sanità! 2a divisione accompagno ad un cimitero improvvisato, in aperta campagna, dei cadaveri di soldati nostri e austriaci morti già! da tempo. La battaglia pare imminente. Piovono gli ordini, fervono i preparativi. Come in altre circostanza, così! anche stavolta pare il tempo voglia contrariarci. Fa freddo e pioviggina. Nel pomeriggio, le nostre batterie e bombarde aprono un breve fuoco d'aggiustamento di tiro.

DAL FRONTE

Lungo tutta la fronte azioni delle artiglierie, più intense nell' Altipiano di Asiago, in Valle Sugana, alla testata del torrente Vanoi, (Cismon) e del Rio Felizon (Boite), nella zona di Plava (Medio Isonzo) e sul Carso. Il tempo sereno favorì l'attività aerea. Un velivolo nemico, colpito da nostri aviatori cadde in fiamme presso Biglia, a sud-est di Gorizia. Idroplani nemici lanciarono bombe sulla laguna di Caorle, alla foce del Tagliamento. Nessun danno. Un aviatore francese, facente parte di una nostra squadriglia, levatosi in caccia, abbattè un idrovolante nemico.
Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori