1 Gennaio, 1917

Russia in fermento

Generali, Presidenti e Sovrani si scambiano formali auguri di buon anno e auspici di vittoria. Tra una cartolina e l’altra lo Zar Nicola II vive nel suo fatato mondo nobiliare e sembra non avere la più pallida idea di cosa stia accadendo nel suo impero. In Russia ben poco va per il verso giusto: la forbice tra ricchi e poveri è in espansione continua, come l’universo, il costo della vita è schizzato alle stelle e sempre più persone sono messe in ginocchio. Prima ancora di quello bellico è il “fronte interno” a incrinarsi, a lanciare segnali di cedimento, minacciando di franare.
La Russia è una macchina col motore grippato, ma la si vuole aggiustare passando una mano di vernice metallizzata. Il malcontento si diffonde come un virus. Servirebbero contromisure straordinarie, impensabili nell’alternanza di traballanti Governi più o meno fantoccio, impossibili con un Parlamento inefficiente come la Duma, sminuito e snobbato da chi è convinto di regnare “per grazia divina” e non si cura d’altro a parte la gloria.


Il contesto sarebbe già preoccupante se la guerra andasse bene, figuriamoci in un momento complesso come l’inizio del 1917. La disfatta rumena ha costretto gli eserciti russi ad allungare le proprie linee, a riorganizzarsi in fretta e furia per adeguarsi e coprire ogni chilometro del fronte meridionale. L’inverno rigido complica tutto, blocca i trasporti ed evidenzia le lacune. Il gap d’organizzazione con gli avversari austro-tedeschi è imbarazzante.
Il primo gennaio le Potenze centrali continuano la caccia: braccano da vicino i russo-rumeni nonostante la stagione proibitiva, li asfissiano, li incalzano, impedendogli di adagiarsi e consolidarsi su salde linee difensive. "Fateli muovere, sempre". La pressione è costante, dai Carpazi alla Dobrugia. Gli austro-bulgaro-tedeschi magari progrediscono di poco, ma lo fanno ovunque. Entrano in contatto con le linee del Siret a Focșani e Fundeni e già fiutano la caduta di Măcin, ultima testa di ponte a est del Danubio.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • I turchi pubblicano la denuncia del Trattato di Parigi (1856) e della tregua di Berlino (1878).
  • Sir Douglas Haig promosso Maresciallo di campo.
  • Il Generale Sir Wingate diventa Alto Commissario d’Egitto.

Fronte occidentale

  • Procedono le normali attività su tutto il fronte.

Fronte meridionale

  • Duri scontri nei Carpazi sul fronte moldavo; leggero progresso austro-tedesco in vari punti.
  • Austro-tedeschi in contatto con le linee del Siret a Focșani e Fundeni.
  • Ulteriore progresso bulgaro-tedesco sulla testa di ponte di Măcin (Dobrugia).

Fronte d’oltremare

  • I britannici caricano le line tedesche vicino Lissaki (nella valle di Mgeta, Africa tedesca orientale) e inseguono i tedeschi per la Rufiji Valley a Kibambawe.

Operazioni navali

  • Il trasporto “Ivernia” affondato da un sottomarino nel Mediterraneo; 153 dispersi.

Parole d'epoca

Per un momento non vi fu più guerra

di Giovanni Presti, militare, 71° reggimento fanteria, brigata Puglie. Poi 45°, brigata Reggio, Tenente, poi capitano

1 gennaio 1917 - Dal Carso

[…] Stamani è stata una giornata di sole, i soldati nostri e gli austriaci hanno cessato di fare i combattimenti per qualche paio d’ore. Io non so se nascondeva qualche insidia, ma per un momento traemmo dal petto un largo sospiro di sollievo. Si ridiventava uomini. Gli austriaci uscirono dalle trincee e si misero a cantare con gioia; uno aveva un’armonica a mantice e suonava. Ci domandò cosa volevamo che suonasse. E i soldati nostri si sporsero dal parapetto e risposero. Per un momento non vi fu più guerra: il sangue che aveva riassunto lo stato primitivo di barbarie e di crudeltà, cominciò a risvegliarsi in tutte le sue intime sensibilità di perfezionamento umano. Non fu che un attimo come un sogno inatteso. Il risveglio fece dimenticare tutto, perché la lotta è ricominciata più furiosa. Sembrava che le granate fiorissero dal cielo e la terra attorno è tutta un fuoco d’inferno.…

Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano

 

DAL FRONTE

Lotta delle artiglierie in Vallarsa, in Valle dell'Astico e sulla fronte Giulia.
Nessun avvenimento importante da segnalare.

Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori