Mackensen entra a Bucarest
“Oh no, è successo di nuovo”. Il parallelo con Serbia e Montenegro è banale, l’Intesa si deve interrogare ancora una volta su cosa sia andato storto. Ci si immaginava rapidi allori, si è raccolto una figura da cioccolataio.
In poco più di tre mesi i tedeschi si sono comodamente seduti nei cafè di Bucarest. Il 6 dicembre la capitale è persa, l’esercito di Mackensen entra in città. E non finisce qui, perché lo stesso giorno cadono anche Sinaia e soprattutto Ploieşti, polo industriale di prim’ordine. La conquista austro-tedesca dei pozzi petroliferi e dei campi di grano rumeni rischia di aver allungato la guerra, dando sostentamento agli Imperi centrali. In più c’è il completo controllo del Danubio e la relativa apertura al traffico di uomini e merci.
Bastonati, i rumeni si ritirano verso le regioni moldave. Il miracolo non riesce neanche all’isolato esercito di Orşova: i circa 8.000 superstiti sono costretti a capitolare dopo il disperato assalto sull’Olt.
Con l’andamento sdrucciolevole del conflitto, il Parlamento italiano è alle prese con la mozione socialista per la pace. Ad aprire la discussione alla Camera è Enrico Ferri: «Le guerre moderne tendono a finire con la caduta dell’agonizzante vincitore sul cadavere del vinto. Non possiamo permetterci un simile disastro generale. Dobbiamo aver ben presente quale sia la meta».
Segue Modigliani: «Si sa quanto siano immani i sacrifici umani. Non si può chiedere di continuare sulla stessa strada solo perché vi si è incamminati. Non si potrà giungere all’annientamento completo dell’avversario, quindi non sarebbe meglio riprender subito il cammino della civiltà?»
Chiude Filippo Turati: «La mozione socialista non domanda un voto pro o contro la pace, né un voto per una pace separata. La mozione domanda di precisare, una buona volta, quale sia la meta concreta da raggiungere e quali i doveri degli Alleati. […] Voi temete che una discussione reale sulla pace desti cattiva impressione all’estero. Ma le spavalderie dei Governi e della stampa dell’Intesa, le minacce di annientamento, servono alla Germania per moltiplicare le energie del popolo tedesco».
Il Premier Boselli taglia corto: «I principi enunciati nella mozione socialista sono, senza dubbio, encomiabili. Ma non sappiamo se siano riconosciuti anche dalle Potenze centrali. […] Il Governo propone di rimandare la discussione di sei mesi». 293 favorevoli e 47 contrari, la discussione è rinviata a data da destinarsi.
In Gran Bretagna è ora di risolvere la crisi di Governo. Re Giorgio incarica Bonar Law di formare il nuovo Gabinetto, ma il leader conservatore declina: non sente di avere i numeri, però è pronto ad appoggiare il nuovo Ministero. La palla passa al liberale Lloyd George che accetta l’incarico.
“Crisi” è la parola chiave anche in Grecia, dove la calma è solo apparente e le persecuzioni ai venizelisti restano all’ordine del giorno. I realisti si sono ripresi poste e telegrafi, ogni dispaccio all’estero viene bloccato. Inevitabile lo scontro tra le due anime greche: da Salonicco, il Governo provvisorio di difesa nazionale denuncia il Governo ateniese di non essere rappresentativo.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- La Camera italiana respinge una mozione pacifista dei socialisti ufficiali, presentata da Turati, con voti 293 contro 47.
- A New-York è pubblicato un appello del Papa ai fanciulli americani per i fanciulli del Belgio, che muoiono di fame.
- Crisi di Governo a Londra: Lloyd George chiede di formare il nuovo Gabinetto.
- Al Board of Agricultor vengono conferiti poteri per requisire terreni.
- Il Governo provvisorio greco a Salonicco denuncia il Governo realista di Atene come non rappresentativo.
- I realisti controllano Atene. La delegazione inglese si prepara ad andarsene; persecuzione dei venizelisti.
Fronte occidentale
- I tedeschi guadagnano terreno sul saliente della Hill 304 (Verdun).
Fronte orientale
- Combattimenti in Volinia, a ovest di Lutsk, attorno Ternopil’ (Tarnopol) e a Stanislau (Ivano-Frankivs'k, Galizia).
- Combattimenti nella regione di Vatra Dornei (Bucovina).
Fronte italiano
- Attività austro-ungarica sul Carso.
- Reciprochi attacchi aerei a Trieste e Aquileia.
Fronte meridionale
- La capitale rumena Bucarest è occupata dagli Imperi centrali.
- Romania: caduta di Ploieşti (polo industriale) e Sinaia.
- Nel distretto dell’Olt capitola la retroguardia rumena di Orşova (con 8.000 uomini).
- Duri scontri vicino Monastir.
Parole d'epoca
Sulla riva sinistra dell’Isonzo
di Giuseppe Carruba Toscano, 131° reggimento fanteria, brigata Lazio
Una settimana prima di ordinare l’avanzata han pensato che dal Vallone alle linee non c’erano camminamenti. Qui riunirono tutte le compagnie del genio e ordinarono di costruire in tale lasso di tempo i camminamenti. Cominciarono il lavoro, ma fu una gracciatina del terreno. Non combinarono niente. Cosicchè i rincalzi dovettero spiegarli facendoli accorrere allo scoperto. E furono massacrati. I nemici li avvistarono, e qui una carnaia spaventevole. Ordine alle compagnie mitragliatrici di muoversi allo scoperto. E qui maciullamento di soldati. La sua compagnia perdette in uno sbalzo 21 uomini. Un maggiore di fanteria diede ordine di mettere la mitragliatrice sulla trincea, per così il nemico vedendola non sarebbe andato all’attacco. Un tenente non so di qual reggimento, in un attacco del suo reggimento (forse era aiutante maggiore) passa di dove era schierata una compagnia mitragliatrice, vede un soldato di questa, appiattato, gli ordina: avanti! Quello risponde sono a posto. L’altro di rimando: avanti, risposta: sono a posto. Qui tac, scatta il grillo della rivoltella, il soldato morto; viene ucciso.
Il tenente della compagnia avvisato interviene; fa rapporto al Comando Supremo direttamente, da qui viene un’inchiesta. Il tenente fece bene ad ucciderlo: questa la conclusione sebbene tutta la compagnia testimoniasse che l’aveva assassinato. Il tenente della compagnia interrogato perché si era permesso di mandare il rapporto al Comando Supremo senza la trafila gerarchica, rispose che siccome il tenente uccisore era un protetto del Colonnello, doveva fare in quel modo per fare andare avanti la cosa.
Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano
DAL FRONTE
Continuò ieri nella zona dell' alto Astico l' attività delle artiglierie. Nuclei nemici che tentarono di avvicinarsi alle nostre posizioni di Scatolari, furono prontamente respinti. Sulla fronte Giulia duello di artiglieria e di bombarde, più intenso nel tratto da Gorizia al mare.
Firmato: CADORNA