Nota austro-tedesca ai neutrali
A questo punto c’è chi deve rigirare la frittata e in alcuni passaggi l’intento riesce neanche male. L’11 gennaio Vienna e Berlino scrivono ai neutrali una replica al rifiuto Alleato di negoziare la pace. Giocano bene le proprie carte soprattutto in due passaggi: primo, gli scopi elencati dall’Intesa, come la dissoluzione dell’Impero asburgico, dimostrerebbero il carattere difensivo della guerra austro-tedesca; secondo, come mai il principio di nazionalità non è applicato all’Irlanda o alle colonie? Un punto a favore è anche l’aver tirato in ballo la situazione greca, a mio giudizio un grosso imbarazzo per l’Intesa.
Ecco, ora però arriva l’inevitabile caduta dagli specchi. Berlino scivola in maniera clamorosa sul Belgio: “Bruxelles non era neutrale. E comunque le accuse mosse alla Germania sono solo calunnie”. Quello sarebbe un argomento da evitare; tutto il mondo contesta la brutale occupazione belga, perché andarsi a cacciare nel vespaio? Altro problema: “L’Intesa ha rifiutato le trattative senza conoscere le nostre proposte”. Sì, ma non sono mai state fatte queste proposte.
Grottesco, ma purtroppo solo a occhi moderni, è anche il giudizio di una particolare colpa Alleata: «È inconciliabile coi principi della civiltà l’impiego di truppe di colore in Europa e l’aver portato la guerra in Africa, annientando il prestigio della razza bianca in quella parte del mondo».
Per il resto la nota si sintetizza con: “Sarà la Storia a giudicare chi abbia l’immane colpa della guerra, la cui continuazione è responsabilità esclusiva dell’Intesa”.
Restando in argomento diplomatico, dalla Russia giunge un’interessante lettura del tentativo americano. Gli Stati Uniti si sarebbero mossi ora per ottenere una pace “senza vincitori, né vinti”. Washington avrebbe tutto l’interesse a mantenere lo status quo, un’Europa divisa tra potenze troppo impegnate nella reciproca rivalità per interessarsi al resto del mondo. Meglio due competitor di medio livello, piuttosto che un’unica grande egemonia sul vecchio continente. In più ci sarebbe il problema giapponese: Tokyo sta approfittando delle distrazioni belliche e del vuoto di potere per espandere indisturbata la sua influenza nel Pacifico. E questo, prima o poi, rischia di cozzare con gli interessi americani.
Immutate le inerzie dei vari fronti: in Romania gli Imperi centrali avanzano nella valle del Șușița e fra Brăila e Galaţi; in Lettonia il contrattacco tedesco a sud del lago di Babītes non porta a nulla, i russi guadagnano terreno nelle paludi di Tirul.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Note dei Governi tedesco e austro-ungarico consegnate ai neutrali come risposta al rifiuto dell’Intesa alla loro “Nota di Pace”.
- I termini del nuovo prestito di Guerra inglese annunciati alla Guildhall da Lloyd George e Bonar Law.
- Importanti prescrizioni sul cibo emanate da Lord Devonport.
Fronte occidentale
- I britannici caricano le trincee tedesche su un fronte di circa un chilometro a nord-est di Beaumont-Hamel.
Fronte orientale
- Respinto il contrattacco tedesco vicino Kalnciems, a sud del lago Babītes.
- Nella regione di Riga i russi avanzano verso sud, occupando posizioni tedesche fra le paludi di Tirul.
Fronte meridionale
- Gli austro-tedeschi avanzano nella valle del Șușița e fra Brăila e Galaţi.
- I rumeni attaccano con successo nella valle di Cașin.
Fronte asiatico ed egiziano
- I britannici occupano Al-Hay (Mesopotamia).
Operazioni navali
- Il portaidrovolanti inglese “Ben-my-Chree” affondato nel porto di Kastellorizo (sud dell’Asia minore).
Parole d'epoca
Fiori di trincea
di Don Giovanni Folci
Mi alzo più! presto del solito. Faccio anche di più. Celebro privatamente. Il sottotenente Frecceri del Genio mi scrive una bellissima lettera. Anima santa. Nuove attenzioni di stima e di affetto dai miei ufficiali. Quanto bene può! fare il sacerdote fedele alla sua vocazione santa! Dopo mezzogiorno, col dottor Virgona, giriamo un po' per le rovine del paese. Ammiriamo la bella chiesetta coi suoi ricchi altari di marmo. Tutto è in rovina, ora frantumi. La torre campanaria abbattuta fino al castello e le campane poggiano sotto un ammanto di macerie sul pianerottolo. L'artiglieria nemica controbatte coi grossi calibri la nostra. Il cielo va spazzandosi. Velivoli nemici appaiono nell'azzurro, rombanti.
A cena terminata, mentre si ride e si scherza, capitano due o tre cannonate vicinissime a noi, è un "all'arme." Qualcuno si tocca le stellette. Il colonnello se ne va a dormire nel suo filare. Sono le ventidue.
D'improvviso una voce sinistra, portata prima da un soldato del Genio, si propaga: "Fuoco, fuoco, nel magazzino deposito di tubi e casse di gelatina". In tutta fretta e furia si racimolano tutti i soldati possibili, parte si adoperano allo spegnimento, parte al trasporto del materiale servibile. Una colonna enorme di fumo si eleva nel cielo illuminato da una luce magnifica. Guai se gli austriaci dovessero accorgersene. Il lavoro ferve. Continuo su e giù! incoraggiando quei bravi figlioli. Il fuoco è! spento. Arrivano altre corvèes numerose. Son fatte tornare. Uno srapnel-granata scoppia sugli avanzi dell'incendio. Fortunatamente la massa dei soldati è! lontana e noi pochi, lesti, ci possiamo riparare sotto l'arco di una porta.
DAL FRONTE
Sulla fronte Tridentina abbondanti nevicate e fitta nebbia ostacolarono l' azione delle artiglierie.
Sulla fronte Giulia azioni intermittenti di artiglieria e bombarde ed attività di pattuglie.
Con tiri aggiustati disperdemmo truppe nemiche nei pressi della stazione di Volciadraga (Ovcia Draga) a sud-est di Gorizia.
Albania: Il giorno 9 occupammo Grmeni, sulla strada da Ljqskoviki a Coritza.
Firmato: CADORNA





